CHAPTER 7.

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Quando arrivai al lavoro quella sera il bar era completamente vuoto e la metà delle luci era spenta, sembrava molto strano ma mi diressi comunque allo spogliatoio, se avessero avuto l'intenzione di chiudere quella sera Pearson me lo avrebbe comunicato. La porta dello stanzino era socchiusa, di solito era sempre aperta, con cautela mi avvicinai e prima di aprirla cercai di sentire se dentro ci fosse qualcuno, sentii dei lamenti. Louis era seduto sulla panca in mezzo alla stanza e stava cercando di ripulirsi una ferita sopra l'occhio destro che tra l'altro era completamente nero.

Mi vide e il suo sguardo da sofferente passò a spaventato in un secondo, si alzò di scatto e mi trascinò dentro per poi guardare oltre la porta e chiuderla con cautela. Quando si girò mi fece segno di stare in silenzio. Così feci e subito dopo sentimmo delle porte sbattere e alcune persone borbottare qualcosa di incomprensibile, dopodiché il caos, stavano rompendo tutto le bottiglie le sedie le finestre, tutto. Trasalii spaventata e Louis appena in tempo mi tappò la bocca con la sua mano e mi abbracciò forte mentre all'orecchio mi sussurrò:

"Gli ho promesso di prendermi cura di te e per quanto vorrei andare di la a sparare a quei bastardi qui ci sei anche tu, quindi stai zitta o ci farai ammazzare" e mi guardò dritto negli occhi, era dispiaciuto mentre lo diceva.

Non so bene il motivo ma grazie alle sue parole all'improvviso mi fidavo lui e allo stesso tempo ero spaventata a morte, in quel momento capii che il post-it si riferiva esattamente a me, che qualcuno mi conosceva e cercava di proteggermi da tutto ciò in cui io mi ero volontariamente e stupidamente cacciata: il The Fight.

Dopo circa qualche minuto ci accorgemmo di non sentire più nulla, c'era silenzio e a quel punto Louis mi lasciò ed uscì, con cautela lo vidi estrarre un'arma dalla tasca del suo giubbotto, la cosa stranamente non mi spaventò anzi in questa situazione era sicuramente meglio stare con Louis armato che sola e nascosta in attesa che qualcuno tornasse. Cominciavo a capire in cosa mi ero cacciata e ormai era passato troppo tempo per uscire semplicemente  dalla porta principale incolume, se al The Fight succedeva ciò che pensavo succedesse tutti i clienti mi avevano già visto in faccia. Probabilmente ero finita nel bel mezzo di un traffico di droga o qualcosa di simile.

Il locale era vuoto, se n'erano andati e a quel punto Louis parlò:

"Ti hanno vista entrare Brooklyn? Qualcuno ti ha visto venire qui?" sputava letteralmente le parole, era visibilmente per me e non ne capivo il motivo sembrva che mi odiasse fino a pochi minuti fa.

"Non lo so Louis mi sembrava tutto normale, e anche se non mi avessero vista ora sicuramente lo hanno fatto in precedenza, lavoro al bancone cazzo!" ero a dir poco nervosa

"Ok Brooklyn, le cose stanno così, io ho cercato di farti andare via ti ho tratto di merda e ho provato ad avvisarti ma tu hai voluto rimanere e hai addirittura voluto fare trattative con Pearson cazzo novellina che ti salta in testa, dovevi andartene da qui" ora era incazzato, cominciato a non capire più nulla ma lo vidi prendere il telefono e mi preoccupai

"Chi chiami?" il cuore sembrava scoppiarmi nel petto Louis era armato, preoccupato e incazzato con me, qualcuno aveva appena distrutto il locale e io dovevo andarmene da li nel momento stesso in cui ho fiutato qualcosa di losco, merda!

"Sto chiamando Niall ti accompagnerà a casa lui, non possiamo lasciarti andare da sola, gliel'ho promesso" e poi si mise a parlare al telefono, ancora non sapevo a chi avesse promesso di proteggermi ma ero sollevata al pensiero che a qualcuno importasse così tanto di me.

Iniziai a sistemare il locale finché aspettavamo questo Niall, c'erano vetri ovunque, e Louis si tagliò ancora, così dopo che finii di raccogliere più cocci possibili lo medicai con il poco che avevamo nella cassetta del primo soccorso.

"Chi ti ha fatto promettere che mi avresti protetta e chi è Niall?" decisi che era ora di fare domande o non avrei mai capito come stavano le cose

"Non te lo posso dire, vuole dirtelo lui stesso perchè a quanto pare hai cancellato parte della tua vita dalla tua memoria. Comunque Niall è nostro fratello, siamo in tre e non siamo proprio fratelli di sangue, Pearson ci ha adottati e ci ha messi in mezzo a tutto questo, così ora se vogliamo vivere dobbiamo accettare la situazione perciò badiamo l'uno all'altro come fratelli" Sembrava che avesse bisogno di parlare con qualcuno, non aveva nemmeno preso aria tra una parola e l'altra, sembrava si dovesse sfogare, così nonostante fossi turbata dal ciò che aveva detto su di me lo lasciai parlare, almeno lo avrei conosciuto meglio. Louis mi guardò come per chiedermi se volessi che continuasse, gli feci un cenno mentre gli medicavo l'occhio e lui continuò.

"Pearson mi ha adottato quando avevo 16 anni, i miei sono morti in un incidente, un tir ha tagliato la strada e la macchina è balzava via. Perciò sono rimasto orfano e dopo un mese di assistenti sociali Pearson mi adottò, venni ad Atlanta con lui senza fiatare, ero rassegnato dopo la morte dei miei. All'inizio era tutto normale ma poco dopo Pearson iniziò a mandarmi dappertutto per consegnare dei pacchi, io non facevo domande e così passarono gli anni e ora sono qui a gestire un bar che risulta essere il punto centrale del traffico di droga dell'intera fottuta città" Louis diventò triste, i suoi occhi erano pieni di lacrime da quando aveva iniziato a parlare dei suoi genitori. Gli presi la mano e lo guardai con compassione, non so cosa mi avesse colpito di più della sua storia, se il fatto che i suoi fossero morti e che Pearson lo abbia coinvolto in questo, oppure il fatto di aver scoperto che il bar in cui lavoravo era un punto caldo del traffico di droga. Rimasi scioccata a guardare il povero ragazzo davanti a me finché non disse:

"Nessuno di noi tre vuole che tu ti faccia male Brooklyn, ma non possiamo proteggerti tutto il tempo lo sai questo?"

Non sapevo esattamente quanto mi fossi immischiata, i clienti mi avevano vista e sicuramente gli aggressori, ormai sapevo e Pearson non mi avrebbe fatto andare via tranquillamente, e non sapevo nemmeno chi fossero gli altri due ragazzi o perché mi proteggessero ma ne ero grata.

Circa un paio di minuti dopo io e Louis avevamo finito di pulire, avevo scoperto che era proprio una bella persona proprio come lo era stato con Ambra, mi stava raccontando di com'erano i suoi genitori quando la porta si aprì io mi spaventai e corsi subito dietro Louis, ma quando lo vidi rilassarsi capii che doveva essere quel ragazzo che aveva chiamato Niall. Guardai verso la porta ma non vidi solo una persona bensì due, un biondino con la faccia angelica e il ragazzo riccio con la croce sulla mano, incrociai finalmente il suo sguardo e li vidi. Il riccio e occhi smeraldo erano la stessa persona. Rimasi a guardarli assorta, era bellissimo.

"Niall perché cazzo hai chiamato Harry" Louis era veramente incazzato e il ragazzo biondo cominciò a giustificarsi, ipotizzai che lui fosse Niall, mentre il riccio che a quanto pare si chiamava Harry mi stava ancora guardando.

"Basta, state zitti, ormai sono qui ed è ora che le spieghi tutto, visto come stanno le cose ha bisogno di sapere" Harry parlò ma non mi staccava gli occhi di dosso. Sapevo che si riferiva a me ma non capivo di cosa stava parlando.

"Ragazzi apprezzo che vi preoccupiate ma dovete dirmi che ca ..." mentre parlavo il mio telefono iniziò a squillare, era Ambra.

"B devi venire subito a casa, è entrato qualcuno e non lo so oddio la casa è completamente, insomma la cucina, le nostre camere è tutto sotto sopra" Ambra tremava ed era impaurita

"Arrivo subito" e riattaccai

"Non so che cazzo sta succedendo , non so che cazzo devo sapere ma so che siete gli unici di cui mi possa fidare ora e la mia coinquilina ha trovato la casa distrutta perciò muovete e il culo e venite con me perché dopo quello che è fottutamente successo, Louis, non ho intenzione di andare da sola" stavo urlando e per poco non piansi, i ragazzi mi guardarono sconvolta ma si ripresero subito e uscimmo dal bar.

Harry mi fermò e mi guardo negli occhi, mi stava scrutando, il suo sguardo era pesante e carico di emozione ma non capivo perché così parlai:

"Chi sei tu?" dissi

"Tu sai chi sono Lyn, devi solo ricordare"

E si incamminò lasciandomi con questa sensazione di vuoto misto a paura che sapevo di aver già provato prima.

Lyn.

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Hi readers, spero che la storia vi stia piacendo.

Kisses and Kindness

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