Controllo

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Il tempo passò davvero molto veloce, tra la routine di tutti giorni e qualche svago ogni tanto, era già arrivato il giorno delle semifinali. Ero così agitata, la volta precedente non avevo partecipato alla competizione ma quest'anno mi sentivo forte e pronta a tutto. Per un passo così importante mi avevano accompagnata i miei amici ed era venuto anche Victor, voleva scappare dalla persona che tanto lo tormentava. Si sedettero negli spalti che avevo riservato a loro vicino alla pista. Io mi avviai al camerino dove mi aspettava la mia insegnante. Salutai delle amiche e raggiunsi la mia postazione. La mia insegnante mi fece indossare un abito meraviglioso, era argento con un sacco di lustrini ed era molto sexy. Mi arricciò i capelli e fissò due ciocche laterali con delle mollette simili al vestito e lasciò cadere i riccioli sulle spalle.

Davanti all'entrata della pista incontrai il mio compagno e, dopo un "in bocca al lupo" ci chiamarono. Entrammo in pista, tutti iniziarono ad applaudire ma le uniche persone che sentivo erano quelle che mi avevano accompagnato. La musica partì e svolgemmo la coreografia in modo impeccabile, prendemmo un sacco di applausi e ce andammo salutando le persone entusiaste.

In camerino mi vennero a salutare tutti, stavamo aspettando i risultati e stappammo una bottiglia di champagne per festeggiare.

"Ringrazia di essere circondata da tutte queste persone che altrimenti quel vestito sarebbe già sul pavimento." - arrossii leggermente prima di sentir un'altra frase di Victor.

"Quel ballerino, ti viene dietro? Perché sono un po' geloso ma solo un po'." - gli tirai un piccolo pugnetto e gli diedi un bacio sulla guancia.

Dopo una mezz'ora ci richiamarono per premiare i partecipanti. Arrivammo ancora primi, avevamo passato la selezione e potevamo andare in finale. Ciò che avevo interrotto anni prima era ripreso e ora potevo fare solo passi in avanti. Nonostante tutta questa gioia dovevo tornare nella struttura, purtroppo nella mia situazione non potevo permettermi nemmeno un minuto di divertirmi, il permesso valeva solo per la gara e non per una eventuale festa dopo. Ero obbligata a tornare, ma non mi dava fastidio, ero troppo contenta per abbattermi e poi mi ero abituata a stare lì.

Dal giorno dopo ripresi le lezioni, finimmo il copione e le scene da comporre, ora dovevamo pensare a come girarle. I nostri amici si offrirono come attori e anche alcuni pazienti mi diedero la loro collaborazione. Avremmo iniziato a girare la settimana dopo, io e Monica dovevamo prima ispezionare le ambientazioni per capire i movimenti che avrebbe dovuto fare la videocamera, e dovevamo lasciare tempo agli attori di imparare le loro battute. Ci mettemmo un sacco di tempo a fare tutto, tra le prove per la finale, le cure e i miei studi non era molto facile trovare tempo disponibile. Sarei dovuta migliorare ma, man mano che le cure procedevano, mi sentivo sempre peggio. Non ne parlai a nessuno del mio male fisico, nè alla dottoressa nè a Monica. Intanto Victor continuava a ricevere le visite di non si sa chi. Ero stufa e volevo sapere, così chiesi alla mia amica di informarsi la prossima volta che lui sarebbe andato.

Il giorno dopo ancora chiesero di lui, senza farsi vedere Monica lo seguì.

"Li ho seguiti, devi stare tranquilla è solo suo fratello, vuole convincerlo a tornare a casa e a non sprecare altro tempo qui, è per questo che non lo vuole vedere."

"Meno male, pensavo fosse qualcosa di preoccupante ma si di non dovermi preoccupare, grazie."

Stavo meglio, mi ero agitata per niente, era solo un fratello che lo voleva riportare a casa.

Era ora di girare il corto e facemmo le prime riprese, tutti contribuirono in modo perfetto. Utilizzammo sette giorni per concludere il nostro lavoro, dovevamo solo montare il video e mandarlo all'accademia. Dopo pranzo non avevo nulla da fare quindi mi proposi per editare il video; era il mio campo di lavoro e Monica mi fece lavorare da sola, misi le cuffie e iniziai a lavorare. Mi piaceva molto lavorare da sola, potevo cantare e ballare mentre stavo al computer.

Avevo in mano il foglio con gli appunti da seguire e la canzone meravigliosa che stavo ascoltando era appena finita. L'app della musica si bloccò un istante e io sentii fuori dalla porta la voce di Monica. Fermai la musica che era appena partita per origliare, ma lasciai le cuffie in testa per far sembrare che io non potessi sentirli.

"Victor capisci che non puoi fare questo, cosa vuole quella da te? Lo sai che se Francesca la vede potrebbe avere una ricaduta, è pericoloso che lei venga qui."

"Lo so anche io che è pericoloso, ma è tornata e non ha intenzione di andarsene senza di me."

"E quale sarebbe il tuo piano?"

"Adesso è di là che mi aspetta, le parlerò e le dirò che, da adesso, sarò io ad andare da lei."

"Penso sia comunque pericoloso, voglio accompagnarti, non mi intrometterò nella conversazione ma voglio solo vedere."

"Va bene ma facciamo in fretta."

Non sapevo di cosa stessero parlando, non sapevo chi fosse quella lì ma avevo intenzione di scoprire chi fosse. Non mi cambiai nemmeno, rimasi in tuta e a piedi nudi, avrei sprecato troppo tempo a cambiare vestiti. Mi alzai e camminai. Rimasi indietro, non volevo che mi vedessero, gli avrei dato la possibilità di spiegarsi dopo. Arrivato in atrio Victor andò incontro a una ragazza, alta magra e davvero figa. Monica rimase indietro e io mi fermai vicino a lei ma in modo che non mi vedesse, io potevo ascoltare quello che si dicevano e, se fossi stata in silenzio, non mi avrebbe sentita nessuno. Lui iniziò a parlare con lei tenendola per le spalle e guardandola negli occhi. Improvvisamente lei gli saltò al collo e lo baciò. Rimasi pietrificata, era stato così carino con me  e mi aveva detto delle cose dolcissime ma aveva un'altra ragazza. Non ci potevo credere, ero così sconvolta che mi cadde il quaderno dalle mani. Fece un tonfo per terra e attirai l'attenzione di Monica e anche di Victor che, appena mi vide, cambiò espressione. Indietreggiai lentamente, Monica provò ad avvicinarsi a me e subito dopo anche Victor fece qualche passo nella mia direzione.

"S-scusate, non dovevo essere qui."

Me ne andai con passo veloce nascondendomi nella mensa, nessuno aveva provato a seguirmi.

Mi nascosi sotto il tavolo delle cuoche, a quell'ora non dovevano cucinare, era tutto libero. Sentii le lacrime che mi rigavano le guance e mi lasciai andare a un pianto soffocato. Mi sfogai e rimasi in silenzio accucciata, avrei dato la possibilità a Victor di spiegarsi. Poteva sempre essere una mia preoccupazione inutile, mi capitava spesso di ingigantire una situazione normale.

Feci un grande respiro e ritornai all'ingresso. Camminai verso Victor facendo dei respiri profondi.

"Eccomi, scusa se sono impazzita, non volevo origliare..."

"Ehi piccola, va tutto bene qui." - Victor mi fece un mezzo sorriso e iniziò a parlare con la ragazza che era affianco a lui.

"Piccola un cazzo...tu chi saresti scusa?"

"Sono Francesca, sto qui da ormai da tempo in cura."

"Oddio! Ma tu sei la famosa Francesca!? Una malata mentale che vuole sempre uccidere tutti?" - scoppiò in una grossa risata.

"Come scusa?!"

"Si! Victor mi ha parlato di te, è tornato solo perchè gli fai pena, tra non molto ce ne andremo da qui e potremo finalmente vivere insieme."

"Sei ti quella che fa pena tra noi, e poi lui può decidere per conto suo, non ha bisogno di una sorellina fastidiosa come te."

"Ahahahaha, non penserai mica che io sia sua sorella? Sei proprio malata, io sono la fidanzata e noi stavamo per comprare una casa prima che lui finisse qui."

Silenzio, pensavo che provasse qualcosa per me, invece aveva un'altra.

The Mental PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora