- Adesso gli chiedi di cambiare direzione con un mezzo spin e vieni da me al passo - Mayte e Amir eseguirono - Fermi. Bravi tutti e due. La mamma è venuta a parlarmi, prima, Mayte. Dice che ti vede nervosa, che hai ricominciato a mangiare pochissimo, e mi ha chiesto se io sapessi qualcosa. Non puoi continuare a nasconderti, lo dico per te.
- E' vero. Mi sono accorta di essere scostante, in questi giorni, e ho quasi sempre lo stomaco contratto dal nervoso. Mi sta facendo male allontanarmi dalle mie due compagne, lo devo ammettere. Mi trovavo così bene, con loro. Possibile che non capiscano? O hanno finto per due anni?
- Perché non racconti qualcosa alla mamma?
- Tanto non si tratta più di bullismo - mormorò a bassa voce, osservando il collo del cavallo. La sua istruttrice le rivolse uno sguardo che significava che questa risposta non era sufficiente - E va bene. Temo che "non voglio darle altro a cui pensare" non sia una risposta sincera - alzò lo sguardo - Dani, questa non te l'ho mai raccontata. Ricordi quando andavo alle medie?
- E come potrei dimenticarmene? - Sospirò lei.
- Ecco, finita la terza, nei mesi seguenti, mia madre ha continuato a comportarsi normalmente con i genitori dei miei compagni, come se nulla fosse accaduto. Posso comprendere il saluto, cosa che io però non riesco ancora a fare, con loro. Non gli attribuisco meno colpe, rispetto ai figli. Possibile che in tre anni non siate riusciti a correggerli? Non ho mai preteso che diventassimo amici, chiedevo solo un minimo di rispetto! Se io mi fossi comportata come loro, i miei giustamente non me l'avrebbero fatta passare liscia. Mamma, cosa significa ridere e scherzare con la madre di quella che mi ha chiusa nei bagni? Oppure invitare a casa, con me presente, la madre del compagno che, durante una gita, mi tirava i sassolini in faccia? Al suo posto, io avrei tagliato i rapporti con tutti, dopo aver detto loro quello che pensavo. Mamma, da che parte stai? Ecco il vero motivo per cui non le ho più raccontato niente, da quando sono alle superiori - entrambe avevano le lacrime agli occhi.
- Questa società mi fa schifo. Siamo in un inferno, e possiamo scegliere di rimanerci, oppure combattere per uscirne. Combatti sempre, non ti arrendere mai.
- Questo sarà l'ultimo lavoro che vi chiederò, per quest'anno, dopo interrogherò solo chi ha la media insufficiente, o chi la vuole alzare. Allora, vi ho messi a coppie, e dovrete svolgere una ricerca su uno degli autori studiati quest'anno. Ovviamente, con ALTRE informazioni, rispetto a quelle che avete sul libro - la professoressa Austen si sedette in cattedra. Era sua abitudine rimanere in piedi, quando doveva comunicare qualcosa ai suoi alunni. Prese un foglio dalla sua agenda, e cominciò a leggere i nomi delle coppie.
- Starlyn - Snyder...
Mayte si alzò in piedi - No! - Esclamò sbattendo la mano sul banco - Mi rifiuto. Mi metta un'insufficienza, mi mandi dalla preside, faccia quello che vuole. Io non lavoro con una persona alla quale ora andrei bene solo perché le farei prendere un bel voto, ma subito dopo sarebbe la prima a disprezzarmi, e a far di tutto affinché io venga esclusa dagli altri!
- Ha ragione. Ci sono troppi ipocriti, in questa classe - la voce che proveniva dal fondo dell'aula era di Leila.
La prof rimase quasi impassibile - Snyder siediti. Leila, fai silenzio.
Mayte si sedette, e abbassò il tono della voce, tanto che nessuno osò parlare, per ascoltarla - E' una vita che vengo schiacciata, adesso sono stanca. E' troppo, chiedere un po' di rispetto, chiedere che le cose mi vengano dette in faccia? E vi prego, non costringetemi a fare nomi, vorrei solo chiedere a qualcuno dei presenti di riflettere sul proprio comportamento, e domandarsi se è questo che vuole veramente - traspariva dolore, dalla sua voce.
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KEEP YOUR HEAD UP
General FictionSeguito di Butterfly. "Siamo all'inferno adesso e possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce"