Ritorno

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"Cara Lily,
Sono passati parecchi anni dall'ultima volte che attraversasti il cancello di Hogwarts, sono stati anni difficili per la nostra scuola.
La guerra ha distrutto il castello, molti ragazzi, studenti, sono sotto shock, molti insegnanti hanno abbandonato il lavoro.
Silente ci ha lasciati, quindi adesso spetta a me il compito di richiamarti al tuo posto.
Il pericolo è scampato, Voldemort è morto, tu puoi tornare a casa... "

Lily posò la lettera sul fine tavolo in vetro, mise le mani tra i capelli e iniziò a piangere.
Pianse con tutta sé stessa, pianse di felicità, corse fuori dalla sala.

" Calliope! CALLIOPE! "
Urlò correndo per il corridoio in marmo.

" Lily! Che succede?"

La strega porse la lettera all'amica e iniziò a saltellare tra le lacrime di felicità.

"Sono così felice Lily"

"Mamma! Zia! Che succede?"

"Torniamo a Casa Eileen"

***

Tra le mura del castello ogni passo vibrava e rimbombava sotto i piedi del mago, ogni volta il cui mantello strisciava al suolo un sibilo investiva le mura.

Dalle finestre gli ultimi raggi del sole penetravano illuminando di rosa gli archi.

Severus Piton camminava con la testa altrove, sapendo ciò che gli aspettava.

Minerva lo aveva convocato e sapeva perché, lo immaginava non era di certo un idiota!

Camminava, camminava, il pensiero di lei di nuovo tra quelle mura gli mandava il cervello in pappa.

Cosa avrebbe fatto?

Undici anni prima si erano promessi di aspettarsi.

E se per lei non fosse stato così? Se avesse un altro uomo, un'altra vita, un'altra prospettiva?

Non poteva saperlo, l'unica cosa che era chiara era che lui la aveva aspettata.

Ogni notte e ogni giorno, ogni secondo pensava a lei, pensava al suo sorriso, alla sua risata, ai suoi capelli, ogni angolo del castello gli ricordava un bacio, un momento, un pianto.

Cosa avrebbe fatto se lei non lo avesse aspettato?

Ne sarebbe morto.

Ma undici anni non sono come due ragazzini che si promettono l'estate dell'anno successivo...

Arrivò davanti ai Gargoyle.

" Oncidium"
Disse, e la scala a chiocciola emerse.

Minerva aveva scelto il nome di un fiore come parola d'ordine, Albus sceglieva sempre nomi di dolci perché a sua detta, lo divertiva l'idea di tutti quei maghi e streghe superbi che per parlare con lui dovessero dire quelle parole.

Quel vecchio pazzo.

Salì gradino dopo gradino facendo attenzione a non incespicare, aveva paura, il cuore nel petto batteva come la notte del ballo, quando lui l'aveva rincorsa sotto la luce fioca, e poi si erano baciati, come la volta che ballarono nel suo ufficio, come la volta che fecero l'amore per la prima volta.

Bussò.

"Avanti Severus caro"

"Buonasera Minerva, a cosa devo questo incontro?"
L' animagus posò gli occhiali squadrati sulla grande cattedra e si strofinò gli occhi.

"Il tempo ha fatto il suo corso ed è arrivato il momento che tutto torni al suo posto Severus."

"Non ho mai ostacolato tali avvenimenti quindi non capisco il motivo per il quale ti sia sentita in dovere di informarmi"
Rispose in tono distaccato mentre le dita tremavano.

La Preside si alzò girando intorno alla cattedra e sedendosi nella poltrona accanto a quella del mago.

"La prima volta che ti notai fu quando alla mia prima lezione trasfigurasti perfettamente una moneta in una formica.
Ti feci i miei complimenti, assegnai dieci punti a serpeverde.
Tu non mi ringraziasti, rimanesti fermo, composto, il viso nascosto dai capelli.
Come se non avessi meritato tutto ciò.
Gli anni passano ma tu non cambi Severus, nonostante tu sappia perfettamente il tuo valore e ciò per cui sia importante lottare, tutto andrà al suo posto "

" Minerva, sono passati undici anni"

"E se ciò che vi lega è così puro altri undici non basterebbero, sarà complicato di certo.
Non sarete immediatamente ciò che siete stati, ma ci riuscirete, credo che le circostanze vi aiuteranno"

Severus alzò pericolosamente un sopracciglio.
" di quali circostanze parli?"

La vecchia donna sospirò le lacrime le vennero agli occhi.

"Che Merlino mi perdoni"

"Avanti Minerva"
Il tono preoccupato spinse la strega a parlare.

"Il giorno dell'attacco di Bellatrix Lily fù portata in infermeria in condizioni pessime, Poppy controllò i valori, ma nonostante apparentemente tutto fosse apposto qualcosa non quadrava...
Alcuni valori erano troppo alti, avvertiva una nausea persistente, giramenti di testa.
Allora Poppy capì, Lily aspettava un piccolo maghetto o una piccola streghetta "
Una lacrima le rigò il viso seguita da un singhiozzo.

" Tuo figlio...
Severus, Albus la convinse a non dirti nulla per non mandare a monte il piano... Le chiese di tacere per il bene superiore e lei così fece, è stata una donna coraggiosa, perdonala ti prego."

Severus pianse, pianse come un bambino.
Tirò un pugno al muro in pietra, un secondo, un terzo un quarto, fino a quando il dolore sembrava non essere abbastanza.

" Severus! Severus ti prego! Basta! "

" MI HA NEGATO LA FELICITÀ, MI HA NEGATO L'AMORE, MI HA NEGATO UNA VITA NORMALE E PURE IL DIRITTO DI SAPERE DI ESSERE PADRE"
urlò tra i pianti.

La strega si accasciò a terra.

"NON LO PERDONERÒ MAI"

"Calmati Severus ti prego"

Il mago strinse la donna piangendo.

"Sono padre"

"Lo sei..."

"Sarei potuto essere l'uomo più felice del mondo"

"E lo sarai"
Rispose.

"Perché? Perché me l'ha nascosto"

"Aveva paura che tu non avresti lasciato Lily andare, Avevi sofferto troppo per mandare tutto a monte."

"Doveva essere una mia scelta Minerva. MIA!"

"non possiamo cambiare il passato, ma possiamo decidere il nostro futuro, sarete una famiglia, se lo vuoi davvero"

𝐋𝐚 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐳𝐚 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora