Il vero problema che sorge quando si deve partire per dei posti totalmente nuovi è: non sapere cosa indossare.
Dicono che Amsterdam d'inverno è completamente congelata e che se non ci dovessimo portare i giusti indumenti moriremo di freddo. Ma quello che non tengono in considerazione è: dove dovrei trovare tutto il materiale a soli cinque giorni dalla partenza? Hanno organizzato questo viaggio letteralmente con i piedi.
A soli pochi giorni dalla partenza non abbiamo neanche un punto di incontro prima di partire, per non parlare della totale incompetenza dei collaboratori scolastici nel non riuscire a dirci nemmeno dove andremo ad alloggiare, in questo momento dubito anche se avremo un posto in cui alloggiare.
Stiamo andando allo sbaraglio praticamente.
Questo viaggio sta andando di male in peggio senza togliere la loro presenza.
Sto ancora ripensando alla conversazione con Sophia e non riesco a levarmi dalla testa la sua frase: prova a metterti nei miei panni. Per poco non le ridevo in faccia.
"Mettermi nei suoi panni" ripeto, sono completamente scioccata dalla sua sfrontatezza. Dopo tutto quello che mi ha fatto, mi chiede di guardare dal suo punto di vista. E lei? Si mai messa nei miei di panni? . Mi ha lasciata Alex e lei ci prova con lui al terzo giorno.
E io dovrei mettermi nei suoi panni? Allucinante.
Con tutto il rispetto, che non dovrei avere, le ho risposto: "Ascolta, forse dovresti anche pensare alla mia situazione, oltre che alla tua. Perché fin quando memoria non mi inganna. Io l'ho fatto. Sono venuta da te mesi fa. Ti ho chiesto esplicitamente se ci stessi provando con lui. Anzi ho chiesto ad entrambi di dirmi la verità ed entrambi avete deciso di mentirmi. Quindi non biasimarmi se decido di non voler neanche lontanamente mettermi nella tua posizione. Perchè tu nella tua di posizione ti ci sei voluta mettere, io l'ho dovuta accettare. Che è diverso."
E' proprio andata così. Tutto iniziò il 6 settembre.
Era il compleanno di Lo, faceva diciotto anni. La sua famiglia possiede un resort a quaranta minuti di treno dalla nostra città e in estate siamo abituati ad andare da lui per trascorrere insieme le vacanze.
Lo è il mio migliore amico, abbiamo passato tutta l'estate del primo anno di superiori a conoscerci meglio. Ci siamo avvicinati perché ai tempi, io ero l'amica di Sophia e Sophia era la ragazza che lo faceva impazzire. Erano una bella coppia loro due. Non amavano stare con molte persone, erano timidi entrambi, e nella loro timidezza hanno trovato una persona con cui essere totalmente estroversi.
Ad ogni modo, si sono lasciati l'anno prima perché Lo aveva bisogno di spazio e non riusciva più a stare con lei perché non capiva più chi fosse, e chi lui volesse essere.
Quell'anno aveva deciso di abbandonare anche me.
Ho scoperto della rottura solo la settimana dopo, quando sono tornata da Monaco in Germania per un progetto del coro BeFree della scuola. Però avevo già capito che qualcosa non andasse quando al terzo giorno di viaggio ho chiamato Lo e ho sentito la sua voce spezzata, vuota come se gli avessero risucchiato l'anima. E allora avevo intuito. Si era lasciato. So che sembrerà strano ma Lo l'ha sempre amata, anche dopo che si sono lasciati. Lui l'ha sempre amata. Però essendo giovani e immaturi, spesso non riusciamo a capire noi stessi. Non comprendiamo delle decisioni che facciamo perché tutto cambia in un frangente.
Non siamo sicuri di noi stessi perché cambiamo di giorno in giorno e decidiamo di volta in volta chi vogliamo essere. E non aspettiamo altro che un giorno, una mattina, in cui ci svegliamo e con il sorriso sapremo chi vorremmo essere e cosa vorremmo fare.
Ma fino ad allora la nostra vita sarà tutto un grande groviglio di fili di incertezze, dubbi, incomprensioni. Bisogna avere coraggio nel districare i nodi. Avere pazienza e dare tempo al tempo.
Proprio perché la mamma di Lo mi conosce benissimo, anzi no, mi adora. Le ho scritto che saremmo andati all'hotel il giorno prima per fargli una sorpresa. Il ragazzo stava ancora dormendo quando siamo arrivati. E' stato bello vederlo spensierato, con le persone a lui care e poter festeggiare uno dei momenti più significativi della storia di ognuno di noi. A differenza di me. Mi ero lasciata con Alex solo 4 giorni prima. E giusto il giorno antecedente ero andata a casa sua con tutto l'orgoglio buttato dal balcone e chiedergli di darci una seconda possibilità. Ero davvero pronta ad andare in battaglia. Ma poi quando arrivai lì, lui stava dormendo e la prima cosa che mi chiede quando mi vide fu: "che ci fai qua? perché sei venuta?". Non gli avevo risposto. Per un secondo mi sentii imbarazzata, in colpa per averlo svegliato e stupida per averci anche provato. E allora la prima cosa che gli ho detto è stata : volevo prendere una delle due foto. Quelle fatte con la instax.
Sapevo che gli avrebbe fatto male perché quelle due foto erano una testimonianza del nostro rapporto. Qualcosa da andarne fieri, da poter guardare e dire: ecco questi siamo noi. ù
Avevamo deciso di scattare una foto insieme ogni mese lo stesso giorno: il 13 di ogni mese. Il giorno era il tredici perché purtroppo per un motivo o per un altro non riuscivamo mai ad incontrarci il 6 che è il giorno in cui ci siamo fidanzati. Si sembra molto strano ma per me è quasi divertente.
Erano due foto bellissime e una volta nel bel mezzo di un litigio avevo chiesto di prenderle e tagliarle. Ero furiosa perché credeva che non fossi in grado di fargli del male. E' stupido, molto stupido. Ma i fidanzati fanno cose stupide. In quel momento lui mi aveva detto: "Per favore no". E si è messo a piangere. Sono andata totalmente nel panico. Non avevo intenzione di farlo davvero, era stato solo un momento di rabbia. Ma lui stava piangendo e io non potevo far altro che amarlo per la sua sensibilità, per il suo amore e per la sua cucciolanza(?), si può dire? Non mi interessa. Lo abbracciai che tradotto significava: basta Alex va tutto bene. Lui mi disse: "qualsiasi cosa succeda, anche se dovessi lasciarci, quelle non le butterò mai. Rimarranno là. Sono troppo importanti."
Quel giorno, quando gli ho chiesto di darmi una delle due foto lui mi disse: "Va bene ma prendi quella a sinistra". Sapevo di quale stava parlando. Era quella in cui facevano le bolle d'aria con le bocche imitando il bacio dei due personaggi di Piovono Polpette. Voleva darmi quella relativamente meno significativa perché l'altra, quella a destra, era la foto del nostro bacio il giorno del suo compleanno allo scoccare della mezzanotte. Gli avevo fatto una mini sorpresa con tanto di torta e regalo.Era importante, insomma. Molto.
Alla fine presi quella a sinistra e quel giorno decisi di dargli il mio ultimo abbraccio. Salutai la mamma, la sorella e me andai con le lacrime agli occhi e il cuore spezzato.
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Meglio usare lo Scotch (Cellophane Tape Book 1)
Romance-"Credi davvero che tornerà? "- Credo al ritorno di fiamma? Non lo so. -" Pensi davvero che dopo tutto questo tempo, dopo tutto il dolore che ti ha causato, ne valga ancora la pena? " Non lo so. Non so cosa pensare. Non so nulla se non la certezza...