Prologo

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"E fu così che estraendo la spada dalla roccia egli divenne Re d'Inghilterra".
Mi tolsi allora gli occhiali e mi apprestai a spegnere la luce sul comodino.

"Papà, ma cosa successe dopo? Ti fermi sempre qua quando mi racconti questa storia, voglio sapere cosa fece dopo" mi disse stropicciandosi gli occhietti visibilmente assonnato.

Lo guardai amorevolmente e dissi: "Mi prometti che poi andrai a dormire se te lo racconto?".

"Sì!"

"Va bene, ti racconterò cosa successe una volta diventato Re allora".
Mi fissava pieno di speranza e ammirazione, una sensazione impagabile e meritevole di un altro pezzo di storia.

"Assieme alla Tavola Rotonda da lui creata, grazie ai suoi più fidati cavalieri, governò con saggezza le terre a lui affidate, fece terminare le guerre per il potere e aiutò il popolo a migliorare il suo tenore di vita, e per questo ogni singola persona del regno gli fu immensamente grata".

Sospirai, poi ripresi: "Veniva quasi adorato, e nessuno, o pochi, pensavano più a cercare conflitti, garantendo così una pace forte e duratura".
Lo vidi allora un po' interdetto: "Non ti sta piacendo come continua la storia?".

"Sì, però io volevo sapere soprattutto della spada: con la pace non la usava vero?".

"No, non la usava, la spada faceva da deterrente per mantenere la pace, era più un simbolo sacro".

"Tutta questa fatica per una spada che neanche usò poi" sbottò visibilmente arrabbiato.

Sorrisi.

"Ma almeno è stata usata da quelli che l'hanno avuta dopo?".

"Aaron, ti stupirà, ma nessun altro a parte lui ha mai posseduto Excalibur: quando Artù morì la spada scomparve magicamente".
A quel punto riprese interesse per il racconto, e continuai: "Alcuni dicono che venne sepolta assieme al Re, altri dicono che tornò nella roccia ad aspettare un degno erede".

"Sarò io quell'erede allora!" esclamò fermamente.

Sorrisi ancora.

"Non ho alcun dubbio che sarai tu, hai tutte le carte in regola per diventarlo, ma bisogna trovare anche la spada e non è impresa da poco".

"Tranquillo, papi, ci riuscirò, da grande sarò anche io un bravissimo archeologo come te".

"Sicuro di voler seguire le mie orme? Non è una strada facile da intraprendere".

"Sicurissimo" sentenziò di tutta risposta alzandosi in piedi sul letto.

"Molto bene, allora ho deciso di darti un piccolo regalo per aiutarti a raggiungere il tuo obbiettivo".

Mi tolsi la collana in argento che avevo al collo e gliela misi.

"Questa semplice collana mi fu data dal nonno, e io ora la cedo a te".

Gioì vistosamente e ne fui immensamente felice.

"Ti proteggerà, tienila sempre con te".

Mi alzai e cambiai espressione: "E ora a letto, è tempo di dormire".

"Uff, va bene, buonanotte Papà" poi s'interruppe qualche secondo e aggiunse: "Grazie!".

"Prego figliolo, buonanotte".

Chiusi la porta della sua cameretta.

Feci per scendere giù in salotto, ma mi girai ancora a guardare la porta appena chiusa.

"Buonanotte, Aaron, papà ti vorrà sempre bene".

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