-UMANO-

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Legenda:
(Cose scritte tra parentesi)= traduzione dalla lingua dei draghi

Era uno scontro senza pari. Furioso, dettato dall'ira. Scrutavo il nemico dall'alto emergendo con maestà dalle nuvole color dell'oro. Presto il buio ci avrebbe circondati, ma non importava. Volavo su quella distesa desertica cercando di visualizzare il nemico che nel frattempo aveva alzato un polverone di sabbia. L'ira mi assalì  e con un tuonante ruggito annunciai il mio prossimo attacco. Inizia a scendere in picchiata verso di lui e, prima di toccare terra, un forte vento scaturì dalle mie fauci. Ora era visibile, restando rasoterra al suolo lo osservai:
Legate al collo portava antiche pietre talismaniche. Delle vesti blu notte strappate, sporche di sangue e polvere, coprivano la parte inferiore del busto, arrivando al ginocchio. Portava un mantello lacerato del medesimo colore, poggiato sulle spalle; pareva muoversi nel vento, dando al losco figuro un aspetto ancor più minaccioso. Impugnava dei rami neri intrecciati in una sorta di staffa che si apriva, scoprendo una gemma violacea pulsante di energia.
Due file di costole avorio sporgevano dal torace e la pelle color del buio contrastava con le bianche striature del volto. incastonate nel cranio, due corna corvine squarciavano il crepuscolo e dalla mandibola sporgevano quattro zanne bianche. Gli occhi ametista mi osservavano cautamente.

L'Omega, in piedi rivolgeva l'imperturbabile sguardo al cielo, elaborando la sua prossima strategia. Stavolta eravamo solo noi due. Oni contro Drago.
Ripresi un minimo di quota e attaccai nuovamente. Un fuoco scarlatto vivo di rabbia si abbattè sull'oni causando una nebbia di ceneri. Atterrai e con un colpo di coda spazzai via la nube. L'avevo battuto? Così sembrava, ma neanche il tempo di muovere una zampa che il terreno di fece scuro iniziando a franare sotto il mio peso. Sapevo cosa sarebbe successo. Dei cristalli affilati come lame di diamante emersero dal terreno; invano cercai di prendere il volo. Uno spuntone si arpionò alla mia zampa sinistra anteriore lacerando la pelle squamata. Un verso stridulo di dolore invase la distesa desertica. Cadendo staccai di netto la roccia ancora conficcata nella zampa grondante sangue. Mi ritrovai a fissarlo dritto negli occhi. Una fiamma viola di tenebre racchiusa in un occhio demoniaco.

Battè due colpi per terra con la staffa.
Una nube catramosa inizio ad avvolgerlo e ad espandersi sul terreno. Stavano arrivando.
Mi allontanai zoppicando, spiccai un salto talmente potente che crepò il suolo polveroso e, con un battito d'ali ritornai in cielo. La macchia nera si stava espandendo. I primi oni iniziavano a scavare nella roccia per uscire in superficie. Tentai un ultimo disperato diversivo:
Feci fluire la forza rimasta incanalandola nelle corna superiori della mia testa.
Calma, silenzio.
Concentrazione.
Il mio corpo si illuminò di una potente e antica energia. Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, che rimbombò per la distesa rocciosa. Un globo di luce illumino la notte esplodendo ed emanando una luce accecante. La luce; l'unico punto debole degli Oni. I demoni, ignari di cosa successe, scapparono ritirandosi nei loro territori. Con un ruggito di vittoria e di avvertimento anche io tornai al mio nido sperando in una tregua di almeno due giorni.

Volavo, cullata dal buio della notte. Una luna piena dominava le tenebre e mi indicava la via del ritorno. Pochi minuti dopo iniziò a piovere, così continuai il mio volo sopra le nuvole. Un vento caldo soffiava feroce, non mi dispiaceva anzi, era quasi piacevole. Sentii un dolore lancinante percorrermi tutta la zampa anteriore sinistra; il cristallo stava facendo effetto; l'arto stava lentamente assumendo un colorito grigiastro, mentre le vene si ingrossavano colorandosi di una sfumatura innaturale. Non so per quanto sarei sopravvissuta. La magia Oni mi stava uccidendo dall'interno. Arrivai al nido sfinita, senza più energie e svenni.
Mi svegliai. Le prime luci dell'alba facevano capolino dalle alte montagne del territorio dei Draghi. Provai ad alzarmi, ma la zampa mi fermava ogni volta. Guardandola rimasi senza fiato. Era stata... fasciata? Da chi? Sicuramente non era un nemico, sarebbe svantaggioso per loro, inoltre gli altri draghi si sarebbero mobilitati. Il sangue Oni ha un odore molto riconoscibile. Rimasi a rimirarla per qualche secondo, ma un rumore spezzo la quiete mattutina; una roccia cadde echeggiando nel nido. Mi allarmai; inspirai profondamente... Oni.

Svegliai gli altri draghi facendo un verso di avvertimento, invitandoli alla cautela. Come ruolo di madre, sono io a proteggere e comandare il nido. Non avrebbero attaccato se non glielo avrei ordinato. un'ombra all'entrata della grotta avanzava a passo lento quasi tremante. Con un ringhio basso lo avvertì di non avvicinarsi e mostrai i denti; subito si fermò. Non sembrava pericoloso, anzi spaventato a morte. Incuriosita lo lasciai avvicinare ancora un po'. Si fermò sotto un fascio di luce proveniente da una fessura della grotta, così potei vederlo meglio: era... un... ecco un... non lo so. Non avevo mai visto una creatura del genere, ma comunque ancora non mi fidavo. Sapevo delle proprietà metamorfiche degli Oni, ma non conoscevo se potessero mutare in creature che non esistono. Era vestito di stracci grigi e aveva una corda legata in vita; portava anche delle "protezioni"? Ai piedi. Data la statura e le dimensioni del corpo sembrava essere un cucciolo. Non aveva corna o zanne sporgenti, in compenso aveva una piccola cresta bionda che gli ricopriva la testa e degli occhi neri. L'aspetto fisico, a parte le corna e le zanne, sembrava quello di un Oni e anche il sangue lo confermava, anche se annusandolo di nuovo mi ricordava un odore piuttosto familiare, che sia un Drago?

Nella mano destra teneva il pugno chiuso, lo indicai con l'artiglio, lui fece un passo in avanti e lasciò per terra una garza. In quel momento capii: era stato lui ha medicarmi la zampa, ma perché? Tentai di comunicare con lui. Feci un verso profondo ma non spaventoso (riesci a comprendermi?). Lui, dopo un momento di esitazione, fece cenno di si. Rimasi affascinata da quella risposta. Nessuno conosceva la lingua dei draghi. Prossima domanda: un ringhio corto che finiva con un sussulto basso (perché sei qui?cosa vuoi?) Il cucciolo prima mi guardò negli occhi, poi indico col dito indice la mia zampa ferita: avevo avuto la conferma che fosse stato lui a curarmi l'arto. Ultima domanda: un ringhio profondo e basso (sei un oni?) Non sapendo parlare la nostra lingua, prima scosse la testa in cenno di no, poi prese un bastoncino e incise nella terra delle lettere:
"umano"
non pensavo sapesse l'alfabeto Oni, ma comunque quella parola non esisteva e continuavo a non capire che cos'era.
Feci un ringhio e provai a scandire umano (sei un umano?) Sorridendo rispose di si con la testa. Emisi un gorgoglio lungo e basso (qual è il tuo nome?) Lui scrisse di non saperlo. Gli risposi con un ruggito solenne (il mio nome è Primigenia).

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Angolo autrice:

Ciao a tutti! Sono AnlixDragon la scrittrice di questo libro! Volevo solo chiedervi: vi piacerebbe il seguito di questa oneshot come libro vero è proprio scritto sul mio profilo? Commentate il vostro parere!

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