Ricordi

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Francesca

Appena Victor mise un piede fuori dalla camera Monica corse dentro e lo salutò chiudendo la porta. Si mise accanto al mio letto e iniziò a parlare a raffica. Mi aveva solo chiesto di andare ad una festa e lo conoscevo appena, ma Monica aveva già immaginato tutta la nostra vita insieme.

Monica ci mise trenta minuti solo per scegliere il suo vestito per la festa ma, quando toccò scegliere il mio, impiegammo delle ore. Tutti i vestiti che mi faceva provare erano meravigliosi ma per lei non erano abbastanza. Per tutta la durata delle prove mi fece indossare i tacchi, mi disse che ero deboluccia e che era da troppo che non li indossavo e che dovevo abituarmi in fretta e usarli quella sera.

Due ore, due lunghe ore impiegammo a scegliere un vestito e un paio di scarpe. Scelse un vestito con le paillettes argento per lei e uno rosa pastello per me. Il suo era una sorta di tubino mentre il mio aveva la gonna più ampia e svolazzante. Mi arricciò i capelli e mi feci una sottile riga di eyeliner sugli occhi. Ovviamente sulle labbra un bel rossetto rosso.

Mi guardavo allo specchio ma non riconoscevo la mia figura, sembrava che vivessi nel corpo di un'altra ragazza. Non capivo perchè Monica si fosse tanto impegnata per conciarmi in questo modo, era solo una festa di dimissioni mica un ballo reale.

La mia amica mi fece alzare e provò a farmi camminare da sola. Le mie gambe erano troppo deboli, dopo il coma e l'operazione mi avevano fatto alzare dal letto solo un paio di volte e per neanche dieci minuti. Facevo due passi e poi mi dovevo fermare, non avevo forza e non riuscivo a portare in giro il mio stesso peso, mi tremavano le gambe e dovevo appoggiarmi a qualcosa. Monica provò a portarmi a braccetto e la cosa sembrò funzionare bene. Ero dimagrita molto ed era facile per lei portarmi in giro, non pesavo niente. Era come una stampella.

Arrivammo davanti all'entrata della sala e vidi subito Victor in un bellissimo smoking. Monica gli si avvicinò all'orecchio e gli disse qualcosa, lui annuì e rispose che ci avrebbe pensato lui. Mi fecero aggrappare al suo braccio, era molto più forte di quello di Monica e riuscí a sostenermi con molta più facilità. Non mi lasciò andare mai, neanche per due secondi, penso perchè fosse troppo preoccupato che io potessi cadere per terra e rompermi.

Monica era venuta accompagnata da Federico e, insieme, si scatenavano sulla pista. Io e Victor eravamo seduti al tavolo e li guardavamo divertirsi.

"Vuoi ballare?"

"Con queste gambe non credo che riuscirei a fare nulla." - appoggiai il mento sulla mano guardando la pista piena di gente.

"Potrei avere un'idea...se ti va."

"Provare non costa nulla, perché non fare un tentativo?!"

Mi portò sulla pista e si mise davanti a me. Avevo un forte dolore ai piedi e queste scarpe non erano certo di aiuto.

"Guarda che se le scarpe ti fanno male le puoi anche togliere. Non serve che tu sia così composta con me."

"Non potrei mai, non voglio stare a contatto con il pavimento senza nulla in mezzo."

Misero un pezzo di salsa e iniziammo a ballare. Sentivo gli occhi di Monica addosso, rimase vigile e pronta a prendermi se mi fossero cedute le gambe, ma io sapevo che Victor non mi avrebbe mai fatta cadere. Amavo questo tipo di musica ma non lo avevo mai ballato prima d'ora.

"Sei ancora molto brava a ballare."

"Io? Ma se non ho mai ballato, si amo molto la musica latino americana ma non sono mica capace di ballarla!"

In quel momento lui si bloccò guardandomi fisso negli occhi.

"In che senso scusa? Sei una bravissima ballerina, abbiamo ballato insieme un paio di volte, hai fatto delle gare, non ti ricordi nemmeno questo!"

"Victor che ti succede, io non so ballare, il mio corpo si sta muovendo da solo!"

"Ma che cazzo stai dicendo, non sai più chi sei e ti sei scordata tutto dopo una stupida operazione, ma guardati, sei diversa! Prima eri una ragazza forte adesso sembri un gattino docile. A questo punto era meglio che tu non ti salvassi se dovevi vivere una vita non tua!"

Rimasi senza parole e mi staccai dal suo braccio. Monica corse subito a sorreggermi. Se ne andò senza aggiungere nulla, sembrava dispiaciuto. Mi sedetti al tavolo e mandai Monica a divertirsi con il suo cavaliere.

Rimasi lì per tutta la durata della festa. Man mano vedevo che le persone venivano a salutarmi e poi andavano via. La sala si svuotò e Monica mi chiese cosa volessi fare.

Decisi di rimanere ancora un po' da sola a schiarirmi le idee. Mi guardai intorno, avevano addirittura noleggiato un piano che non avevo nemmeno notato. Una delle poche cose che ricordavo di me era la capacità di suonare. Iniziai a muovere le dita sui tasti bianchi e a cantare, a voce bassa.

Qualcuno mi toccò la spalla. Quando mi girai vidi il volto di Victor.

"Senti mi dispiace per averti attaccato in quel modo. Non volevo certamente reagire così."

Non gli risposi nemmeno, ricominciai a suonare il piano.

"Rispondimi ti prego, ho bisogno di sapere cosa ne pensi."

Quando non sentii una risposta si mise a fissare la tastiera. Dopo aver guardato a lungo i miei movimenti iniziò a suonare affianco a me. Ero sorpresa del suo gesto e mi girai a guardarlo. Quando anche lui girò la testa, di scatto riguardai le mie dita.

Suonavamo spostando agilmente le dita sulla tastiera, quando le nostre mani si toccarono. Entrambi rimanemmo immobili con le mani ancora vicine. Ci guardammo negli occhi e l'unica cosa che ci venne da fare fu di baciarci.

Quel bacio fu così passionale, le sue mani scivolarono sui miei fianchi e mi strinsero forte, la sua lingua si fece strada nella mia bocca intrecciandosi con la mia. Sentivo un forte calore.
Quella sensazione mi sembrava familiare e, quando riaprii gli occhi mi ricordai tutto. Mi ricordaii di Victor, di tutta la mia storia e tornai la persona che ero prima.

"Victor, cosa succede? L'ultima cosa che ricordo è che sono svenuta prima dell'operazione."

"In che senso? Il coma e tutto il resto, possibile che tu sia confusa su questo?"

"E che fine ha fatto la mia allenatrice, non l'ho più vista dopo la mia ultima gara."

"Gara? Ti ricordi tutto?"

"Certo, ma di che stai parlando, dovrei ricordarmi chi sono no?!"

Mi abbracciò così forte che mi sentivo soffocare. Volle a tutti i costi portarmi da Monica e, quando mi alzai sentii un forte dolore dovuto dalle scarpe alte. Mi sedetti, mi tolsi le scarpe e le lanciai sul pavimento. Ero a piedi nudi e non me ne fregava un cazzo.

"Le scarpe mi fanno male, vengo a riprenderle dopo."

"Una ragazza con classe come te non potrebbe mai camminare a piedi nudi." - disse Victor facendo una risata.

"Ma io cammino come mi pare e dove mi pare!"

"Adesso si che ti riconosco!" - lo guardai con una espressione confusa ma mi disse di non preoccuparmi.

Entammo nella stanza di Monica e quando Victor le spiegò tutto con voce tremolante, corse ad abbracciarmi. Anche lei notò che non avevo le scarpe e si mise a ridere. Cosa avevano tutti con i miei piedi io boh.

The Mental PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora