2. Il Gran Festival

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"Tutto a posto amico?"

Un po' interdetto mi rialzai: "Sisi tutto bene, scusami".

Davanti a me un ragazzo poco più grande si stava sincerando che fosse realmente così: "Dai vieni che ti offro da bere per farmi perdonare".

Con un'offerta del genere non potevo certo rifiutare, gli altri avrebbero potuto aspettare un altro paio di minuti in più sicuramente.

"Allora, cosa ti porta qui? Non sei del posto vero?"

"E' stato il mio accento a tradirmi o non sembro per nulla di queste parti?"

"Entrambe, a dire la verità"

E scoppiammo entrambi in una sonora risata.

"Mi è stato raccontato di come questo sia un evento imperdibile, e ovviamente sono qua per verificarlo di persona. Poi queste occasioni sono ottime per farsi qualche boccale di buona birra in compagnia, non credi?"

Mi avvicinò il suo bicchiere e facemmo un brindisi, dopodiché si rivolse verso di me con uno sguardo amichevole: "Allora, direi che le presentazioni siano d'obbligo a questo punto. Mi chiamo Chad Draco, ho 24 anni e sono di Londra, e per quanto vedo è stato un piacere essermi scontrato con te".

"Aaron Goodwill, 19 anni e sono italiano, e il piacere è stato tutto mio".

Un'altra risata di gusto scoppiò in quell'istante, per poi proseguire col discorso: "Immagino tu sia ancora uno studente".

"Corretto, finirò quest'anno gli studi in lingue; tu invece di cosa ti occupi? Studi ancora?"

"Purtroppo no, ho dovuto smettere qualche anno fa a causa del lavoro"

"Cosa tratti col tuo lavoro?"

"Mi occupo principalmente di Archeologia e dello studio delle varie Mitologie degli antichi, ma a seconda delle circostanze vengo anche impiegato per altro dai miei superiori".

"Interessante, mi piacerebbe saperne di più, sono sempre stato appassionato di tutto ciò grazie a mio padre, quando c'era ancora.."

Chad a quel punto mi mise una mano sulla spalla, me la strinse e con tono rassicurante mi disse: "Mi dispiace molto averti fatto venire in mente indirettamente ricordi tristi Aaron, ma credo tu sia un ragazzo forte da quel poco con cui ho parlato con te".

"Non ti preoccupare, è stato molto tempo fa, ormai sono riuscito a superarla; la passione per la storia, per il passato e per l'alone di mistero a loro associato che mi ha trasmesso è stata parecchio di aiuto negli anni addietro, ma lo è anche tuttora. Mi sembra sempre di viaggiare col pensiero direttamente in quei mondi lontani quando mi ci immergo con la lettura".

Sorrise, poi cambiò espressione: "Mi fa piacere sentire che ci sia qualcuno che riesca ancora ad apprezzare tutto questo, io ho perso la concezione del piacere associato a tutto ciò da tempo ormai".

Lo guardai un po' stranito.

Poi dissi: "Dev'essere pesante averci a che fare tutti i giorni per lavoro allora".

"Lo è parecchio, ma non ho altro", e posando il boccale aggiunse: "Bene, direi che è ora di salutarsi Aaron. Per me è stato un vero piacere conoscerti, spero che le nostre strade in futuro possano incrociarsi di nuovo, magari non in modo rocambolesco come questa prima volta, ma sempre con una birra di mezzo direi".

Sorrisi spontaneamente.

"Il piacere è stato mio, concordo in pieno con quanto detto da te" e con una calorosa stretta di mano ci salutammo.
"Carino l'anello comunque, non ne avevo mai visto uno così prima d'ora" gli dissi ridacchiando prima che se ne fosse andato; lui di tutta risposta rise, lo guardò, e dichiarò "E mai ne vedrai uno simile credo, spero" e si dileguò.

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