35. Chanel number One

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Chapter 35

Ogni qual volta riesco a mettere a fuoco un problema, impiego giorni a riflettere su una eventuale soluzione, per non parlare delle tempistiche dal punto di vista organizzativo.

Avevo deciso di parlare con Jack la settimana prossima, durante le pause tra le ore scolastiche oppure al termine delle lezioni, proprio per evitare di rovinare un momento intimo tra lui e Sofia, un allenamento o, ancora, un pomeriggio libero.

Con mio grande dispiacere ho constatato che i miei programmi sono del tutto inutili; ogni qual volta prendo una decisione, categoricamente succede l'esatto opposto di quello che avrei voluto.

<<Lui lo sapeva?>>

La domanda di Jack mi risveglia dal mio stato di trance e di pentimento. Il mio presunto fratellastro ha un dito puntato verso Lucas, il quale a sua volta si punta un dito contro, con una espressione corrucciata e confusa.

<<Certo che no, te l'ho già detto, non lo sapevo fino a pochi giorni fa>> rispondo alterata.

Preferirei che questa scoperta rimanga il più privata possibile e che, quindi, non finisca sulle bocche degli studenti che amano spettegolare e farne un film. 

<<Di cosa mi stai accusando?>> chiede Lucas rivolto direttamente a Jack.

Fino a qualche ora fa adorava vedermi in difficoltà, mi ha addirittura baciata, e ora tutt'a un tratto preferisce non rivolgermi la parola, ignorandomi completamente, riferendosi all'unico ragazzo che di questa storia sa ben poco, se non niente. Non c'entra nessun patrimonio, figuriamoci tutto il resto della storiella inventata da Alyssa.

<<Nulla che ti riguardi, Mccarthy>> 

La mia risposta ha un tono più minaccioso di quanto volessi, ma non me ne preoccupo troppo e continuo a fissare Jack.

<<Ma come, non vuoi che il tuo vecchio fidanzatino sappia il motivo per cui sei qui?>>

<<Non è un vero motivo, semplicemente>>

Non mi soffermo su Lucas e sul suo essere leggermente affaticato, per evitare di deconcentrarmi; Jack apre la bocca pronto per ribattere, ma sembra ripensarci, tanto da cambiare la sua espressione da adirata a stupita.

<<Adesso capisco perché ti sei avvicinata a Lucas, volevi raggiungere me!>>

Aspettate, cosa? E' del tutto impazzito, diamine!

<<Ma cosa dici, Jack?!>>

Sto urlando non per casualità, infatti spero che Nicole, o chi per lei, mi senta e, magari, mi raggiunga per darmi una mano.

<<Voi due state veramente male, spostatevi, devo cambiarmi e tornare in campo>>

L'espressione di Lucas è mutata, da confusa ad adirata in pochissimo tempo. E solo quando nomina la partita mi ricordo della sorpresa che Kendal voleva farmi in campo; riepilogando, sono bloccata negli spogliatoi con due idioti, mentre Kendal è in campo, credendo che io sia sugli spalti, insieme agli altri tifosi. Devo assolutamente uscire di qui.

<<Mi fa piacere che tu sappia chi sono, di certo non anche le bugie sul mio conto, ma ora non posso rimanere qui a parlare>>

Mentre pronuncio queste parole, faccio un giro attorno a Jack per giungere alla porta, sotto gli sguardi di entrambi i ragazzi presenti in questa stanza. In particolare, quello di Lucas pesa maggiormente rispetto a quello del mio fratellastro, ma non posso fermarmi e perdere altro tempo. Almeno una cosa, questa sera, deve andare per il verso giusto.

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