✄XXXIX✄

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Yugyeom pov.

Mi svegliai disturbato da un suono stridulo.
Aprii gli occhi infastidito, il suono non cessava.
Ci misi qualche secondo a rendermi conto di quale fosse la sua fonte. Era una sveglia.
Decisi di spegnerla per poter tornare a dormire, tentai di alzarmi ma un peso sul mio ventre mi fermò.
Rimasi sdraiato e abbassai lo sguardo, e non appena riconobbi la figura appoggiata a me non riuscii a trattenermi dal sorridere.
Lo scossi un po' per svegliarlo, e appena ci riuscii feci un finto broncio.
"Jacky~ avevi detto che saresti tornato a casa non appena mi fossi addormentato, e invece sei rimasto a dormire"
Jackson si strofinò gli occhi, spense la sveglia, e mi guardò sorridendo.
"Stai meglio adesso?"
Annuii, per poi rendermi conto di avere fame "andiamo a fare colazione"
Lui felice balzò in piedi e mi prese per mano, facendomi alzare a mia volta.
Ci dirigemmo in cucina, dove i miei genitori erano già seduti al tavolo intenti a mangiare.
Appena si accorsero della nostra presenza, mia mamma si alzò e disse "buongiorno ragazzi! Vi preparo subito la colazione~"
Jackson le sorrise cordialmente "non si preoccupi signora Kim, non c'è bisogno di scomodarsi"
Mio padre si intromise subito "questo è il minimo che possiamo fare per te. Sono proprio felice che Yugyeom abbia un amico talmente premuroso da rimanere a vegliarlo tutta la notte quando stava male"
Lui arrossì e rispose imbarazzato "non ho fatto niente di che..."
Ci sedemmo al tavolo, e dopo non molto mia madre ci portò il caffè e dei biscotti, che mangiammo senza fare storie.
Non appena finimmo mi rivolsi a Jackson "ci prepariamo per andare a scuola?"
Il suo sguardo si fece serio "meglio se resti a casa oggi, così puoi guarire completamente"
Lo guardai con un sopracciglio alzato "ma sto benissimo adesso, posso venirci senza problemi"
Mio padre si intromise di nuovo, come al soloto non sapeva stare zitto "Jackson ha ragione, meglio se rimani a casa anche oggi"
Lo guardai freddo e pensai 'vi piace tanto che Jackson sia mio amico, eh? Stravedete per lui, poveri stolti. Non avete la più pallida idea di ciò che succede alle vostre spalle...'
Sospirai rassegnato "e va bene. Andiamo in camera?" mi rivolsi di nuovo a Jackson, e lui in risposta annuì e si alzò, così tornammo in camera mia.
Quando entrammo chiusi la porta alle mie spalle e guardai arrabbiato il mio amico.
"Cos'era questa sceneggiata? Lo sai meglio di chiunque altro che non avevo la febbre ieri, e sai benissimo che sto bene ora"
Lui sospirò e si sedette sul letto "lo so che sei sobrio adesso. Ma cosa mi da la certezza che una volta a scuola non andrai a nasconderti in bagno a riempirti di alcool e droghe?"
Mi sedetti sulla sedia e gli lanciai addosso una matita "e questo quello che pensi di me?"
Lui schivò l'oggetto "non è così, e lo sai. Sei molto stressato in questo periodo, prenderti un giorno in più di pausa non ti farà di certo male. Lo sai come si dice, no? Lontano dagli occhi, lontano dal cuore"
Risi istericamente "tienitele per te queste stronzate"
Jackson sospirò nuovamente e si alzò "meglio che vada adesso, pomeriggio ti chiamo"
E senza aggiungere altro uscì dalla camera lasciandomi da solo con i miei pensieri.
Decisi di andare in sala a guardare un po' di televisione, nel frattempo in cui aspettavo di essere completamente solo.
Non ci volle molto, poco più di mezz'ora, prima che entrambi i miei genitori uscirono per andare al lavoro.
Appena la porta si chiuse scattati in piedi e tornai in camera.
Mi abbassai e allungai il braccio sotto il letto.
Da lì estrassi una scatoletta di metallo e una bottiglia.
Tornai in sala e stappai la bottiglia, bevendo a canna il suo contenuto, contorcendo leggermente il viso non appena il liquido mi bruciò in gola.
Aprii poi la scatoletta, rivelando la mia tanto amata polvere bianca.
Ne ero talmente assuefatto che mi bastarono pochi secondi per prepararla e poi aspirarla, ormai era di routine.
Mi lasciai cadere all'indietro a peso morto sul divano, e spostai lo sguardo sulle pareti della sala, soffermandomi su di una foto incorniciata che ritraeva me e i miei genitori più o meno una decina di anni prima.
Non riuscii a trattenermi dal ridere.
"Stupidi. Ingenui. Avidi"
Risi più forte.
"Ecco com'è davvero il vostro innocente figlioletto. Ecco il bambino prodigio che pensate di avere messo al mondo"
Una lacrima silenziosa solcò il mio viso.
"Questo è il vero me, il fallito che avete messo al mondo"


✦нατє нiм-ℓσvє нiм✦ GOT7Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora