8. L'arrivo Alla Casa Di Aslan

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I nitriti dei cavalli riempivano il guado di Beruna, tanti faggi e betulle erano stese sulla ghiaia e le chiome degli alberi raggiungevano persino le sponde del fiume. Il ponte era quasi terminato. Colonne di fumo s'alzarono verso il cielo limpido, emesso dalle lingue di fuoco, provenienti dai falò. Gli uomini, a torso nudo (e ormai con la schiena rotta) continuavano a martellare e a trasportare travi e tronchi. Dall'altro lato del guado, almeno una decina di artiglierie erano vuote, con grande disappunto del Lord protettore, che non smetteva di squadrare con disprezzo il generale Glozelle. Quest'ultimo teneva la testa bassa, non riuscendo a sostenere lo sguardo tagliente del suo signore, nei suoi occhi scuri balenava una luce di pura malvagità. Nemmeno il più sfrontato dei ribelli avrebbe potuto sopportare quelle gelide occhiate.

*<<Che cosa si sono portati via?>> lo interrogò Miraz. Era scuro in volto dalla rabbia, ma mostrava insolita calma. Era solo apparente. E solo uno stupido avrebbe detto il contrario. Glozelle finì di revisare le carovane, che prima erano piene di armature di ogni tipo: spade, scudi, archi, giavellotti, lance...Provava molta vergogna per non averlo notato prima. Alla fine alzò piano lo sguardo e si rivolse a Miraz.

*<<Armi e armature sufficienti per due reggimenti. Ma c'è dell'altro>> disse con aria grave, che non sfuggì a Miraz e a Lord Sopespian, che li aveva raggiunti con altri rinforzi per terminare la costruzione del ponte. Glozelle alzò lo sportello, che serviva per aprire e chiudere l'artiglieria, sopra al quale c'era una frase scritta in bianco, ben evidente e con lettere maiuscole. Lord Sopespian lesse: <<Avevate ragione a temere la foresta. X?>> chiese poi alla fine, non capendo il significato di quella lettera.

*<<Caspian. X.>> gli rispose Miraz, mentre il compagno annuì. Caspian aveva trovato molti rinforzi nei boschi. Rinforzi narniani. E con l'aiuto di essi, erano riusciti a sequestrare metà delle armi che avevano a disposizione. Non doveva succedere. Miraz, naturalmente, nel suo rigido autocontrollo, non dava a vedere che provava agitazione e paura. 

*<<Chiedo perdono, mio signore. La colpa è mia.>> si scusò il generale, ma non serviva certo a placare l'ira del Lord.

*<<Lo so. Ditemi generale...quanti uomini avete perduto?>> chiese poi, fissando dritto negli occhi altrettanto scuri del soldato. Estrasse la spada e la prese dalla parte della lama. Aveva i guanti, quindi non si sarebbe tagliato. Alzò l'elsa verso il volto dell'uomo. Dagli occhi di Glozelle traspariva soggezione e Miraz se ne compiacque. Quella era la carta sulla quale avrebbe giocato.

*<<Nessuno, mio signore>> rispose in fretta il generale, volgendo un rapido sguardo a tre o quattro dei suoi uomini, che gli stavano dietro. Aveva mentito per non provocare ancora di più il subdolo usurpatore, ma lui non si fece ingannare.

*<<Nessuno?>> ripetè lui sarcastico, fingendo di essere sorpreso. 

*<<Sono arrivati come dei fantasmi, nel cuore della notte.>>

*<<Allora come spiegate le vostre ferite?>> chiese ancora Miraz, osservando nel dettaglio i volti degli uomini del suo generale. Posò di nuovo lo sguardo su Glozelle, che non accennava a rispondere. Lord Sopespian gli rivolse un'occhiata arguta, come a dire "te l'avevo detto". Si riferiva a quella mattina quando erano davanti all'ingresso della biblioteca del castello. Glozelle lo capì, ma nessuno ebbe tempo di dire nulla, che un ceffone gli arrivò dritto in faccia da Miraz. Lo guardava impassibile. Glozelle si mise una mano sulla parte destra del volto e tornò a guardare in faccia il Lord. Dal labbro inferiore gli usciva del sangue. Mai Miraz si era rivolto a lui in quella maniera. Mai. 

*<<Vi ho chiesto: quanti uomini sono stati uccisi nel sanguinoso attacco degli abitanti di Narnia? Del quale voi siete un fortunato superstite. Generale, quanti uomini?>> riprese Miraz, cercando di penetrare negli occhi neri del soldato, per scoprire la verità. Quest'ultimo con la coda dell'occhio guardò di nuovo i suoi uomini, che osservavano la scena con il fiato sospeso. I lineamenti del suo volto erano contratti, la bocca semi aperta. Lo fissava con astio, non più con paura. Prese l'elsa della spada che Miraz gli porgeva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 02, 2020 ⏰

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