Fifteenth

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Casa tua è identica all'ultima volta che ci sono venuto.

Anche se non mi ricordo di preciso quando è stata l'ultima volta.

A pensarci bene mi accade spesso di fare qualcosa per l'ultima volta senza saperlo.

Così quando me ne accorgo mi innervosisco.

Mi dico che magari se lo avessi saputo prima, avrei fatto le cose in modo diverso.

Quando è stata l'ultima volta per noi due?

Il lunedì mattina in aula di chimica? O forse era pomeriggio e con Jodie eravamo a studiare all'Ink Bar?

Negli ultimi anni me lo sono chiesto forse troppo spesso, ma non trovo mai la risposta.

È questo che mi fa arrabbiare.

Ricordarti o meno dovrebbe essere una mia decisione, no?

Jodie batte furiosamente le nocche sulla porta d'ingresso, ignorando completamente il campanello accanto.

Non penso l'abbiano mai riparato da quando lo rompemmo con quella pallonata fortissima.

Per i lunghissimi secondi in cui percuote entrambe le mani sulla superficie di legno, io combatto intensamente contro me stesso.

La mia mente è nel caos più totale, confusa dal rimbombo dei colpi e dalle voci di Ashton e Michael che dietro di noi cercano di calmarla.

C'è qualcosa però, forse la sua espressione accartocciata in una smorfia o le dita chiuse in due stretti pugni, che mi spinge ad agire.

Quando scatto in avanti e finalmente le afferro le mani, Jodie si volta e mi guarda intensamente.

Il sudore le scivola in goccioline minuscole lungo le tempie e il verde degli occhi è annacquato dalle lacrime.

Le sue iridi sono due ninfee e il resto la superficie lattiginosa di un lago.

Mi guarda e nonostante il suo corpo sia immobile, come di pietra, l'atmosfera sembra risucchiarci e noi vorticare fortissimo nell'aria bollente di fine Ottobre.

Sono sorpreso, quasi sconvolto, perché lei si lascia toccare e neanche prova a scuotersi la mia presa di dosso.

Però mi basta cercare più a fondo nel suo sguardo e mi si blocca la gola.

Osservo il suo petto che oscilla velocemente a causa dei respiri affannati e le sopracciglia incrinate, ed è chiaro che l'unica ragione per cui non mi scansa è che semplicemente non ha le energie necessarie. È solo troppo stanca.

La delusione è una morsa dolorissima alla bocca dello stomaco che mi costringe a indietreggiare, anche se reclutante.

Ingoio un singhiozzo e la lascio andare con una carezza sull'interno dei polsi diafani.

Poi a stento faccio un passo indietro sul vialetto e mi infilo entrambe le mani in tasca.

Adesso che non bussa più così ferocemente Ashton e Michael si sono zittiti e aspettiamo solo che qualcuno ci apra la porta.

Quando è tuo padre Andy ad affacciarsi oltre lo stipite scrostato, intravedo un angolo della bocca rosea di Jodie schizzare verso il basso.

Anche le mie labbra si tendono di riflesso. Le sento formicolare dalla forza con cui le sto premendo insieme.

Non lo vedo da anni, ma c'è qualcosa di diverso in lui. Non so cosa, ma dall'aria tesissima che si respira sembra che nessuno apprezzi il cambiamento.

I suoi occhi sono dello stesso color ghiaccio di sempre, ma il suo sguardo è altrettanto freddo e le rughe sulla fronte più marcate di quanto non ricordassi.

Always Yours, Calum // 5sos (4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora