VIII pt.2

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La sala della scuola di danza era gremita di persone che si affollavano attorno a loro, chi per complimentarsi chi per chiedere informazioni. In quel trambusto generale, Jungkook non aveva neanche avuto troppo tempo per pensare a Yoongi, disperso in chissà quale angolo e impegnato a far finta che l'altro non esistesse. Da quando si erano incontrati a casa di Seokjin prima dell'inizio dell'inaugurazione, il maggiore non si era dimostrato particolarmente interessato a Jungkook. Come ormai era di prassi che facesse, si era limitato a squadrarlo annoiato.

Jungkook, dal canto suo, avrebbe voluto cercarlo, avvicinarsi e stuzzicarlo un po'. Attirare la sua attenzione era diventata la sua maggiore ossessione da quel giorno al bar, da quando aveva potuto constatare quanto gli piacesse sentire Yoongi così vicino al suo viso.

In un momento di calma, il ragazzo iniziò a guardarsi attorno. Non fu difficile individuare Yoongi, seduto vicino al tavolo delle bevande. Sospettava che quella nel suo bicchiere non fosse affatto coca cola. Fece per avvicinarsi, ma una stretta attorno al suo polso lo costrinse a voltarsi, visibilmente infastidito. Hoseok, invece, lo guardava con espressione di rimprovero.

"Che stai facendo, hyung?" chiese il moro cercando di liberare il polso.

"Che sto facendo? Ti impedisco di mandare in fumo anche la più remota possibilità con il re dei vampiri." Rispose Hoseok con sguardo serio.

Jungkook si sciolse in una risata furba, di chi la sapeva lunga, guardando il maggiore con occhi accondiscendenti.

"Oh no, Hobi, non hai capito. È il nostro gioco capisci? A lui piace quando io-"

"No, fermati. Sei tu che non hai capito nulla." Lo interruppe bruscamente il rosso, trascinandolo in un angolo più appartato.

"Stavi per andare da lui perché è quello che fai di solito, giusto? Lui scappa e tu lo insegui. Sei un vero predatore, eh Jeon Jungkook?" chiese con un sottilissimo tono sarcastico che però non fu colto dalle arroganti e vanitose orecchie di Jungkook.

"Beh, sì. Lo sono. Lui è un gelido calcolatore ma se mi impegno di più cederà. Ne sono sic- Ahi!"

Un poderoso colpo alla nuca, ben assestato dal maggiore, interruppe nuovamente il suo discorso, costringendolo a massaggiarsi la parte lesa mentre si chiedeva cosa non andasse nel suo hyung quella sera.

"L'aria di Seoul ti ha rincretinito? Non mi dire che non ti sei accorto del gioco che sta facendo quel nano patinato. Lui vuole essere inseguito, Kook. Non è come con le altre persone che hai sedotto, loro hanno ceduto quando tu hai voluto che lo facessero."

Jungkook inarcò un sopracciglio, confuso.

"Oh andiamo! Yoongi non cederà alla tua insistenza da più figo del liceo! Stai facendo esattamente quello che lui vuole che tu faccia. Non sei un predatore ai suoi occhi, non lo stai seducendo. Gli stai andando dietro come un cagnolino con l'osso. È questo il gioco che lui sta facendo. E fidati che sta vincendo."

Le parole di Hoseok gli piovvero addosso come acqua gelata. Dall'ultimo incontro con il maggiore, Jungkook aveva capito che qualcosa non stava andando secondo i piani. Era chiaro che con Yoongi avrebbe dovuto faticare di più, uscire dal suo tracciato per sorprenderlo e rompere quel muro di superiorità altezzosa che si era costruito attorno. Era più che certo che continuando a stuzzicarlo, inseguirlo e corteggiarlo, l'altro avrebbe capitolato. Ma il discorso del rosso sembrava decisamente più sensato.

Gli atteggiamenti, gli sguardi, le parole prima velenose e poi suadenti di Yoongi acquisirono un nuovo significato. Yoongi non aveva mai visto Jungkook come un predatore, come qualcuno da cui scappare. Per Yoongi, Jungkook era una vittima da tirare nella sua tela, qualcuno da cui farsi inseguire all'infinito. All'infinito o fino a quando non si fosse stancato delle sue lusinghe e attenzioni. E di certo Jungkook non avrebbe mai vinto se avesse continuato a dargli ciò che voleva.

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