Taehyung si stava sistemando i capelli davanti allo specchio da circa un quarto d'ora quando un urlo animale lo costrinse a lanciarsi fuori dal bagno senza pantaloni e con ancora la camicia slacciata. La scena davanti a sé lo paralizzò, gelandolo sulla porta della cucina.Seokjin ancora urlava, inferocito, colpendo il povero Namjoon sulla schiena. Taehyung non ci mise molto a capire il motivo di quell'aggressione fisica. Il castano aveva la bocca piena, una delle scatole del rinfresco portate dal ristorante era ora aperta sul tavolo e ormai mezza vuota. Il delitto doveva essere avvenuto mentre Jin era in camera a prepararsi, uno dei pochi momenti in cui non sorvegliava il cibo come un soldato nord coreano sorveglia il confine. E Namjoon ne aveva approfittato per colpire, sottovalutando i sensi da ragno del suo fidanzato che probabilmente aveva percepito il pericolo attraverso le pareti, cogliendolo così in flagranza di reato.
"Aish Kim Namjoon! Dimmi come hai fatto a mangiare venti tartine in cinque minuti? Non ti nutro abbastanza per caso, eh?"
Nel tentativo di salvare il suo coinquilino dalla presa assassina dell'altro ragazzo, Taehyung avanzò e chiuse la scatola delle tartine avanzate, poi bloccò il polso di Seokjin.
"Hyung, dai. Sono solo delle tartine, ne hai fatte talmente tante che Jimin e Jungkook potranno mangiarle anche per le prossime settimane. Sai che Namjoon hyung è goloso e ama la tua cucina." Disse con tono dolce e mellifluo.
"Esatto, amo la tua cucina!" aggiunse Namjoon, con la bocca ancora piena, cercando di rabbonirlo.
Seokjin abbassò le braccia ma non addolcì lo sguardo, fulminando entrambi sul posto.
"Vado a finire di prepararmi. Vi avverto che so le quantità di cibo contenuto in ogni singola scatola. E tu Taehyung, per l'amor del cielo, vuoi metterti dei pantaloni addosso o no? Jimin e Jungkook saranno qui a momenti per portare tutto in auto!"
Così dicendo uscì dalla cucina, raggiungendo la sua camera a passo di carica. Dopo essersi assicurato che Namjoon stesse bene, anche Taehyung tornò a sistemarsi.
Guardandosi per l'ennesima volta allo specchio, decise di arrendersi per quanto riguardava i capelli, lasciando che la frangia mora ricadesse scomposta sugli occhi.
Forse dovrei tagliarli.
Salì le scale per raggiungere la sua stanza, allacciandosi al contempo i bottoni della camicia nera con lo scollo profondo che aveva deciso di indossare dopo ore di indecisione e ansia ingiustificata. Quel pomeriggio Taehyung era tornato sedicenne, seduto in mutande sul letto lamentandosi di non avere nulla da indossare per fare colpo sulla sua cotta. Eppure Taehyung non aveva sedici anni e non avrebbe dovuto badare a cose così futili, ma la tentazione di voler lasciare Jimin senza fiato era tanta.
Il giorno dell'inaugurazione era arrivato in fretta e lui non se ne era neanche reso conto. Era stato impegnato, ogni giorno. Lui e Jimin erano usciti spesso, vedendosi nelle pause dal lavoro al ristorante o nei momenti liberi del biondo. La sera continuavano a vedersi sul tetto della mansarda, o in camera di Taehyung. Si baciavano a lungo e parlavano anche di più.
Poi Jimin ballava e Taehyung sorrideva.
Quel sabato invece non si erano ancora visti. Per quanto fosse sciocco, il moro non poteva negare che l'altro gli mancasse. Voleva vederlo e, magari, stupirlo. Per quel motivo aveva passato più di due ore a scegliere cosa indossare, giungendo poi all'esasperata conclusione che una camicia di raso nero e dei pantaloni aderenti dello stesso colore sarebbero stati sufficienti.
Fece giusto in tempo a sistemare la camicia dentro i pantaloni e ad allacciare la cintura dalla fibbia prepotentemente dorata che un fischio alle sue spalle lo fece voltare. Jimin era poggiato al davanzale della sua finestra aperta, entrato nella stanza del moro silenzioso come un gatto, e scrutava la sua figura con sguardo interessato. Mantenendo le movenze feline, avanzò e Taehyung gli sorrise. Si prese il tempo necessario per ricambiare lo sguardo di Jimin e osservare ogni millimetro del suo corpo invitante. Indossava una blusa bianca, che cadeva morbida fino al gomito e lasciava scoperte le clavicole e parte delle spalle, sistemata all'interno di un paio di pantaloni di pelle nera che fasciavano fin troppo bene le sue gambe toniche. Al collo, un sottile laccetto nero fece vorticare i pensieri di Taehyung senza pudore.
STAI LEGGENDO
I sogni nascono sui tetti
FanficI sogni nascono di notte, nascono sui tetti. Pezzi di stelle caduti dal cielo, i sogni. "Non amare un sogno stanotte, ama me, che sono di carne. Sogna me, per tutte le notti che verranno. Sogna di amarmi e fallo per sempre. Amami mentre sogni e fal...