CHAPTER 3

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Stavo tornando a casa quando m' imbattei in una ragazza, era seduta su un pianerottolo e piangeva. Inizialmente pensai di proseguire, ma poi la guardai, aveva l'aria distrutta sicuramente le era successo qualcosa di molto grave e di certo non potevo rimanere indifferente.

Mi sedetti accanto a lei senza che se ne accorgesse, aveva la testa poggiata tra le mani e singhiozzava affannosamente, si capiva che stava piangendo da molto.

"Hei, che succede?" le dissi dolcemente sperando che non mi rifiutasse.

Lei non parlò, mi guardò semplicemente con gli occhi gonfi e disperati, la tristezza era palese, mi dispaceva moltissimo per lei.  All'improvviso mi abbracciò e io istintivamente ricambiai in silenzio, dopo circa una decina di minuti si riprese e alla fine parlò:

"Scusami, sei stata così gentile e avevo davvero bisogno di un abbraccio."

"Ma figurati, mi chiamo Brooklyn comunque e se vuoi puoi parlare con me, tranquilla" le risposi prontamente.

Fu così che si presentò, si chiamava Ambra e viveva con il suo ragazzo che si era rivelato essere un drogato con i vizio delle scommesse, lei se n'è andata di casa perchè non ne poteva più. I suoi genitori sono morti in un incidente quando era piccola ed ha sempre vissuto con la nonna, morta anche lei da poco. Era sola proprio come me, l'unica differenza è che non aveva un posto dove stare e una famiglia a cui affidarsi. Le proposi di stare da me almeno per stanotte ma dovetti insistere più volte perchè accettasse, non so se non si fidasse o se non volesse pesarmi.

"Grazie Brooklyn ma non dovresti, voglio dire nemmeno mi conosci. Perchè mi stai aiutando?" aveva uno strano tono, quasi sospresa del fatto che fossi così disponibile, non ci feci caso.

"Perchè anch'io ho avuto un totale stronzo come ragazzo e come te sono sola qui, quindi non ti lascerò certo per strada a piangere." le dissi

Fu così che la convinsi, ci stavamo dando il beneficio del dubbio a vicenda, ma volevo veramente aiutarla.

Una volta a casa le prestai dei vestiti e la invitai a fare una doccia, così fece ed io preparai un the caldo, avevo intenzione di conoscerla meglio.

Passammo inaspettatamente l'intera notte a chiacchierare, ci raccontammo molto a vicenda e scoprii sempre più che era una ragazza veramente stupenda e molto simile a me. In fondo non volevo che se ne andasse, con lei intorno mi sentivo meno sola e mi piace credere che così fosse anche per lei. Avevamo entrambe un gran bisogno l'una dell'altra ma ancora non lo sapevamo.

Con questo pensiero mi addormentai sognando quegli inquietanti occhi verdi.

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