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DODICESIMO

12. Come una scena di un anime shojo

Minho si rotola nel letto, non riuscendo a prendere sonno.

Oltre alla faccia terribilmente arrabbiata di Mrs. Park quando era entrato in classe a dieci minuti fino al suono della campana, anche un altro viso (molto più piacevole) non vuole lasciare i suoi pensieri.

Continua a pensare a Jisung.

Non che gli dispiaccia rivedere i tratti delicati del suo viso, la curva della sua mascella e il suo sorriso ogni volta che si distrae. ((N/A MA D'ALTRONDE CHI DI NOI NON PENSA A JISUNG PER TIPO TUTTO IL PROPRIO TEMPO LIBERO))

Solo che non si è mai sentito così per nessuno prima d'ora.

Ha avuto un discreto numero di fidanzati (e due fidanzate), ma oltre a essere durate non più di due mesi quelle storie non gli avevano mai fatto provare grandi sentimenti.

E invece quando pensa a Jisung è tutto luminoso, una scena di un anime shojo in cui ci sono cuoricini e bolle rosa a circondare il protagonista mentre la protagonista rotola per terra perché è stata colpita dalla sua bellezza.

Jisung è un tipo di bellezza che non si sarebbe mai aspettato gli sarebbe piaciuta così tanto. Pensava di essere un tipo da spigoli e linee dure, occhi piccoli e dita sottili. E invece eccolo lì, a voler pizzicare le guance da scoiattolo dell'altro ragazzo.

"Ho visto le stelle riflesse nei suoi occhi. Penso di poter morire felice ora."

C'era qualcosa di dannatamente spettacolare in tutte le piccole linee curve del viso di Jisung. Una dolcezza delicata, un'esplosione di fuochi d'artificio che non fa rumore, un mare tranquillo ma con qualche piccolo movimento delle onde, una canzone a volume basso in macchina mentre torni in casa la sera. Sensazioni che a Minho ricordano linee curve di un viso che non riesce a togliersi dalla testa.

Jisung è così piccolo, tutto occhietti che devono alzarsi per guardare bene in giro o fissarsi nei suoi, eppure quando sorride è Minho a sentirsi piccolo. Come se la luce che il suo sorriso irradia fosse un piedistallo che lo porta al di sopra del resto, intoccabile, Minho on può fare a meno di pensare che il sorriso di Jisung sia come il sole. Fatto per essere osservato da lontano, troppo accecante per le persone, troppo grande per gli occhi che lo guardano.

Se si guarda il sole con un telescopio, si viene istantaneamente accecati. Neanche il tempo di poterlo vedere, e non potrai mai più vedere nulla.

Così Minho si sente piccolo, accecato dalla maestosità e dalla perfezione del sorriso di Jisung.

Così quando lo vede dubitare di se stesso l'unica cosa che vuole fare è riempirlo di complimenti, ma non è capace di mettere insieme cosa pensa di lui con le parole, perché le parole che conosce non sono abbastanza per descrivere come si sente, cosa Jisung è per lui.

Glielo vorrebbe dire come splende, come non è più così basso quando sorride, perché come in un anime, Minho si sente sollevare, i capelli mossi da un vento che non c'era fino a un attimo prima, gli occhi spalancati, luccicanti, e pieni del suo sole.

Così, in preda a dei sentimenti troppo complicati per il povero Minho, dopo essersi rigirato nel letto per ore, si ferma a guardare il soffitto, e allora ecco che mentre la superficie intonacata regolarmente lo giudica lo colpisce, parole nere su carta bianca, come i titoli dei suoi temi procrastinati, chiaro come il giorno, il pensiero che Jisung gli piace. Anche tanto.

Così guarda il soffitto mentre elabora la realizzazione. Se lo aspettava, in realtà, che sarebbe successo. Non puoi guardare un sole come Jisung e poter pensare di non finire per innamorartene.

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WOOOOOOOOO SENTIMENTI!!!

Ho deciso che in questa storia ci voglio un po' di angst perché se no non è divertente. No scherzo è che l'angst si scrive più facilmente. Del tipo scorrono le parole e tutta quella roba là.

COMUNQUE, queste storie non dureranno ancora molto a lungo, ops? Non so voi ma sono decisamente entusiasta di finire. Ho così tante idee su cui non posso lavorare perché sennò lascerei indietro le SDQ e quindi prima le finisco meglio è. Yay!

E quindi boh. Buona giornata/nottata a tutti!