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«Scusa, ricomincia da capo. Perché hai bisogno del mio aiuto?»

«Devi analizzare i miei sentimenti e capire cosa mi sta facendo Makoto. Credo di stare iniziando a considerarlo come un amico, un ottimo amico anzi» Byakuya era assolutamente serio. Era sabato pomeriggio e lui e Touko si erano trovati al loro café di fiducia;uno davanti ad un tè verde e frollini aromatizzati al matcha, l'altra davanti ad una tazza di tè aromatizzata alla rosa e una fetta di torta alle fragole.

«Mi stai chiedendo di farti da psicologa? E per colpa di Makoto?» La ragazza continuava a guardare Byakuya, che si limitò ad annuire, prendendo un sorso del proprio tè. Touko sospirò, appoggiandosi allo schienale della poltroncina e incrociando le braccia. «Prima dovrai spiegarmi per bene che cosa... provi e quando e, soprattutto, cosa pensi di Makoto. E sii onesto al riguardo. So che per te è difficile e fai fatica a lavorare coi tuoi sentimenti, ma devi fare uno sforzo questa volta, altrimenti non posso aiutarti.»

Byakuya sapeva che Touko aveva ragione, ma non sapeva bene da dove cominciare. Lentamente, però, iniziò ad aprirsi, spiegando come lui e Makoto si erano avvicinati, come avessero iniziato a sentirsi anche al di fuori del lavoro, scambiandosi messaggi e condividendo l'interesse per le serie tv. Spiegò inoltre, anche se con un po' di fatica, quello che provava quando si trovava attorno a Naegi, o quando gli arrivavano i suoi messaggi. O ancora quando si trovava un messaggio di buongiorno di prima mattina la domenica, o la buonanotte. Parlò anche del fatto che trovava buffo ed adorabile il modo di usare le emoticon di Makoto, che rispecchiavano anche la sua espressività reale (dopo averlo ammesso, però, minacciò Touko, facendole promettere di tenere tutto ciò per sé) anche se gli dispiaceva che non potessero riprodurre il modo in cui anche le sue lentiggini sembrassero ridere assieme a lui, quando lo faceva. Non appena il ragazzo ebbe finito di spiegarsi, si adagiò sulla poltroncina a braccia incrociate, puntando gli occhi su Touko, che guardava la propria tazza con espressione concentrata, mentre si mordeva l'unghia del pollice destro; un'abitudine che aveva sempre avuto quando era nervosa o profondamente concentrata.

«Hai mai pensato...che forse non lo vedi semplicemente come un amico?» Azzardò Touko, alzando lo sguardo verso Byakuya. Il ragazzo la fissò confuso.

«Elabora, perfavore. Cosa stai insinuando?» Byakuya riusciva a vedere bene che la ragazza stava cercando di trattenere un sorriso; sicuramente tramava qualcosa.

«Voglio dire...insomma, non sono nessuno per dire veramente cosa provi tu, quello lo puoi determinare solo tu stesso, ma non é che forse... hai una cotta per Makoto?»

Byakuya non si aspettava quel genere di constatazione. «Io? Avere una cotta per Makoto?» Il tono del rampollo era completamente sbigottito.

«Sarebbe così strano?»

«Prima di tutto non sono più un liceale. E prima che tu possa farmi il tuo discorso sul fatto che le cotte non sono solo cose da liceali: lo so. Ma io non sono...innamorato.» Voleva dimostrare sicurezza in ciò che diceva, ma alla fine vacillò.

«Va bene, spiegami perché non lo sei.» Lo spronò Touko, cercando di capire le motivazioni dell'amico, nonostante lo conoscesse fin troppo bene e sapesse già che stava cercando di mentire a se stesso.

Byakuya dovette pensarci. Iniziò a pensare cose significasse essere innamorati: quelle cose cliché come le farfalle nello stomaco ed essere perennemente di buon umore e vedere il mondo come fosse tutto rose e fiori. Questo é come spesso gli era stato passato l'innamoramento. Ma Byakuya non sentiva le farfalle nello stomaco, né vedeva il mondo migliore di quello che non fosse prima. Quando si trovava vicino a Makoto si sentiva tranquillo, non si sentiva mai giudicato dal ragazzo e non si sentiva obbligato a mantenere perennemente standard elevatissimi nel proprio comportamento e modo di fare. Non moriva di dolore stando lontano dal ragazzo, ma ne sentiva comunque la mancanza ed era per questo che i suoi messaggi gli miglioravano l'umore. I momenti preferiti della giornata di Byakuya erano diventati le loro uscite a pranzo e la sera, dopo cena, quando entrambi si buttavano sul divano, nelle rispettive case, guardando in simultanea gli stessi episodi, sapendo che nonostante la distanza quella fosse una cosa che li connetteva. 

A Byakuya piaceva il senso di stabilità e di familiarità che Makoto irradiava e, nonostante la sua goffaggine fosse una pecca del ragazzo, non era una goffaggine che il rampollo vedeva scaturire da stupidità (che avrebbe trovato alquanto irritante), ma dal fatto che Makoto fosse una persona fondamentalmente buona e laboriosa, dedito a fare del suo meglio e che ogni tanto si concentrava troppo, sfuggendo alla realtà e non realizzando cosa succedeva attorno a lui. Il modo in cui il ragazzo avesse sempre il sorriso sulle labbra e una gran tenacia a spingerlo anche nei giorni peggiori lo rendevano una persona estremamente degna di rispetto agli occhi di Byakuya. Era il tipo di persona con cui sentiva di poter instaurare un buon legame. Era l'unico tipo di persona con cui Byakuya avrebbe mai potuto accettare...una relazione.

Quella realizzazione bloccò Byakuya, che si trovava impreparato davanti ai suoi stessi sentimenti.

«Direi che ti sei risposto da solo.» Touko interruppe il silenzio, soffocando un risolino e lanciando all'amico un'occhiata sorniona.

«Stai zitta, non infierire.» Il tono del ragazzo era tagliente, ma era per cercare di distrarla dal rossore involontario che si stava allargando sulle sue guance. L'idea di essersi innamorato "come un liceale" lo imbarazzava. Era un uomo adulto, non era ora di fare lo scolaretto andando dietro al proprio segretario. Ma Touko non gli diede tregua, punzecchiandolo ed iniziando a seppellirlo di consigli romantici e sdolcinati, ispirati dai vari romanzi e fanfiction che aveva letto, assicurandogli che avrebbero assolutamente funzionato sul segretario interessato.
Byakuya la ascoltò in silenzio, sapendo che difficilmente avrebbe ascoltato i consigli zuccherosi dell'amica, nonostante in fondo apprezzasse quanto lei si stesse prodigando per aiutarlo. Le cose di cui parlava lei non erano nel suo stile, sarebbero state forzate; avrebbe trovato lui il modo di farsi avanti a Makoto. Prima doveva indagare. Doveva capire se il ragazzo provasse qualcosa di analogo. Quella sì che sarebbe stata una bella sfida. Byakuya non sapeva che scusa usare per passare più tempo con lui.

I brought you coffee-fanfic Naegami (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora