I - Alessia Jones

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"Io voglio essere una Serpent, Jugh! Come te, come papà!" era da poco più di 10 minuti che la bella sorella di Jughead, cresciuta in Italia e ancora sconosciuta da tutti, Alessia Jones, cercava di dissuadere il fratello.
"Assolutamente no. Non se ne parla. Non ti lascerò ballare come una sgualdrina davanti a tutti i Serpents, sotto molti occhi... perversi." le rispose prontamente il maggiore, per poi continuare "Hai solo 14 anni, so che a breve ne farai 15, ma sei ancora troppo piccola. E poi sei arrivata da poco, non conosci nessuno dei miei amici, nè la mia ragazza. Porta pazienza, Alessia." concluse.

La corvina, afflitta, decise di lasciar perdere. Per il momento.

Ad irrompere nella piccola zona "relax" della roulotte, composta da un piccolo divano e una televisione molto vecchia e qualche decoro, fu FP Jones, padre dei due fratelli. "Ha ragione Jughead, Alessia. E adesso andate a dormire, è tardi e domani avete scuola, per non parlare del fatto che è il tuo primo giorno qui nella Riverdale High. Sei fortunata che, una volta chiusa la scuola nel North Side, hanno trasferito tuo fratello di nuovo, insieme ad alcuni Serpents."

Entrambi furono costretti ad annuire, dirigendosi a letto avvolti da mille pensieri, soprattutto Alessia.

Capelli scuri, neri, e gli stessi occhi chiari tendenti al grigio del fratello. Aveva una corporatura snella, certo, ma aveva delle curve prosperose nel modo giusto, che lasciavano solo spazio all'immaginazione, nonostante la giovane età.
Era bella, molto, ma lei sembrava non saperlo, rimanendo sempre molto insicura.

Infatti, la notte, non riuscì a dormire un sonno profondo. Continuava a pensare se si fosse integrata bene nella nuova scuola.
Era molto timida, e spesso questo le giocava brutti scherzi in fatto di relazioni sentimentali e non.

Non le restava che fare affidamento sul fratello Jughead, sperando che le avrebbe presentato i suoi amici e non l'avrebbe lasciata sola, in quel covo di studenti annoiati e con volti sconosciuti.

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La mattina, colta dall'ansia, si svegliò prima del ragazzo sempre col berretto, così ne approfittò per prendersi tutto il tempo per prepararsi.
Fece una doccia calda, infilando, una volta uscita, l'intimo bianco.
Di conseguenza andò davanti al suo armadio, spalancandone le ante, per avere una visuale completa sugli indumenti.

Dopo un'accurata riflessione, aptò per una semplice maglia corta, aderente e bianca, con lo scollo a V, che lasciava intravedere le sue forme. Per il sotto, invece, prese sei semplici pantaloni di pelle nera, forse un po' troppo stretti, mettendole in risalto il fondoschiena prosperoso. Mise le sue fidate Vans nere, e si guardò allo specchio: forse aveva esagerato?

Scacciò immediatamente quel pensiero: era il suo primo giorno, doveva fare buona impressione.

Sistemò i capelli ricci, lasciandoli ricadere sulle spalle e passò al trucco, applicando solo del mascara, due linee di eyeliner parallele e un semplice lucido sulle labbra.

Scegliendo di non riguardare di nuovo la sua immagine riflessa nello specchio dentro l'anta dell'armadio, per paura di non piacersi, andò in cucina.

Notò con stupore suo fratello già sveglio e pronto, che la squadrò da capo a piedi, mettendola in suggestione. "Ho qualcosa che non va?" domandò, la ragazza, impaurita dal suo gesto.

In risposta, Jughead, scosse la testa contrariato, arrendendosi. Prese le chiavi della sua moto, e con la sorella stretta alla sua vita, partì verso la scuola.

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Una volta arrivati fuori dalla Riverdale High, Alessia tolse il casco, in movimenti molto semplici, passandosi una mano tra i capelli per sistemarli.
Quando volse il suo sguardo verso il cortile della scuola, scoprì letteralmente tutti gli studenti intenti a fissarla, chi stupito e chi con occhi pieni di invidia.

Rivolse un sorriso timido al fratello che prontamente le mise una mano attorno alle spalle, entrando dentro la struttura, sempre sotto gli occhi di tutti.

"Ciao, Jugh." un ragazzo rosso, che sembrò essere molto muscoloso dai pettorali che si intravedevano sotto la maglia bianca che indossava, e con un'aria molto buona e gentile, salutò il ragazzo con il cappello al suo fianco.

Alessia si accorse delle ragazze dietro di lui: una con i capelli neri e sopracciglia molto marcate e perfette, e l'altra, che parve infastidita, bionda e con gli occhi azzurri.

"Ehm... ciao?" la salutò, più come una domanda rivolta verso Jughead, quest'ultima, con un pizzico di fastidio nella voce.

"Ragazzi, lei è Alessia: mia sorella." ammise il ragazzo dai capelli neri, lasciando sbalorditi i tre.

Imbarazzata, si limitò a salutarli sventolando leggermente la mano, per poi portare lo sguardo al pavimento, che sembrò essere improvvisamente più interessante.

A salvarla da quella situazione, fu la campanella fastidiosa che segnava l'inizio delle lezioni.

Da quanto le aveva indicato Jugh qualche giorno prima, mostrandole i suoi orari, aveva matematica.

From Italy - Sweet PeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora