✄XVII✄

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Jaebum pov.

Io e Jackson arrivammo a scuola in anticipo, cosa estremamente inusuale. Era già tanto se la frequentavamo.
Ci appoggiamo a degli armadietti per parlare del più e del meno intanto che aspettavamo gli altri nostri amici. Notai subito che c'era qualcosa che non andava nel mio amico, aveva un aria malinconica.

Nel corridoio calò il silenzio, come ogni volta che lui entrava. Tutti smettevano di fare quello che stavano facendo e si voltavano per guardarlo, chi perché provava attrazione, chi per gelosia pronto a cogliere ogni suo minimo errore. Questa volta ebbero la meglio proprio questi ultimi.
Con un sorriso Jinyoung si diresse verso di me, e con un tono abbastanza alto da essere sentito da tutti mi ferì di nuovo.
"Bummie~ ieri notte ti sei rivestito così in fretta che hai dimenticato la camicia in camera mia~"
Mi allungò la suddetta in modo che tutti la potessero vedere. Rimasi paralizzato sul posto, non sapevo cosa fare, cosa dire, questa volta mi aveva incastrato in una situazione ambigua, che sicuramente tutti avevano frainteso.
Si allontanò verso la sua classe, accompagnato dai mormorii degli altri studenti.
Mi girai verso Jackson, il suo sguardo era a dir poco infuriato, mi prese per il braccio e mi trascinò nel cortile della scuola, in un punto isolato.
Appena ci ritrovammo faccia a faccia notai i suoi occhi lucidi. Non sapevo cosa dire, e anche per lui era lo stesso.
Non usò le parole, mi colpì con un pugno ben assestato, che mi fece sanguinare il naso. Tentai invano di fermare il sangue con la camicia che stringevo ancora in mano.
"N-non è come sembra..." furono le uniche parole che mi uscirono dalla bocca.
"Non è come sembra dici?! Allora come me lo spieghi il fatto che lui avesse la tua camicia?! La camicia con ricamate le iniziali del tuo fottutissimo nome! Perché tra tutti proprio lui?! Non mi interessa chi vuoi fotterti, fallo con chi vuoi, ma non con lui. Non con la persona che odio più di tutti. Ma soprattutto, non con il ragazzo di Mark, hai idea di quznto starà male a sentirsi dire da tutta la scuola che il suo fidanzato se la fa con te alle sue spalle?!"
Lo lasciai sfogare rimanendo in silenzio, non lo potevo biasimare. In fondo a scuola nessuno aveva idea della connessione tra me e Jinyoung, non ne avevo mai parlato neanche con i miei amici.
Quando vidi che era un po' più tranquillo mi offrii di raccontargli tutta la verità, tutto quello che gli ho tenuto nascosto per tutti questi anni. Fortunatamente accettò, si vedeva che era fuori di se fin da prima, questa storia era solo la goccia che fece traboccare il vaso.

Durante tutte le lezioni Youngjae mi evitò, avrei dovuto chiarire anche con lui ma forse questo non era il momento più adatto.

Pomeriggio, finire le lezioni, mi ritrovai a vagare senza meta insieme a Jackson nel silenzio più imbarazzante che ci fosse mai stato tra noi.
Ci fermammo in un vicolo dove ci incontravamo spesso in passato, ci sedemmo su dei bancali rotti abbandonati al loro destino, e iniziai a raccontargli tutto. Gli raccontai che i nostri genitori erano soci e possedevano una grande azienda, che io e Jinyoung ci conoscevamo da tutta la vita e che un tempo eravamo grandi amici. Gli raccontai poi di quando in terza media capimmo di provare dei sentimenti più forti del semplice affetto tra due amici, ma che un anno fa ci eravamo lasciati perché lui credeva che l'avessi tradito. Gli spiegai che facemmo finta di non conoscerci a scuola per evitare che si vociferasse qualcosa che avrebbe potuto infangare le nostre famiglie.
Fui davvero felice di vedere che il mio amico mi accettò nonostante tutto quello che gli avevo nascosto. Anche se Jackson sembrava un ragazzo aggressivo, cattivo e menefreghista, in realtà era davvero gentile e sempre disponibile ad aiutare gli altri.
Ma anche lui aveva visibilmente bisogno di sfogarsi. Gli chiesi di raccontarmi cosa lo turbava tanto e lui mi assecondò.

Il giorno prima
Jackson pov.

Mi persi a guardare i lineamenti di Mark mentre parlava, ascoltai le sue parole senza seguire il discorso, la sua voce era come una musica meravigliosa, una di quelle di cui non ascolti il testo ma ti soffermi solo sul suono delle parole.
Improvvisamente si zittì e mi guardò scocciato, si alzò e tentai di bloccarlo.
"Dove vai?" Gli chiesi con un tono da cucciolo indifeso.
"In bagno" il suo tono era acido.
Lo seguii fino a dentro al bagno.
"Perché mi devi sempre seguire ovunque vado?"
"Ho bisogno di vederti. Ho bisogno di qualcuno come te che illumini le mie giornate" mi guardò disgustato, prese qualcosa dalla mensola affianco al lavandino e me lo lanciò. Presi l'oggetto al volo mentre lui mi spinse fuori dal bagno.
"Illuminati con quello" chiuse a chiave la porta del bagno lasciandomi fuori spaesato, guardai l'oggetto che avevo tra le mani, era il barattolino dell'illuminante.
Rimasi davanti alla porta per almeno mezz'ora, sentivo la sua voce parlare con qualcuno.
Appena uscì dal bagno gli chiesi con chi avesse parlato al telefono per tutto quel tempo.
"Mi dovevo scusare con Jinyoung per avergli dato buca. Se hai intenzione di continuare a non ascoltarmi me ne vado"
"Non andare"
Tornammo in sala e continuammo a lavorare al progetto.

✦нατє нiм-ℓσvє нiм✦ GOT7Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora