II

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Il ragazzo misterioso si era avvicinato alla finestra, permettendo alla luce di illuminare i suoi tratti delicati. Taehyung a quel punto si permise di analizzarlo meglio, ripresosi leggermente dallo shock di quell'improvviso e disarmante sorriso. Il biondo aveva gli occhi piccoli ed estremamente affilati, ingentiliti dal suo sguardo dolce e vivace, un naso dritto e leggermente largo che comunque aiutava a rendere il suo volto ancora più grazioso e giovanile. Ma quello che attirò di più la sua attenzione furono le sue labbra: così carnose e rosse, schiuse a formare una delicatissima forma a cuore.

"Ciao."

Taehyung tentennò un istante, destabilizzato dall'improvviso saluto del ragazzo che stava contemplando in silenzio da troppo tempo per non essere palese.

"Ciao" rispose con una voce tremolante che si chiese sinceramente da dove fosse uscita.

"Immagino sia strano. Avere un vicino, intendo" continuò il ragazzo misterioso, alludendo allo sguardo di Taehyung che continuava a fissarlo come se avesse due teste. In realtà, pensò il moro, una testa basta e avanza. Si diede una scossa, intimandosi mentalmente di non fare il cretino e, schiarendosi la voce, azzardò una risposta.

"No, cioè, sì un po' lo è! Vivo qui da anni e nessuno ha mai affittato questo appartamento... non mi sarei mai aspettato qualcuno come te."

Bravo Taehyung, ora puoi candidarti come vicino più scorbutico dell'anno insieme al marito della signora Choi che buca i palloni da calcio ai bambini. Si colpì mentalmente da solo.

Ma nonostante non se lo aspettasse, il nuovo vicino rise. E rise in un modo così adorabile che per poco Taehyung non cadde dalla finestra. Aveva portato la mano ingioiellata al viso, coprendosi la bocca con la manica della felpa grigio scuro troppo grande per lui e i suoi occhi si erano praticamente chiusi, formando due adorabili mezzelune a sormontare le guance paffute.

"Spiacente di non essere una vecchina gobba con cinque gatti, allora!" rispose il biondo tra una risata e l'altra. Probabilmente aveva notato che quello non era un quartiere particolarmente giovane. Taehyung si affrettò a scuotere le mani in avanti con occhi sbarrati.

"No no, per carità! Ne ho fin sopra i capelli di vecchie e gatti. Tu sei decisamente meglio."

Non fece in tempo a maledire la sua linguaccia che quella mattina aveva deciso evidentemente di boicottarlo e di renderlo l'essere umano momentaneamente più stupido sulla faccia del pianeta, che lo sconosciuto piegò la testa di lato e sorrise.

"Quella è la tua stanza?" chiese il biondo indicando con un cenno nella direzione di Taehyung, che subito annuì con un mezzo sorriso.

"È stata la mia prima scelta non appena ho visto il soffitto e il tetto qui fuori."

Finalmente una risposta carina che non ti faccia sembrare un cerebroleso, bravo Tae.

"Per me è stata la stessa cosa. Fortunatamente non ho dovuto combattere molto, Jungkook sarebbe impazzito senza avere un bagno vicino alla stanza."

Taehyung si chiese mentalmente chi fosse Jungkook. Evidentemente il suo coinquilino, ma un qualcosa gli fece storcere leggermente il naso.

"Comunque, io sono Jimin."

Lo sconosciuto si stava presentando, ora aveva un nome. Un nome tanto dolce quanto il suo aspetto. Jimin si era sporto di più dalla finestra, allungando la mano verso l'altro.

"Taehyung" Rispose il moro allungandosi a sua volta e stringendo la mano del biondo. Per un secondo di troppo lo guardò negli occhi e rimase lì, imbambolato davanti alla finestra anche quando Jimin si congedò dicendo qualcosa che Taehyung non comprese ma a cui rispose con sguardo ebete e un cenno del capo. Fu Jin a risvegliarlo dal suo trance, entrando nella stanza urlando qualcosa riguardo il cesto dei panni sporchi.

I sogni nascono sui tettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora