Capitolo 2

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Era un bel pó di tempo che non mi concedevo una serata con i miei amici, e tutto questo mi è mancato.
"Ehi Ev, è da un pó che non ti fai vedere, come va con il lavoro?" mi dice Harry sorseggiando il suo drink.

"Oh no, non voglio assolutamente parlare di lavoro, quella stronza della mia direttrice mi sta dando del filo da torcere in questi giorni" risponde Ryan con tono arrabbiato. Tra noi si alzano le risate, "Bhè allora approfittiamo di questa serata per divertirci!" ribatte Charlotte "forza tutti al bancone! Stasera voglio bere fino a non capire più nulla".
I quattro si alzano, "Tu non vieni Ev?" mi chiede Cassie, "No, voglio affacciarmi sulla terrazza, quando mi ricapita di vedere Seattle da così in alto? E poi ho già bevuto abbastanza, ricordati che sono io quella che deve guidare", Cassie gira le spalle alzando gli occhi al cielo.

Mi incammino verso la terrazza, mi appoggio sul muretto e comincio ad ammirare Seattle City. Ripenso a quanto ho dovuto faticare per essere dove sono ora, nei miei 25 anni di vita o almeno, da quando ne ho ricordo, ho sempre saputo quale sarebbe stata la mia meta, quale sarebbe stato il mio desiderio che per questi anni ho conservato gelosamente con me, finché non l'ho avverato. Amo il mio lavoro, sono sempre stata affascinata dalla medicina, ma la cosa più bella, è l'emozione che senti dentro di te quando aiuti una persona, quando sai che quella persona, grazie a te, può vivere una vita migliore. Ovviamente come tutti i lavori, ci sono anche gli aspetti negativi. Quando intraprendi questo lavoro sei consapevole di quello che ti aspetta, pensi di essere pronto, ma non lo sarai mai finché non lo vivrai. Ogni giorno vedo persone soffrire, perdere la vita, e nonostante siano quattro anni che faccio questo lavoro, ogni volta sembra sempre come se fosse la prima. Non sarai mai pronto a vedere un'anima lasciare il proprio corpo o sapere che quella persona, prima di chiudere gli occhi, ha visto te per l'ultima volta.

Non so quanto tempo sia passato da quando sono qui, in piedi, ad ammirare il paesaggio e persa nei miei pensieri, questo finchè non mi accorgo che un ragazzo mi ha affiancata, giro la testa verso di lui e lo osservo; la sua altezza, i suoi muscoli e le sue spalle larghe sono fasciate da una maglietta a maniche corte bianca, e le sue gambe da un paio di jeans neri. Si volta verso di me, i suoi capelli castani ed i suoi occhi, meravigliosi, leggermente più scuri dello smeraldo, sembrano brillare.
"È da un pó che sei qui da sola" mi dice lui con i suoi occhi magnetici.
Rimango a fissarlo con la bocca leggermente aperta, incapace di dire neanche una sillaba, la sua voce, oh mio Dio la sua voce, è estremamente sexy. Dio Evelyn datti un contegno mi dico, "ehm c-come?", lo vedo fare un sorrisino "ho detto, è da un po' che sei qui da sola" ripete.
"oh, ehm si, i miei amici sono andati a bere qualcosa e con il fatto che devo guidare ho preferito venire qui in terrazza ed ammirare Seattle".

Cameron

Con la mia squadra abbiamo deciso di uscire questa sera, nonostante la mia voglia era pari a zero.

Siamo seduti su questi divanetti da un paio d'ore, avevo deciso di andare via, questo finchè le porte dell'ascensore non si aprirono e due ragazze ne escono fuori. È lì che la vedo, bellissima, con quei capelli lunghi di un biondo scuro, le forme dei suoi fianchi fascisti da una maglietta aderente, e le lunghe gambe coperte da dei pantaloncini. Mi concentro sul viso, un viso angelico sembrerebbe, contornato da un leggero trucco.

Continuo ad ammirarla da un po', è seduta su dei divanetti poco distanti da me, la osservo ridere con i suoi amici, scansarsi i capelli dal viso, tutto questo finché non la vedo alzarsi e dirigersi verso la terrazza.
La guardo, è lì sola da una ventina di minuti, "Che cosa stai guardando?" mi sussurra James ad un orecchio "Niente" rispondo io prontamente.
"Perché non vai a parlargli?"
"Non credo sia la cosa giusta"
"Cam per una volta puoi concedertelo, metti da parte i tuoi pensieri e buttati, essere un soldato non vuol dire passare la vita da soli senza affezionarsi a nessuno, è concesso anche a noi amare ed essere felici" controbatte il mio amico dandomi una pacca sulla spalla.
Rimango seduto ancora per qualche minuto, ragionando sul discorso appena fatto da James, sono un Capitano dell'esercito e da quando ho intrapreso questa strada ho cercato sempre di allontare le persone, di non farle affezzionare in modo che, se mi fosse successo qualcosa, loro non avrebbero sofferto.
Spesso mi fermo a pensare che nella mia vita manca qualcosa, un qualcuno da poter tornare dopo il mio ritorno dalle missioni, qualcuno che mi aspetti a casa, qualcuno da amarmi incondizionatamente.

Spazio autrice: questi primi due capitoli non sono molto lunghi, pian piano prendendoci la mano riusciró a farli piú lunghi ed a introdurre più cose, per il momento spero che vi piaccia!

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