La resistenza ci tenne un agguato e purtroppo per noi, Skylor riuscì ad impossessarsi del potere dell'imperatore Garmadon. Anche se solo una piccola parte, quel potere era in grado di essere fatale nelle mani sbagliate. La Maestra dell'ambra era stata scaltra e abile, ma senza l'aiuto di quel demonio, il suo piano sarebbe fallito. Per fortuna non ci avrebbe dato più problemi.
Mistakè, si chiamava. Un ricordò raffiorò dai meandri della mia mente. Senza di lei non sarei mai riuscita a far tornare Garmadon, eppure ero lí, a guardare il suo volto sofferente mentre ponevo fine alla sua misera esistenza. Non so cosa provai, ma non mi piacque quell' emozione.
L' Oni di pietra si ergeva in tutta la sua grandezza, pronto a distruggere chiunque si fosse opposto al volere del suo padrone. Un guerriero senza emozioni, completamente sottomesso al volere del più forte. Si avvicinava a passo lento facendo tremare la terra. Garmadon cercava di opporsi, ma skylor era una degna avversaria. Assistevo allo scontro dal grattacielo più alto di Ninjago City, le industrie Borg, al fianco del mio idolo, come sua legittima figlia, e non mi ero mai sentita meglio. Ormai Ninjago si era inchinata davanti al nostro potere, regnavamo incontrastati ed un patetico gruppo di ribelli non avrebbe certo fermato la nostra avanzata.
Il golem non arrestava la sua furia. Frantumava tutto ciò che aveva davanti, tutto quello che lo potesse ostacolare. Fu una battaglia all'ultimo sangue, agguerrita più che mai. La resistenza contro l'imperatore di Ninjago. Ci fu un momento di debolezza e Garmadon perse completamente il controllo sui suoi poteri.
L'Oni si fermò. Volto la testa e con i suo minuscoli occhi viola, ci scruto attentamente. Fin nell'anima. Sentii un brivido lungo la schiena è un' inquietudine mi pervase. Controllato da Skylor, non arrestava il suo cammino, presto sarebbe toccato a noi sprofondare in un cumulo di macerie.
L'ansia mi prese alla sprovvista; inizia a sudare freddo, dovevo prendere una decisione. Provai a convincere Garmadon dall'idea di scappare, fuggire, per noi non c'era altra via di scampo. Lui continuava, imperterrito, irremovibile a provare, in vano a riacquistare il controllo dell'Oni, mentre quest'ultimo, con la sua lenta marcia, scandiva il tempo rimanente alla nostra morte.
Corsi via, più in fretta che potei. Non rivolsi neanche uno sguardo a Garmadon, non ne avevo il coraggio; so cos'era in grado di fare, so quali fossero le conseguenze che avrei dovuto pagare se fossi fuggita. Saltavo da edificio a edificio, cercando di evitare gli attacchi. Debole. Patetica, così mi sentivo, ma la paura di morire sovrastava le altre emozioni. Non riuscivo a smettere di correre. Mi mancava il fiato, ma come una preda inseguita, non potevo fermarmi.
Arrivai ad una palazzina che stava per crollare. Sentii un urlo disperato. Era un bambino. Sapevo cosa dovevo fare. Avrei pagato a caro prezzo, ma sapevo di doverlo aiutare. Ero solo una bambina quando persi i genitori nello stesso identico modo. E non auguro a nessuno quello che dopo ho passato. Tutti meritano di essere amati. Persino il più perfido dei demoni.
Aiutai la famiglia in pericolo e subito cercai una via d'uscita. Salii le scale antincendio. Arrivai sul tetto del palazzo e- un boato terrificante fece tremare tutta la palazzina. Mi voltai di scatto e vidi quel mostro di pietra. Mi sentii soffocare, come se fossi stata colpita da un proiettile in pieno petto, i battiti cardiaci accelerarono come mai prima d'ora. Avevo segnato il mio destino.
Il pavimento sotto di me inizio a creparsi. Io ferma, immobile. Non una sola parola; un solo respiro. Il palazzo collasso ed io con lui. I miei sogni, le mie speranze, il mio futuro come polvere gettata al vento. La mia vita come uno specchio in frantumi. Così fragile e tagliente. Dalle mille facce corrotte dalle crepe del tempo. Maschere.
Mi passo davanti tutto il mio passato, tutto ciò che ero. Una mano mi afferrò. Convinta di essere morta mi girai, ancora incredula, per vedere il viso del mio salvato. Iniziai a piangere.
La gioia che provai fu indescrivibile. Mentre il mio corpo stava sparendo; potei riabbracciare di nuovo i miei veri genitori. Le uniche persone che sono riuscite ad amare anche un demone perfido e subdolo come me. Svanimmo tra le macerie. I nostri spiriti si unirono in un abbraccio infinito. Eterno. Etereo. Perché chiunque ha il diritto di essere amato.