Ravoong • A rainy day

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Aggiorno ancora perchè vi voglio bene💫💫
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Hwanwoong detestava la pioggia. Era l'unica cosa che gli poteva rovinare le giornate. Il rumore dell'acqua che picchiava sui tetti e sulle strade gli dava troppo fastidio e nemmeno ascoltando della musica il casino cessava. L'aria era così insopportabilmente umida e le macchine schizzavano acqua ovunque bagnando i passanti. Non si poteva alzare il viso al cielo senza rischiare di ricevere gocce negli occhi. Non si poteva girare senza ombrello o cappuccio alzato se non si voleva che l'acqua penetrasse nei vestiti.
Yeo Hwanwoong odiava la pioggia.
Si trovava accanto a un cartello degli orari del bus. A quella dannata fermata non c'era nemmeno un tetto. E lui non aveva un ombrello. Aveva iniziato a piovere solo in giornata, mentre lui era a scuola e non aveva potuto sapere che si sarebbe bagnato. Un altro motivo perchè non sopportava la pioggia: non si riesce mai a sapere quando arriva esattamente e quando no, quanto ci si bagna e quanto no. Certo, avrebbe potuto guardare la meteo, ma era stato in ritardo quella mattina.
Strinse le spalle per il freddo. Il suo cappuccio non lo copriva tutto e le ciocche sulla fronte si stavano inzuppando sempre di più. Le sue scarpe erano fradice e i suoi piedi congelati. Il suo zaino scolastico per fortuna era impermeabile.
<Dannata pioggia> si ritrovò a ringhiare contro il nulla.
<Fosse per me non esisteresti>
<Se non esistesse la pioggia non esisterebbe la vita>
Hwanwoong voltò la testa in uno scatto. Un ragazzo parecchio più alto di lui, con i capelli neri e un mantello invernale era in piedi a circa un metro di distanza. Nella mano destra teneva un grande ombrello grigio, quella sinistra era affondata nella tasca e una borsa scolastica gli penzolava dalle spalle. Guardava Hwanwoong sorridente, come se credesse che le sue parole avrebbero potuto migliorare il suo umore.
Conosceva quel ragazzo. Una volta gli piaceva, si era pure dichiarato ma era stato rifiutato senza scrupoli. Da lì non lo aveva più calcolato ed era sempre contento di non essere del suo anno.
<Che vuoi Youngjo?> lo incalzò senza badare al rispetto.
<Ti stai bagnando> disse il più grande senza perdere il sorriso e ignorando l'antipatia di Hwanwoong.
<A quanto pare> commentò quello girando la testa per non doverlo più guardare.
<Ti potresti ammalare>
<E a te cosa ne può fregare?>
Youngjo fece qualche passo verso di lui.
<Lo sai che il bus arriva solo fra un quarto d'ora?> chiese gentilmente. Hwanwoong lo fulminò con gli occhi.
<Se non lo sapessi magari non sarei così snervato>
<Ma non c'è mica motivo per essere snervato>
Il più piccolo alzò gli occhi al cielo. Perchè Youngjo era lì? Era passato mezzo secolo da quando avevano parlato l'ultima volta.
<Senti, hai finito di scassare i coglioni? Perchè stai qui a preoccuparti per un moccioso di seconda invece di farti i cavoli tuoi?>
Youngjo sospirò e si avvicinò ancora coprendo Hwanwoong con l'ombrello.
<Ehi ma... cosa fai?> protestò lui.
<Non voglio che ti ammali> rispose il più grande tenendolo per un braccio impedendogli così di scappare.
<Non provare a opporti, chiaro? Posso essere antipatico anch'io> continuò serio vedendo che Hwanwoong aveva già aperto la bocca. Quelle parole lo zittirono e rimase in piedi sotto l'ombrello.
<Sei arrabbiato con me Hwanwoong? Ancora per quella vecchia storia?>
<Oh non tirare fuori quell'argomento> rispose il più piccolo e si mise le mani sul viso.
<Non ne voglio sentir parlare. È stato un mio errore. Avrei dovuto sapere che uno come te non si potrebbe mai interessare...>
<Non è stato un tuo errore> lo interruppe Youngjo guardando anche lui la strada. Hwanwoong lo guardò sorpreso. Come non era stato un suo errore? Era andato da lui, gli aveva detto "Youngjo, mi piaci" e lui aveva detto gentilmente che non ricambiava mentre in sottofondo i suoi amici avevano riso. Come poteva quindi non essere un suo errore?
<Era stata colpa mia a non notarti>
Hwanwoong alzò le sopracciglia. Si era impegnato a non insultarlo in questi pochi minuti di discorso, ma intanto non ci riusciva più.
<Che cazzo stai a dire? Ti credevi chissà chi, ti facevi figo e tutto. Eri anche omofobo?>
Youngjo voltò la testa e strinse gli occhi minaccioso.
<Non osare dirlo di nuovo Hwanwoong. L'ultimo a essere omofobo sono io, chiaro?>
Il più piccolo non rispose, ma distolse di nuovo lo sguardo. Youngjo si addolcì.
<Sai perchè? Ho cambiato idea>
<Cioé? Adesso sei un rappresentante dell'LGBT o cosa?>
Hwanwoong rise e incriociò le braccia. Se non avesse piovuto tanto si sarebbe già allontanato di un chilometro. Ma si sentiva bene sotto a quell'ombrello, anche se meno data la persona che lo teneva sopra alla sua testa.
<Si può dire. Ne faccio parte anch'io>
<Ah. E hai cambiato idea su cosa esattamente?>
Youngjo fece un passo per trovarsi faccia a faccia con Hwanwoong. Il più piccolo lo guardò dal basso in modo sospetto.
<Su di te>
Si guardarono a lungo. Hwanwoong cercava di capire cosa significava, mentre Youngjo stringeva il pugno in tasca sperando di non farsi scappare quel piccolo ragazzo. Aveva scelto con cura quelle parole.
<S-su di me?>
<Sì. È stato un mio errore perchè ho capito troppo tardi di ricambiare>
La pioggia riempiva le orecchie di Hwanwoong. Il volume gli sembrava forte il doppio del solito. Le sue guance si scaldarono immediatamente.
<Io ti amo Hwanwoong. Scusa se sono arrivato in ritardo. Volevo fartelo sapere così da farti capire che non è per niente colpa tua se non mi sopporti. La colpa è solo mia>
Youngjo si mise nella posizione di prima, affianco a Hwanwoong per non dover vedere la sua espressione. Gli era costato molto coraggio dire tutto questo.
<Perchè odi la pioggia?> gli chiese ad un tratto dopodiché c'era stato silenzio troppo a lungo.
Hwanwoong non rispose subito. Era ancora occupato ad assorbire le parole che aveva appena sentito.
<I-io> mormorò cercando una risposta sensata.
<Mi dà fastidio il rumore e il bagnato>
<Il rumore...> ripeté Youngjo pensieroso.
<Io lo amo invece. Mi rilassa tantissimo>
Hwanwoong girò ancora la testa. Notò subito il leggero rossore sulle guance del più grande. Incoscientemente sorrise. Era bello come quando ne era innamorato.
<Ti rilassa? E questo come?>
<Non lo so> ammise Youngjo e si strinse nelle spalle.
<Mi aiuta a pensare. E io penso spesso a te>
Il cuore di Hwanwoong accelerò. Youngjo gli scostò una ciocca bagnata da un'occhio.
<Mi daresti una seconda possibilità Hwanwoong?>
La dolcezza e il desiderio in quella domanda erano talmente percepibili che al più piccolo vennero i brividi.
<Io...> iniziò ma non riuscì a ordinare i pensieri.
<Scusa, non volevo metterti a disagio> disse Youngjo gentilmente e abbassò la mano.
<Capisco se non vuoi>
<No, io voglio!> si affrettò a dire Hwanwoong e sul viso del più grande comparse un ampio sorriso.
<Davvero?>
<Sì assolutamente>
Hwanwoong appoggiò le sue mani congelate su quella di Youngjo che teneva l'ombrello e la rinchiuse.
Il più grande chinò la testa e sfiorò le labbra di Hwanwoong con le proprie in un tocco delicato.
<Rimedierò al mio errore> disse Youngjo e si mise dritto lasciando il più piccolo imbambolato dall'azione appena compiuta. Sorrise incosciente. Non sapeva che dire. Non riusciva a esprimere la sua felicità.
<Ce la farai, ne sono sicuro> disse soltanto con lo sguardo perso negli occhi del ragazzo.
Youngjo sorrise ancora di più e strinse Hwanwoong a sé.
In quel momento arrivò l'autobus e il più piccolo dovette staccarsi.
<Ci vediamo domani> gli sussurrò Youngjo all'orecchio e gli lasciò un bacio sulla guancia.
<Prendi questo>
Gli porse l'ombrello. Hwanwoong lo accettò con un sorriso.
<Penso che inizierò ad amare la pioggia...>

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