18. Grand Arcade

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Chapter 18

Dinanzi a me, con addosso la mia felpa grigia e rosa della Vans, sta camminando, come se si trovasse su una passerella per sfilare, la ragazza che qui, a Cambridge, mi risulta più antipatica.

Rabbia, odio, collera, frustrazione e tantissimi altri sentimenti negativi stanno prendendo il sopravvento della mia mente. Sto provando sensazioni che non provavo da molto tempo, tra cui un istinto omicida irrefrenabile. Nella mia testa si presentano diverse scenate in cui urlo contro Brianna e Lucas.

<<Chanel?>>

Mi sento chiamare da Noah, ma non voglio minimamente abbandonare le immagini in cui mi vendico per ciò che Lucas mi ha fatto.

<<Spero tu non voglia fare una scenata proprio ora, qui in mensa>> continua Noah.

L'idea di concretizzare i miei pensieri è allettante.

<<Va bene, ho capito>>

Bravo, vattene, devo spennare una gallina.

Mi alzo lentamente pronta a fare qualsiasi cosa, quando mi sento tirare il braccio. Mi volto e constato che Noah è al mio fianco mentre raccoglie il mio zaino blu con una mano e con l'altra mantiene un mio braccio.

<<Cosa stai facendo?>> domando spazientita.

<<Salvo la tua reputazione, semplice>>

<<Non voglio il tuo aiuto, rivoglio la mia felpa>> rispondo rigirandomi.

E mai come ora il mio istinto assassino ha raggiunto le stelle. Lucas sta entrando in mensa, anche lui con la divisa da basket, con un'espressione nervosa e agitata. È entrato correndo e, sempre correndo, raggiunge Brianna.

<<Andiamocene>>

Detto ciò Noah mi trascina nella loro direzione, perché ovviamente è l'unica uscita. Non mi dimeno, mi lascio trasportare, così come il mio zaino, ma la mia espressione dice tutto e Lucas sembra notarla nel momento in cui entro nel suo campo visivo. Smette di parlare con Brianna e avanza di due passi nella nostra direzione.

Farebbe meglio ad indietreggiare. Mi sento ferita e allo stesso tempo adirata.

<<Oh ciao ragazzi, dove andate così di fretta?>> ci domanda Brianna.

Ciò nonostante Noah dimostra di non volersi fermare.

<<Abbiamo del lavoro da sbrigare>>

Noto lo sguardo di Brianna indifferente, mentre quello di Lucas è agitato. Chissà se Brianna sa che quella felpa mi appartiene.

<<Ciò che è mio non lo condivido con gli sconosciuti>> dico prima di girarmi.

Affretto il passo e supero addirittura Noah, camminando senza meta. Una volta fuori dalla mensa mi guardo attorno, continuando a camminare, alla ricerca di qualcosa che mi faccia riacquistare lucidità.

<<Frena>>

Noah mi trascina indietro, per obbligarmi a fermare la mia camminata nervosa, e finisco troppo vicina a lui per i miei gusti.

<<Solo perché ti sei accorto di quel dettaglio non vuol dire che io debba prenderti sul serio>> ribadisco un concetto che forse prima non avevo ben chiarito.

<<Ho solo cercato di aiutare una vecchia amica>> risponde scrollando le spalle.

<<Perché dovrei fidarmi di te, dopo ciò che hai combinato?>>

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