Capitolo 16-Per Un Pelo

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Pedro mi teneva per la vita, sulla mia gola puntava un grosso coltello dalla lama affilata. Nonostante il caldo intenso, potevo sentire quanto era fredda, quella sensazione sarebbe rimasta dentro di me per sempre. "Dove credevi di andare signorina?" Sembrava veramente incazzato, era completamente fatto, aveva i vestiti sporchi e dava l'idea che avesse passato l'ultima settimana sotto un ponte, per via dei capelli unti e spettinati e della barba in rapida crescita. Drake fece il giro del pick-up cercando di avvicinarsi il più possibile a noi, ma lui iniziò a urlare, "Non ti avvicinare! Fermo dove sei o la sgozzo!" Stava veramente parlando di me? Mi trovavo in quella situazione o era uno dei miei soliti incubi? Svegliati Jenny, svegliati. No cazzo era vero, era fottutamente vero. La signora Patricia iniziò a strillare, per strada non c'era nessuno. Nemmeno un vecchio che portava a spasso un cane, un operaio, un netturbino, nessuno che potesse chiamare la polizia. "Fa' stare zitta 'sta vecchia del cazzo!" aveva detto Pedro rabbioso, Drake parlò con la nonna, che apparentemente si tranquillizò. "Ora vieni con me tu, piccola Jennifer. Credevi che potessi andartene così? Fanculo! Sei mia! Appartieni a me, fattene una ragione!" Drake iniziava a scaldarsi parecchio. Potevo sentire la sua rabbia, potevo vederla attraverso le sue espressioni. Ero sicura che se ne avesse avuto l'occasione, lo avrebbe ucciso. Spezzandogli il collo, o accoltellandolo. Non importava la modalità, ma l'avrebbe fatto. Pedro mi strattonò, portandomi verso un vicolo che si trovava oltre una serie di cassonetti, dopo la palazzina di Drake. "Lasciala stare!" Disse lui iniziando a correre verso di noi, "Un altro passo e la uccido!" Aveva strillato Pedro, sentivo la lama sempre più dentro, lo avrebbe fatto, me lo sentivo. "Drake, fermo! Non fare idiozie!"
"Già! Jennifer ha ragione, stai fermo! Vuoi fare il supereroe? Ti conviene stare al posto tuo, non c'è niente che tu possa fare amico!"
Drake non si era di certo rassegnato, stava solo pensando. Aveva qualcosa in mente, lo conoscevo bene oramai,
e sapevo quando la sua testa stava ragionando. Non so come facevo, ma riuscivo a capirlo, i nostri corpi comunicavano
anche senza parole.  “Okay, sto qua fermo, però facciamo un patto, che ne dici se prendi me e lasci stare lei?”.
Di colpo sentii la presa di Pedro che si allentò, ma solo per pochissimi secondi, poi tornò a stringermi.
Patricia sedeva nel pick-up, sembrava non stesse capendo niente.
“Certo, facile no?” Disse Pedro sbuffando, poi riprese “E così lei sarebbe salva, no caro mio, non è così che funziona.”
Drake stava tenendo i nervi saldi, poi però urlò, “Sì! Sei un codardo! Prenditela con uno della tua stessa stazza, lascia perdere
lei! Vieni qua! Brutto idiota del cazzo! Fai lo spaccone è! Ok! Io sono più matto di te amico, è adesso ti rompo il culo!”.
Sembrò funzionare, Pedro mi scaraventò in terra, poi mi guardò dal basso verso l’altro, “Stattene buona lì, quando ho finito col tuo amichetto torno a prenderti!”. E si girò verso Drake, “Avanti, fammi vedere che sai fare! Vediamo se hai dei muscoli lì
sotto idiota!” E poi Pedro partì verso Drake che gli disse, “Aspetta però, lascia il coltello, dobbiamo lottare a mani nude”.
Pedro lo guardò, sembrava molto perplesso, poi appoggiò il coltello sul cofano del Dodge Ram.
“Okay, ora siamo pari pivello, fatti sotto!” Non appena Pedro finì di pronunciare quelle parole, Drake si scagliò contro di lui,
i due iniziarono a menarsi a mani libere. I pugni che partivano da Pedro erano violenti, forti e micidiali, Drake li stava incassando
dignitosamente, ma dopo un po’ cominciò ad affannare.
Urlai frasi incoraggianti nei suoi confronti, Pedro si voltò a guardarmi, Drake ne approfittò per colpirlo in faccia.
“Sei sleale amico” Disse Pedro con la bocca insanguinata, e poi ricominciò a pestare di botte Drake.
Continuavo a guardarli, pregando che tutto sarebbe andato bene, intorno a noi il nulla totale, poi vidi una signora che da una
finestra, di un palazzo scrostato sull’altro lato della strada ci stava osservando.
Sperai in cuor mio che avesse chiamato la polizia, e iniziai un dialogo mentale con Signore Gesù Cristo, “Fa’ che tutto vada bene…”
Continuavo a ripetere dentro la mia testa. Improvvisamente Patricia scese dal pick-up, e andò verso Pedro, iniziò a colpirlo con la
sua borsetta, “Hey maleducato! Lascia stare mio nipote! Capito?” In un gesto folle Pedro spinse quella povera vecchia, ma quando si voltò,
era troppo tardi. Drake era stato furbo, molto furbo. Aveva afferrato il coltello riposto sul cofano, e con una velocità micidiale aveva
pugnalato Pedro sul petto. Una grossa macchia di sangue si stava formando sulla canottiera bianca.
Sussurrò qualcosa prima di cadere in terra, ma non fu comprensibile. Le sirene erano così vicine, “Scappiamo presto!”
Mi alzai da terra, passai vicino al corpo di Pedro, sembrava morto, distolsi lo sguardo perchè Patricia non voleva camminare.
Drake la prese con forza, “Andiamo nonna, non c’è tempo da perdere!”. Iniziammo a correre, ma una pattuglia del dipartimento di
Billings ci tagliò la strada. Il poliziotto che guidava scese dall'auto, e si mise in ginocchio, appoggiò la pistola sullo sportello,
e ce la puntò attraverso il finestrino, “Fermi o sparo!” aveva pronunciato, Patricia lanciò un urlo fortissimo.
La signora che aveva visto tutto attraverso la finestra gridò “E’ stato il ragazzo! È stato lui! L’ha ucciso, con il coltello!” A quel punto
dovevo intervenire, “Agenti! L’ha fatto per salvarmi! Quell’uomo mi puntava un coltello alla gola!”.
“Io non l’ho visto…” Disse la signora, poi gli agenti parlarono tra di loro, “Ma è Pedro Fuentes quello?” “Sì!” Gridammo all’unisono io
e Drake, poi fu lui a continuare, “Ho soltanto difeso la mia ragazza, la stava per uccidere! L’avrebbe sgozzata!”.
Gli agenti abbassarono le armi, poi vennero verso di noi, “Okay, serve un’ambulanza per voi ragazzi?” “No.” Risposi io, gli agenti
guardavano Patricia che era abbastanza turbata dall’accaduto, “Sta bene, è mia nonna, ma è solo spaventata”, disse Drake mentre
accarezzava la schiena di Pat per tranquillizzarla, “Nonna è tutto okay, non è successo niente”.
“Ragazzi, dobbiamo chiamare i detective, dovranno farvi alcune domande, restate qua”.
Fui io a parlare, non potevamo perdere tempo, “Agente! La prego, noi dobbiamo andare, abbiamo un aereo che parte tra circa un’ora!”
L’agente si girò, il cartellino riportava il suo cognome, Gracery. Lo guardai negli occhi e gli dissi, “Per favore agente Gracery”
“Questa è la procedura signorina, mi spiace.” Aprii il mio zaino, presi cinquecento dollari, e lo richiamai, l’agente si voltò e mi guardò
perplessa, “Ecco agente, questi sono per voi!”. Si avvicinò con determinazione, poi prese i soldi, mi squadrò dalla testa ai piedi, “Questo
è un tentativo di corruzione! Farò finta di non aver visto niente, roba da matti!” L’altro agente il cui cartellino segnalava il suo cognome, tale
Wilson, venne verso di noi e poi ci guardò, si soffermò sui soldi in particolare. “Aspetta Gracery, possiamo dire che l’abbiamo trovato noi a Fuentes,
questo tizio aveva un sacco di gente che lo voleva morto a Billings. Ci prendiamo il merito e anche cinquecento dollari a testa.” L’agente sembrava perplesso, presi altri soldi dallo zaino e glieli consegnai, Gracery riflettendoci disse, “Okay, ora sparite!”.
Mi piangeva il cuore, mille dollari mi era costata quella cosa, ma era meglio di perdere l’aereo, volevo andare via al più presto da quella città
maledetta. Chiamammo un taxi, ci lasciò davanti al Terminal 1 all’aeroporto di Billings, entrammo nel momento in cui stavano annunciando
l’ultima chiamata per il nostro volo. Ci scusammo con le hostess per il ritardo, controllarono le nostre carte d’imbarco e i documenti d’identità.
Presi un grosso respiro, e sprofondai nella comoda poltrona di quel grosso aereo di linea.
Drake mi baciò, poco dopo mi addormentai con la testa sulla sua spalla.

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