Capitolo 3

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Maya rimase immobilizzata per un secondo, un secondo in cui tutto sembrò scomparire, un secondo che durò un eternità.
Osservò i suoi occhi profondi rimanendone incantata.
Josh le sorrise, sembrò aver capito la reazione di Maya, capiva che lei ne era attratta, era abituato a ricevere questo tipo di attenzioni. Con poche azioni riusciva a sedurre le ragazze, però, subito dopo se ne stancava. L'unica relazione duratura di Josh fu quella che intraprese al primo anno della high school, fu quella che gli spezzò il cuore, la causa del suo comportamento attuale. Da quel momento cambiò, ogni sera una ragazza diversa, una festa e una distanza sempre maggiore dalla sua famiglia. Promise a sé stesso di non innamorarsi più.
"Devo entrare, spostati" affermò Maya distogliendo lo sguardo. La sua giornata era già stata fin troppo complessa, non sarebbe riuscita a sopportare altre situazioni frustranti.
"Sei insopportabile, come pensi di poter trovare qualcuno che si interessi a te?"
Sentendo quelle parole Maya smise di camminare, si fermò e si voltò verso di lui "ho già qualcuno che sia interessato a me" si fermò e poi riprese "Smetti di comportarti come se sapessi tutto di me, non mi conosci, lasciami in pace" affermò e si andò a sedere al banco libero alla quarta fila. Avanti a lei c'era un posto occupato da uno zaino ma nessuno era seduto lì, quando lo vide avvicinarsi sbottò "Cosa vuoi adesso?"
"Nulla" affermò "questo è il mio posto" disse indicando il banco occupato dallo zaino.
"Il mondo non gira attorno a te biondina" si sedette e si girò verso di lei.
"Io ho un nome, Maya"
"È un piacere Maya, io sono Josh"
Lei alzò gli occhi al cielo, era sul punto di risponderlo ma fu interrotta dal suono di una voce sconosciuta.
"Buenos dias chicos, yo soy su nueva profesora de espanol"

Non appena la campanella suonò, Maya si alzò dalla sedia, mossa dalla fretta di tornare a casa.
Il primo giorno di scuola era stato fin troppo complicato e il mal di testa non faceva altro che aumentare con lo scorrere del tempo.
Si recò all'armadietto, posò i suoi libri pronta a tornare finalmente a casa fu però impossibilitata, in quanto qualcuno le bloccò il braccio.
Si chiese chi potesse essere ad utilizzare tali modi, si girò e vide Sasha.
Un flashback la riportò indietro di un anno e mezzo circa, erano passati pochi mesi dall'inizio dell'high school e mentre la maggioranza dei ragazzi aveva già legato con gruppi di persone Sasha era sola.
Maya era vicina al suo armadietto tra le braccia di Malcom, a distanza vide lo sguardo di Sasha posarsi su di loro. Si trovava dal lato opposto del corridoio, sola, con la sua camicetta rosa, i suoi codini. La sua fragilità era evidente a tutti. L' high school poteva rappresentare un periodo difficile per coloro che non erano forti e Sasha sembrava essere una di quelle persone. A quanto pare Maya si sbagliava.

Le due si conobbero al corso di scienze, Maya fu sempre disponibile nei suoi confronti ma tra le due non nacque alcuna amicizia

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Le due si conobbero al corso di scienze, Maya fu sempre disponibile nei suoi confronti ma tra le due non nacque alcuna amicizia.
Quando Maya lasciò Miami, Sasha non era ancora cambiata. Al suo ritorno vederla così diversa fu strano.

"Ciao Maya" affermò Sasha lasciando lentamente il suo braccio
"Dimmi Sasha" affermò Maya guardandola, osservando quanto fosse cambiata in quel lasso di tempo.
"Non abbiamo ancora avuto l'opportunità di salutarci da quando sei tornata da Londra. Spero che sia stato un anno formativo per te come lo è stato per me. Sai sono cambiata molto, ho intrapreso nuove amicizie"
Maya le rispose subito, senza lasciarle l'opportunità di continuare la frase.
"Nonostante io sia tornata qui pochi giorni fa ho notato il tuo cambio"
Era chiaro che con "nuove amicizie" Sasha si riferisse alla sua "amicizia" con Malcom, che Maya cominciava ad avvertire come una minaccia.
Era sempre stata sicura di sé stessa, ma nonostante fossero passati solo pochi giorni da quando era tornata, Maya era riuscita a percepire le vibrazioni tra Sasha e Malcom. Erano stati pochi gli attimi in cui aveva visto i due interagire ma Ally e Leila le avevano parlato della loro improvvisa vicinanza e la crisi che lei e il suo fidanzato stavano attraversando non erano fattori positivi. Fu così che Maya cominciò a nutrire dubbi nei confronti della natura del rapporto tra i due.
I pensieri di Maya che scorrevano come un fiume furono interrotti dalle parole di Sasha.
"Mi sento rinata, sai, sono stati tutti così disponibili con me, soprattutto Malcom"
Maya annuì senza darle una risposta, quella conversazione l'aveva destabilizzata, era chiaro che Sasha stesse cercando di dirle qualcosa in maniera indiretta.

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Dopo aver seguito la lezione di spagnolo Josh si intrattenne nella biblioteca della scuola, cercando un libro da cui poter studiare per il progetto di scienze da completare entro la settimana successiva.
Fu lì che conobbe la sua prossima "vittima", la ragazza con cui si sarebbe intrattenuto quella serata, una delle tante di cui il giorno successivo avrebbe già dimenticato il nome. Mentre usciva dalla scuola, diretto verso l'auto per andare a un bar in città con lei, notò due figure nel giardino discutere in maniera accesa. osservò attentamente il ragazzo, aveva un volto conosciuto, solo dopo pochi secondi riuscì a ricordare chi fosse: il ragazzo che il giorno prima Maya stava cercando di far ingelosire.
Josh frequentava la Jackson high school già da un anno, gli alunni erano davvero tanti ma lui riuscì a riconoscere quel ragazzo, era il capitano della squadra di baseball.
Adesso si trovava nel giardino a discutere con una ragazza dai capelli neri, si chiedeva chi fosse.
Maya ritornò nella sua mente di nuovo, da quando aveva incrociato il suo sguardo il giorno prima lei aveva attraversato i suoi pensieri più di una volta.

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"Questa volta hai esagerato Sasha, è ancora la mia fidanzata" affermò Malcom preoccupato, guardandosi intorno, sperando che nessuno potesse sentirli.
"Non possiamo continuare a nasconderci. Devi scegliere: o me o lei"
I due rimasero a discutere animatamente nel giardino, credevano di non essere visti da nessuno ma avevano dimenticato che mentre loro credevano di essere soli c'era sempre qualcuno che poteva vederli o sentirli senza che loro se ne accorgessero.

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