La vita all'ultimo piano di quell'anonimo condominio di periferia era ormai del tutto diversa. Dal momento in cui quei due sconosciuti e affascinanti ragazzi di Busan avevano in qualche modo intrecciato le loro vite a quelle dei loro tranquilli e pacati vicini, tutto sembrava aver preso una piega diversa. Taehyung osservava quel cambiamento ogni giorno. Lo osservava nel corpo addormentato di Jimin accanto al suo, nello sguardo incredibilmente morbido di Yoongi tutte le volte che Jungkook gli sussurrava qualcosa all'orecchio, nell'espressione orgogliosa di Seokjin che guardava la sua nuova famiglia riunita attorno al suo cibo la domenica. Anche quella sera, un comune giovedì sera, Taehyung aveva osservato Seokjin fluttuare da un lato all'altro della cucina come se l'anello che sfoggiava al dito gli avesse tolto dalla schiena un enorme peso. Quando aveva assistito alla proposta di Namjoon, il piccolo di casa si era commosso, vedendo coronati in quelle parole tutti i suoi sogni. Aveva guardato Jimin, in quel momento, trovandolo ancora più bello illuminato da quell'espressione estasiata e sorpresa, con la piccola mano a coprire la bocca semiaperta. Aveva pensato che magari un giorno sarebbe capitato anche a lui un amore così, e non aveva potuto scacciare da sé il pensiero che, forse, sarebbe potuto essere proprio con quel ragazzo.Quel giorno Seokjin aveva portato a casa dal ristorante, per cena, del buonissimo stufato di kimchi. Namjoon ne era stato così felice che aveva passato il quarto d'ora immediatamente successivo al rientro del suo ragazzo a baciarlo compulsivamente, facendolo ridere. Taehyung invece aveva pensato solo che quello era uno dei piatti preferiti di Jimin, ancora bloccato alla scuola di danza.
Anche dopo aver finito di mangiare, adesso seduto a gambe incrociate sul suo letto, Taehyung pensava a quanto fosse ingiusta quella lontananza. Pensiero abbondantemente rinforzato dai continui messaggi di Jungkook che si premurava di inviargli foto di Yoongi, prima intento ad addentare un panino più grande della sua faccia, poi sporco di panna del gelato, poi ancora seduto su una panchina del parco. Jungkook, abbandonando Jimin da solo al suo lavoro, lo aveva derubato di una serata che era sua di diritto. Impegnato a borbottare contro il proprio cellulare, Taehyung non si era reso conto che l'oggetto dei suoi desideri si era appena affacciato alla sua finestra, e lo osservava con aria divertita.
"Hai litigato con qualcuno, per caso?"
La sua voce lo fece sobbalzare, procurandogli un piccolo ma piacevole singulto.
"Jiminie." Disse quasi più a sé stesso, osservando l'altro entrare finalmente nella sua stanza dalla finestra lasciata preventivamente aperta.
Il biondo lo raggiunse sul letto, mettendosi in ginocchio accanto a lui e lasciandogli un dolce ma lungo bacio sulle labbra. Quando si staccarono, Taehyung impiegò qualche secondo a riprendere il pieno controllo di sé stesso.
"Allora? Perché quel muso lungo?" gli chiese Jimin, sorridendo con la sua solita dolcezza mentre gli sistemava i capelli sulla fronte.
Sinceramente? Taehyung non lo ricordava. Nell'esatto momento in cui aveva sentito la sua voce, tutto il resto era inevitabilmente passato in secondo piano. Il malumore, l'irritazione, il fastidio. Neanche lui, forse, era ben coscio del perché si fosse sentito in quel modo. Dietro al broncio da bambino capriccioso, Taehyung celava tutto quello che aveva paura di pensare, tutto quello che non avrebbe mai ammesso. Le sue paure correvano in circolo, come piccole e martellanti ossessioni. Come quella sibilante vocina che all'orecchio ti sussurra che non sarai mai abbastanza. Quando Jimin era con lui, nessuna paura era lì a tormentarlo. Jimin era come una potente luce, il faro di un sicurissimo porto. Quando Jimin c'era, i demoni non si azzardavano a dire nulla. Ma dove la luce non arriva, l'ombra è sempre un po' più scura del normale, un po' più spaventosa, un po' più infida. Taehyung non aveva mai avuto paura del buio. Mai nella sua vita c'era stata una luce tanto brillante da lasciare dietro di sé un buio tale da doverne avere paura. Nulla prima, aveva mai brillato come brillava Jimin. Senza le stelle, la notte è più buia. Ma senza la luna, la notte è totale.
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I sogni nascono sui tetti
FanfictionI sogni nascono di notte, nascono sui tetti. Pezzi di stelle caduti dal cielo, i sogni. "Non amare un sogno stanotte, ama me, che sono di carne. Sogna me, per tutte le notti che verranno. Sogna di amarmi e fallo per sempre. Amami mentre sogni e fal...