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Non appena le porte dell'ascensore si chiusero davanti a loro, Jungkook non riuscì a reprimere un sorriso spontaneo dinanzi all'espressione profondamente infastidita del maggiore. Lo trovava adorabile, con quello sguardo forzatamente apatico e le labbra increspate dal disappunto. Un'espressione del genere non si adattava al suo visetto tondo e infantile, così giovanile che Jungkook non si capacitava di come potesse essere un suo hyung. Yoongi era minuto, forse leggermente più alto di Jimin, e quei capelli scuri si sposavano con la pelle diafana e quasi del tutto priva di imperfezioni. Il minore non aveva mentito quando aveva detto di voler scoprire fino a dove arrivasse quella pelle così bianca.

"Hai deciso che mi seguirai ovunque, adesso?" chiese Yoongi senza degnarlo di uno sguardo mentre l'ascensore iniziava a scendere.

"In realtà hyung, io stavo già uscendo. Sei tu che hai deciso di venire qui, casualmente, proprio questa mattina."

Jungkook non era uno sprovveduto, aveva sempre avuto una certa tendenza a saper leggere le persone. Yoongi non era lì per caso. In realtà sembrava il tipo di persona che non avrebbe mai lasciato nulla al caso. Tutto di lui era abilmente e accuratamente studiato, ogni sua espressione, ogni sua risposta piccata. Tutto era costruito ad arte per alimentare quel personaggio che aveva deciso, chissà per quale motivo, di interpretare. Jungkook era pronto a giurare che persino il suo abbigliamento fosse studiato per farsi notare ed ammirare.

Quando le porte si aprirono, Yoongi scese per primo e tirò fuori dalla tasca del giacchetto di jeans le chiavi dell'auto mentre si avviava verso il portone del palazzo. Jungkook sospirò, consapevole che avrebbe dovuto combattere ancora a lungo. Con una corsetta di pochi passi gli si parò davanti, sbarrandogli la strada e guadagnandosi l'ennesimo sguardo torvo.

"Visto che ormai siamo qui, vieni a fare colazione con me. C'è una caffetteria che fa delle buonissime ciambelle qui all'angolo."

Optò per la decisione, Yoongi non gli sembrava il tipo da convenevoli e frivolezze. Ma forse era il tipo da ciambelle.

Tutti amano le ciambelle, no?

"Spero tu stia scherzando, Jeon Jungkook." Lo gelò così il maggiore, scartandolo rapidamente e uscendo sulla strada.

Kook lo seguì all'esterno, sorridendo a quella reazione che ovviamente si era già immaginato. Prima che potesse pensare alla prossima mossa, il suo cellulare squillò mostrando il numero di Hoseok, amico di vecchia data suo e di Jimin. In quel momento un'idea iniziò a prendere vita nella sua mente insieme a un sorriso furbo che si formava sulle sue labbra.

"Pronto, Hoseok hyung! Come stai? Ti stavo proprio per chiamare... ho una voglia pazzesca di andare a fare colazione. Visto che sono solo ti va di raggiungermi? Mi manchi, hyung."

Si assicurò di parlare a voce alta, abbastanza da farsi sentire dal moretto che aveva iniziato ad incamminarsi verso la macchina. Non fece quasi in tempo a terminare la frase che il ragazzo davanti a lui si voltò con sguardo omicida e tornò indietro. Gli tolse il telefono dalle mani e attaccò prima di puntare gli occhi nei suoi.

"Offri tu." Disse senza fare una piega, dopo aver stroncato le domande confuse di Hoseok che chiedeva come avrebbe potuto raggiungerlo per la colazione da Busan e se per caso non fosse ubriaco.

E quindi è così che ti piace giocare, eh Min Yoongi?

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La strana coppia si era da poco accomodata a uno dei tavolini della caffetteria. Nel tragitto, nonostante fossero pochi metri, non avevano proferito parola, limitandosi a camminare uno accanto all'altro. Yoongi aveva accettato l'invito del minore solo nel momento in cui pensava che questi lo stesse per sostituire con un altro fantomatico hyung. Quello che però non sapeva, era che Hoseok si trovava a Busan e di certo non avrebbe mai potuto raggiungere Jungkook per fare colazione insieme.

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