Shawn suonò il campanello. Si passò una mano fra i capelli nel tentativo di sistemarli meglio. Sollevò la carta stagnola avvolta intorno al piatto che teneva in mano per sbirciarci sotto; un profumino delizioso raggiunse le sue narici. I muffin che aveva preparato erano intatti, ancora tiepidi e soprattutto avevano un'aria gustosa. Compiaciuto della propria guida eccellente che aveva preservato il bell'aspetto dei dolcetti, richiuse la stagnola e involontariamente gonfiò il petto.
Speriamo gli piacciano
La voce metallica di Axel chiese chi fosse, e Shawn sorrise alla telecamera pronunciando un "io" squillante.
Con uno scatto il cancello si aprì e il ragazzo passò, facendo attenzione a non rovesciare il suo piatto.
Entrò in casa, ma non vide subito Axel. Poggiò i muffin sul tavolino vicino all'ingresso e si tolse le scarpe.
<<Ciao, Axel!>> salutò allegramente.
<<Ti ho portato una sorpresina!>>
Non vedendo il suo amato, aggiunse:<<Sei forse in bagno?>>
Nessuna risposta.
<<Axel?>> chiamò di nuovo, controllando che non fosse in cucina. Poi si avvicinò alla porta del bagno e bussò.
<<Ax? Tutto bene?>>
<<Sì, sì scusami, arrivo>>
La tristezza nel tono della sua voce era palpabile; Shawn avrebbe quasi detto che avesse pianto. Un rumore molto simile a quello di chi tira su con il naso fece crescere i suoi sospetti.
Finalmente, Axel uscì dal bagno. Aveva gli occhi rossi e gonfi e le guance parevano umide.
Shaw lo guardò preoccupato.
<<Che hai, Ax?>>
Fece un passo verso di lui e gli posò una mano sul viso, asciugando con il pollice una lacrima che aveva ripreso a scivolare nonostante il tentativo di contegno del ragazzo.
Axel sospirò e fu scosso da un brivido. Shawn gli strinse la spalla con l'altra mano.
<<Hey>>
<<Mi dispiace>> mormorò Axel.
<<Scusami, eri venuto qui per passare del tempo piacevole e io lo sto rovinando>>
Shawn scossa la testa con un mezzo sorriso ironico.
<<Ma che dici, sono solo assurdità! Santo cielo Axel, vuoi dirmi perché piangi?>>
<<Speravo non mi capitasse di crollare così davanti a te>>
Axel si sedette sul pavimento, la testa fra le mani, seguito da Shawn, che gli poggiò una mano sulla gamba.
<<Ho paura, Shawn>> cominciò.
<<Di cosa?>>
<<Io...io non lo so>>
Respirò a fondo.
<<È tutto nella mia testa. Non mi fido più della mia mente>>
Shawn lo guardava con affetto e lo ascoltava con attenzione.
<<Non mi fido più dei miei pensieri. Mi scoppia la testa! A volte sto per addormentarmi e una vocina nella mia testa comincia a dubitare di tutto, a esaminare qualsiasi cosa all'infinito, qualsiasi dialogo che ho avuto o cosa successa, mette tutto in discussione alla ricerca di un segnale, di un qualcosa che non va e non riesco più a distinguere i pericoli veri da quelli immaginari, le cose vere da quelle prodotte dalla mia fantasia, e mi viene da impazzire! Non so più cosa penso, cosa sia reale o no->>
Un singhiozzo lo interruppe. Shawn gli accarezzò la gamba.
<<Axel, so cosa significa non fidarsi dei propri pensieri>>
Soffro di sdoppiamento della personalità, pensò automaticamente, senza però dirlo. Non voleva sminuire i problemi dell'altro.
Axel singhiozzò di nuovo.
<<Guarda cos'ho portato avanti per così tanto tempo credendo che fosse la cosa giusta. Cazzo, io credevo che fosse la cosa più giusta! E se, e se dovesse...d-dovesse succedere di nuovo, che mi convinca di un'idea totalmente sbagliata che a me appare come la migliore, e per portarla avanti stravolgessi di nuovo la mia vita, convincendomi che chi tenta di dissuadermi è per pura invidia->>
<<Hey>> lo interruppe Shawn, posandogli una mano sulla spalla.
<<Io sono qui. Sono reale. Mi vedi?>>
Prese la mano di Axel e la premette sul proprio petto.
<<Mi senti? Ci sono, sono qui con te. E non me ne vado, per nessuna ragione al mondo. Te lo giuro. Non sei solo>>
<<Non è quello il problema>> disse Axel. <<Non è quello...>> ripeté.
Axel riprese a piangere.
<<Posso abbracciarti?>> chiese Shawn, sempre attento a non infastidirlo.
Axel annuì, e premette il viso sul collo del fidanzato, che lo abbracciò amorevolmente, accarezzandogli i capelli. Sentiva le sue lacrime bagnarlo.
Rimasero così alcuni minuti. Poi Axel si tirò su e guardò Shawn.
<<Vuoi un fazzoletto?>>
Axel annuì ancora, e Shawn gliene diede uno.
<<Shawn, ho paura di fare un'altra cazzata del genere. Ho paura che nessuno si fidi di me. E ho paura di un altro milione di cose, non lo so, Shawn, non so spiegarmi>>
<<Ax>> gli prese le mani. Lo guardò intensamente negli occhi, volendo essere sicuro di avere la sua attenzione.
<<Io mi fido di te, e so che non farai un'altra cazzata del genere. Capito? Io mi fido di te. E non è uno scherzo della tua mente. È la verità>>
<<Shawn...lo pensi davvero?>>
<<Ma certo Ax, certo che lo penso>>
Ci fu un attimo di silenzio.
<<Grazie>> sussurrò Axel.
Shawn lo strinse forte. Si sentiva veramente un lupo in quel momento, un lupo buono che protegge il suo tesoro più prezioso. Avvertiva il dolce dovere di sostenere Axel, e la piacevole sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto.
<<Vuoi un bacio?>> gli chiese poi.
<<...Sì>>
Shawn premette le labbra sulla fronte di Axel, e poi sulla sua bocca. Lo baciò dolcemente, cercando di confortarlo.
<<Ho una proposta>> esordì poi Shawn. <<Ora andiamo in soggiorno, ti metti sul divano, preparo qualcosa da bere e ci mangiamo uno dei miei muffin. Mmh?>>
Shawn sorrise cercando un'intesa, e Axel gli rispose con un altro sorrisino.
<<Mmh-mmh>>
Si alzarono in piedi e si spostarono in soggiorno.
Passarono il pomeriggio davanti a una tazza di cioccolata calda e dei muffin ai mirtilli, con il vento primaverile che scuoteva i rami degli alberi fuori dalla finestra, mentre Axel apriva ulteriormente il suo cuore a Shawn, il quale era ben contento di poter accudire il suo tenero amato.
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𝐆𝐨𝐮𝐟𝐮𝐛𝐮 || 𝐨𝐧𝐞-𝐬𝐡𝐨𝐭𝐬
FanfictionJust a bunch of ideas which I like to turn into one-shots