Il dessert

4.1K 26 10
                                    

*Premessa:
questa storia è stata scritta per il primo girone de il contest "Whattis Awards", Il Contest con il punto interrogativo, di @MassimoDuePuntoZero,
ma non credo se la prenderà a male se la posto anche in questa che è la mia raccolta per i racconti erotici.
Per chi fosse interessato potrà leggere i capitoli successivi in:
(5×5÷5)-3=2.0?

*****

Sembrava di essere sulle montagne russe, l'odore di sesso misto a sangue che invadeva l'aria mi procurò un sobbalzo allo stomaco, ma come sulle montagne russe nausea ed eccitazione si fondevano e pensavo solo che sì, di quell'odore non ci si stanca mai.

La panna appena montata è conservata in fresco.
La mousse al cioccolato fondente guarnita con buccia d'arancio glassata è pronta.

Le verdure, comprate stamane al mercato, già monde, sono allineate sul piano di lavoro in ardesia: il rosso del peperone si fonde con il viola della melanzana, sfuma nel verde della zucchina fino a sparire nel bianco del porro, il tutto amalgamato dal bruno dei funghi.

La cucina, dai frontali bianchi e i piani in legno scuro, dalle linee moderne ed essenziali, con rifiniture ed elettrodomestici in acciaio, ha i fuochi rigorosamente a gas.

La besciamella è pronta e l'odore della noce moscata, appena grattugiata, invade l'aria.

Lo spicchio d'aglio schiacciato e il cornetto intero di peperoncino appena colto sono stati lasciati a macerare nell'olio d'oliva.

Inizio ad affettare le versure in strisce sottili. Sto per tagliare il porro in rondelle di due millimetri di spessore, quando vengo distratto dal suono di tacchi sottili sul marmo.

Basta un attimo di deconcentrazione, la lama scivola e mi graffia un dito.

«Ma porca puttana!»

Se si sporcano gli ingredienti di sangue si deve buttare via il tutto, sarebbe un vero peccato, hanno un aspetto invitante.

Afferro un canovaccio pulito dalla pila vicina per tamponare il taglio.

«Lascia fare a me», il tuo alito che sa di buono mi sfiora l'orecchio.

Stringi la mia mano tra le tue, la porti alla bocca, raccogli le gocce di sangue, poi accogli l'indice in bocca e lo succhi mentre lo carezzi con la lingua. Quando lasci scivolare il dito fuori dalle labbra chiuse dipinte di rosso, queste schioccano. Prendi il rotolo di cerotto dal cassetto, ne tagli una striscia e me la applichi, dopo aver disinfettato il taglio con l'acqua ossigenata che ho sempre nello stesso cassetto per ogni evenienza.

«Stai già cucinando per la cena?»

«Sai che tutto quello che posso lo preparo in anticipo.»

«Ma è il tuo giorno libero e gli ospiti non arriveranno prima delle sei. E il dessert? È già pronto?»
Ti guardi intorno golosa e divento anche io goloso, ma di te.

«Lo è, vuoi assaggiare? So che sei tu la pasticciera qui tra di noi, ma ti ho detto che per la cena avrei pensato a tutto io.»

Al pensiero delle tue labbra sporche di cioccolato su una parte di me, la mia schiena è percorsa da brividi.

Noti la mousse e i tuoi occhi brillano, ti alzi presto per aprire la pasticceria e lavorare in laboratorio, come al solito non hai toccato nulla di quel che prepari, ma l'odore e il sapore di babà che aveva la tua pelle la prima volta che l'ho assaggiata non li ho più dimenticati.

Percorro con le labbra il tuo profilo, dal mento alla tempia.

Adoro quando indossi le scarpe con i tacchi e sei così della mia stessa altezza.

Ridiscendo con i denti fino all'orecchio.

Infilo un dito nella camicetta colorata che hai indossato per andare a lavoro stamane, slacciandone il primo bottone accarezzo la pelle delicata della parte alta del seno, spingendoti verso il tavolo in legno massello.

«Aspettami qui.»
Il tuo lobo ha un buonissimo sapore.

Linee morbide e colore vivo, liscio al tatto.

Il frigo è l'unica cosa un po' fuori dagli schemi della cucina dai profili precisi, di un caldo giallo acceso e dalla sagoma tondeggiante di gusto retrò. Lo apro prendendo il contenitore con la panna e ne trasferisco qualche cucchiaio in una ciotola, riponendola poi di nuovo al fresco. Afferro una delle coppette di mousse, che ho preparato in più conoscendo la tua golosità, e torno da te, poggiando le ciotole sul tavolo.

Intingo un dito nel cioccolato e lo passo sulle tue labbra.

Che peccato coprire quel rosso.

Afferro la tua nuca, insinuo le dita tra i capelli e unisco le nostre bocche; infilo la lingua per carezzare il tuo palato e cercare la tua: gusto il mio stesso ferroso sapore misto a quello della mousse prima che il bacio termini. Ripulisco le tue labbra carnose con la lingua mentre con la mano sinistra continuo a sbottonare la camicetta e con la destra traccio una dolce strada verso il solco tra i seni che la mia bocca provvede subito a ripulire.

Le tue mani penetrano sotto la maglietta, vanno sulla schiena e disegnano cerchi con le unghie, si spostano davanti per carezzare i pettorali. Mi spingi, ribaltando la situazione e mettendo me appoggiato al tavolo, sorridi mentre ti inginocchi, mi liberi in un sol colpo di pantaloni e boxer, con una mano raccogli un po' di panna, la tua testa scompare sotto il bianco del grembiule, e inizi a gustarmi ricoperto di dolce bianco.

Il mio bacino inizia a muoversi. È eccitante sentire il calore della tua bocca senza vederti. Potresti essere chiunque, ma sapere che sei tu è molto più stimolante, però non voglio venire così.

Ti allontano da me, scalcio via scarpe e pantalone togliendo grembiule e maglia, ti alzo prendendoti in braccio e ti siedo sul tavolo.

«Solleva quel bel sedere sodo che ti ritrovi»

Ti libero da jeans e mutandine, sorrido alla vista della tua eccitazione, prendo il membro in mano e lo strofino su te fino ad andare a premere sul tuo centro nevralgico.

Amo sentire i tuoi gemiti.

Scosto il reggiseno e stringo il tuo seno, mentre mi abbasso a mordere e succhiarti il collo.

«Cazzo, voglio entrati dentro!»

Alzi le gambe e le metti sulle mie spalle, offrendoti.

«Allora? Che aspetti?»

Mi introduco piano dentro di te.

Ti lasci sfuggire un gridolino al dolore momentaneo che senti.

Inizio a muovermi mentre comincio a toccarti e tu ti aggrappi al bordo del tavolo.
Ti penetro sempre più forte mentre la mia mano acquista velocità.

Infilo le dita della mano nella tua magnifica bocca dopo averle immerse nel cioccolato, lecchi e succhi.

Ai tuoi gemiti che aumentano accompagnati dal tuo inarcarti e stringermi in una morsa, sento l'orgasmo salirmi dai lombi fino al cervello e il nero mi avvolge.

Quando ci riprendiamo ridiamo come matti guardandoci negli occhi.
Le ciotole sono cadute, il pavimento, il tavolo e noi siamo un completo disastro, tutti sporchi e appiccicosi, odiamo pulire, ma amiamo sporcare.

La casa è avvolta nel silenzio. È notte fonda, la cena si è protratta più del previsto. La notte è chiara, rischiarata dalla luna piena la cui luce infonde un'aria fiabesca ai cespugli di fiori e il loro profumo si fonde con quello forte delle spezie che il custode coltiva nelle aiuole del cortile del palazzo. Le linee della costruzione si stagliano nette sul cielo notturno e il bianco dell'intonaco sembra quasi fosforescente. Sembra passato un secolo dall'ultima volta che mi sembrava di essere sulle montagne russe e la voglia dell'odore del sesso misto a sangue mi assale prepotentemente.

A Mor Si Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora