Respirai profondamente, poi mi fermai a fianco di una colonna nei pressi dell'uscita ad aspettare l'arrivo degli altri due.
'Muovetevi, non voglio rimanere un secondo di più in questo posto' pensai.
Qualche istante dopo vidi finalmente sbucare dal terreno prima Chri e successivamente Paul, entrambi affannati almeno quanto me.
Ansimante, quest'ultimo disse: "Perfetto, ora ci basta solo filarcela a casa".
"Esatto, e velocemente anche" aggiunsi, per poi continuare: "Da che parte siamo arrivati però?".
A quel punto intervenne Chri in maniera rude: "Lo sa sicuramente il nostro caro amico qua presente, non è vero?" e dopo aver pronunciato quella frase fulminò Paul come mai prima di quel momento.
Lui ci guardò, poi iniziò a girare la testa scrutando la boscaglia circostante.
"Bhe si, è abbastanza chiaro da dove siamo arrivati ragazzi, come fate a non ricordarvene?".
Tirai allora un sospiro di sollievo: in cuor mio ero troppo convinto che se lo fosse scordato, così come avevo fatto io, ma per una volta mi fece ricredere.
"Menomale, almeno ogni tanto puoi risultare utile" continuò il discorso Chri: "Da dove quindi?".
"Dalla strada che porta dal festival a Glastonbury no? Mi sembrava così banale e scontato, mi deludete così però.." .
Dopo aver sentito quella frase tornai sui miei passi mentali a ritirare quanto pensato in precedenza, la situazione era proprio come temevo.
Smorzai il momento di tensione girandomi verso Chri per evitare che esplodesse dalla rabbia, cercando di ignorare quanto appena sentito, e le dissi: "Tu te lo ricordi vero? So che la risposta sarà un bel si".
Lei per fortuna sorvolò sulla battuta appena fatta, ma solo perché mi rispose seccamente: "Si che me lo ricordo ovviamente, sarà passata mezz'ora da quando siamo arrivati qua e non è possibile scordarsene in così poco tempo".
Mi sentii leggermente in imbarazzo, ma evitai di farlo notare: "Guidaci allora, di te mi fido, ma andiamocene ora prima che possano liberarsi".
Paul in tutto ciò, visibilmente in carenza di attenzioni visto il flop della battuta precedente, se ne uscì dicendo: "Comunque quella spada è proprio una forza Aaron, ti dà un'aria così regale oltretutto", poi mi squadrò dalla testa ai piedi e proferì: "Potresti essere l'ultimo discendente di Artù e non esserne a conoscenza sai?".
Incredulo per ciò che avevo appena sentito, volsi allora lo sguardo verso la spada, della quale per l'adrenalina che avevo in corpo mi ero completamente scordato: la lama era per metà insanguinata e per metà lucente, mentre l'elsa dorata emanava un'aura quasi surreale.
Era proprio maestosa anche in quelle condizioni, e per un istante pensai al fatto che le parole di Paul sarebbero potute essere vere: quella era senza alcun dubbio la leggendaria spada delle leggende, Excalibur, e chiunque sa che solamente una persona degna può estrarla dalla roccia e impugnarla.
Sull'essere imparentato col Re della mitologia britannica però avevo i miei dubbi, ma sorvolai, e questo perché il mio sguardo scendendo dall'elsa si era soffermato sulla mia mano, inspiegabilmente calzata da un guanto d'oro.
Nella situazione in cui eravamo, un guanto comparso dal nulla una volta impugnata una spada non sembrava poi suonare così stranamente: insomma, avevamo appena assistito alla comparsa di un serpente a comando vocale, alla trasformazione di un anello in un bastone con un semplice lancio in aria e una parolina magica e alla manifestazione di barriere di forza senza saperne nemmeno il come, quindi..
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Gods Legacy - The Lightning Game
FantasyAaron è uno studente che come molti altri sta vivendo i suoi anni delle Superiori in maniera spensierata assieme ai suoi compagni e amici Paul e Christine. La passione per le leggende e la mitologia trasmessagli dal padre scomparso lo ha accompagnat...