Capitolo 12-Un Piano Geniale

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Nella vita i piani sono tutto.
Nei momenti difficili si può uscire vincenti da una situazione complicata attraverso dei buoni piani. E speravo vivamente che, quel piano ideato velocemente con Drake funzionasse. Non mi ero cambiata quella sera, ero dentro al mio letto vestita, poco distante da lì, c'era il mio ziano, pronto per essere preso al volo. Le altre dormivano, io no.
Io aspettavo.
D'un tratto udii un grandissimo tonfo, come se qualcuno avesse buttato giù la porta, infatti così era successo. La mia stanza era invasa da poliziotti con elmetto e giubbotto antiproiettile, puntavano nella nostra direzione delle pistole e delle torce, per illuminare il buio generato dalle luci spente della nostra camera.
"State ferme! Tutte ferme! Nessuna deve muoversi". Gli uomini di Pedro nel frattempo avevano caricato i fucili, erano entrati nella camera e avevano aperto il fuoco.
Mi nascosi sotto il letto, non mi resi conto che tra uno sparo e l'altro, mi ritrovai a pregare.
Pregavo per la mia vita, e per quella delle altre. Afferrai il mio zaino, e iniziai a strisciare sotto i letti della stanza. Arrivai vicino la porta che dava sul corridoio. C'era il caos, ma quella situazione mi avrebbe solo giovato. Dovevo aspettare il momento giusto per scappare silenziosamente.
Un poliziotto arrivò verso di me, sembrò quasi che mi avesse visto, ma Dimitri lo prese da dietro, i due iniziarono a lottare, io ne approfittai per passare attraverso la porta e per scendere verso il cortile.
Lì la situazione era critica, c'erano una decina di auto della polizia, più di venti agenti si muovevano frettolosamente. Tre poliziotti stavano arrestando alcuni uomini di Pedro, altri stavano portando via delle ragazze, tra cui anche Tarah. Iniziai a correre nella direzione opposta, verso la recinzione. Un poliziotto mi vide e strillò, "Dove vai? Ferma lì!" Corsi il più possibile, avevo il cuore a mille. Mi lanciai sulla rete con tutta la forza che avevo, poi iniziai a scavalcarla. Il poliziotto però mi afferrò un piede, cercai di resistere, aveva una forza assurda. Poi gli feci credere che avevo ceduto, così lui prese parte della mia gamba, ma con l'altro piede gli diedi un calcio in faccia che lo stese.
Scavalcai, così da ritrovarmi nel cortile della palazzina B, corsi velocemente verso l'uscita. C'erano dei giardini più curati in quella palazzina, girai a destra su Denver Street, dove trovai dei piccoli portici. Mi buttai su un muretto scavalcandolo, uscii finalmente da quel cortile, lasciandomi Denver street alle spalle.
Sentivo le sirene della polizia così vicine che pensai fossero dietro di me. Ma in realtà avevo ancora un paio di minuti di vantaggio. Scavalcai altri giardini di alcune case residenziali. Quando mi trovai su Main Street, vidi la Hyundai di Drake parcheggiata dove avevamo stabilito.
Corsi verso l'auto, ma Pedro mi si parò davanti, mi buttò in terra, mi aveva seguito, che lurido bastardo.
"Dove pensi di andare Jennifer?" aveva gli occhi assetati di vendetta, era rabbioso e stava sanguinando da una tempia.
"Tutto questo l'ho creato io, avete distrutto tutto, tutto!" iniziò a schiaffeggiarmi, poi mi prese il collo strozzandomi.
Pedro scivolò al suolo quando Drake lo colpi con una chiave inglese che aveva in auto, liberandomi il collo dalle sue mani.
"Diavolo Jenny, questo tizio stava per strangolarti", lo presi per una mano e gli dissi, "Andiamo, non c'è tempo da perdere, saliamo in auto". Entrammo nella Hyundai Coupe di Drake, poi partimmo a tutta velocità. Girammo a destra lasciando Main street, e quattro auto della polizia comparvero dietro di noi. Cazzo, avevano scambiato Drake per uno degli uomini di Pedro, così credevano che mi avesse rapito.
Drake guidava a tutta velocità, dando gas sul pedale dell'acceleratore con tutta la forza che aveva. Continuammo a correre a tutta velocità tra le vie che collegavano Billings con la Main Street.
Le auto pattuglia ci stavano dietro, "Cosa cazzo facciamo ora Drake?" mi guardò con aria spaventata, poi prese la strada provinciale che portava fuori Billings. Era un suicidio, da lì due auto avrebbero potuto sorpassarci, per farci frenare, e le altre due ci avrebbero bloccato da dietro. Ma forse Drake aveva un piano. Girò improvvisamente su una strada sterrata, tre delle auto della polizia non riuscirono a girare in tempo, l'ultima invece svoltò, mi voltai per guardare. Era dietro di noi, pochi centrimetri ci dividevamo da quell'auto.
"Drake dove stiamo andando?" urlai in preda al panico, "Ho un piano, non preoccuparti, andrà tutto bene!". Drake sembrava sicuro di se, ma era un bagno di sudore, e gli tremavano le mani. Anche io tremavo, ma non capivo se era adrenalina o panico. Svoltammo verso un'altra stradina senza asfalto, poi Drake mi disse, "Appena inchiodo saltiamo fuori da quest'auto e scappiamo verso il bosco, okay Jenny?" Ero concentrata sulla strada, quindi mi limitai a dirgli di sì con la testa, Drake inchiodò, uscimmo rapidamente dalla sua macchina, entrammo nel bosco. I poliziotti scesero dalla macchina seguendoci, "Corri! Corri Jenny, più veloce che puoi!" Drake strillava, io stavo restando senza fiato.
Il bosco si faceva sempre più fitto, i poliziotti ci dissero un paio di volte di fermarci, e che non avevamo scampo. C'era un grosso albero, il cui tronco era aperto per metà, "Entriamo qua dentro Jenny, muoviamoci!". I poliziotti passarono di lì pochi secondi dopo, non ci avevano visto. Incredibile. Drake sussurrò, "Okay, adesso stiamo qua fermi, immobili finché non tornano indietro". Risposi di sì, eravamo vicinissimi, la mia bocca sfiorava la sua, le mie mani erano sul suo petto, e le sue stavano delicatamente accarezzando i miei fianchi. Ci baciammo, fu il mio primo vero bacio. "Mi dispiace di averti messo in mezzo a tutto questo casino Drake." fece eco la mia voce, cercando di parlare con tono basso. "Tranquilla, mi spiegherai tutto dopo, quando avremmo risolto il problema sbirri".
I poliziotti tornarono indietro, passando nuovamente davanti a quel tronco, "Centrale, qui volante 191, li abbiamo persi". Aveva detto un poliziotto alla sua radio, poi fu impossibile vederli, il bosco si perdeva nel buio spaventoso, poco dopo sentimmo il motore dell'auto, e la sirena in funzione che si allontanava. Tornammo alla macchina per prendere due torce che Drake aveva messo accuratamente nel bagagliaio. "E ora?"
Aspettai una risposta, Drake prese un respiro, "Adesso camminiamo attraverso il bosco, ho un'altra idea, ma sarà una bella camminata".
Drake mi baciò un'altra volta, poi ci addentrammo nel fitto bosco buio, in quella calda notte estiva.

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