Cornelius camminava silenzioso per i corridoi deserti del castello di Telmar, tra le braccia le mappe recuperate dalla Torre Ovest dove lui e Caspian andavano spesso a parlare delle storie della Vecchia Narnia. Scrutava intorno a sé guardingo, stando attento a qualsiasi movimento o rumore, ma il silenzio regnava sovrano in tutto il castello,eccetto per qualche guardia di turno. Il professore si dirigeva verso la biblioteca. Era l'unico posto dove riusciva a trovare un po' di pace e in quei giorni ne avrebbe avuto proprio bisogno, anche se era difficile provarne.
Il suo caro allievo era partito nel cuore della notte scorsa e non era riuscito a dormire bene per l'ansia e la paura che lo attanagliavano nell'anima al pensiero che fosse successo qualcosa di brutto al giovane principe. Le occhiaie erano evidenti sul volto rugoso nonostante indossasse gli occhialetti tondi e la barba bianca era tutta intricata e spettinata. Stava a capo chino e camminava tranquillo, ma quando svoltò l'angolo dell'ennesimo corridoio di marmo, trovò la porta della biblioteca aperta. Il cuore perse un battito, per poi iniziare a battere forte come se volesse esplodere. Il respiro si fece più ansante e le gambe iniziarono a tremare così tanto che ebbe paura di non riuscire più a reggersi in piedi. Aveva una brutta sensazione. Da quando aveva fatto fuggire Caspian la notte precedente e Miraz aveva dato l'ordine di seguirlo, l'angoscia gli aveva tolto l'uso della parola. Aveva il timore che il malvagio uomo cominciasse ad avere dei sospetti e che non ci avrebbe messo tanto a fare due più due.
Volse lo sguardo attorno a sé, ma non vide nessuno, così si decise ad entrare nello studio. Spinse un poco la porta di ferro battuto ed entrò. Il sangue gli si gelò nelle vene quando vide poco più in là Miraz girato di spalle che sfogliava un libro preso dagli scaffali della biblioteca.
*"Avete una straordinaria biblioteca, dottore" fece lui girandosi nella sua direzione, la voce spavalda e arrogante come sempre. Il dottor Cornelius sapeva che prima o poi sarebbe arrivato a lui a causa della grande amicizia che si era instaurata tra lui e il nipote del suo signore.
Quello era stato un ottimo movente, ma non era sufficiente come prova.
Sfortunatamente, quando i due soldati erano tornati dai boschi nei pressi delle antiche rovine di Cair Paravel, erano entrambi fradici e uno era rimasto ferito da una freccia, ma il taglio era superficiale. Quando avevano estratto la freccia dalla piuma scarlatta dall'armatura del soldato ferito, Miraz ne era venuto a conoscenza e dopo averla avuta, l'aveva esaminata bene riconoscendo un particolare importantissimo.
Un particolare della storia narniana che suo padre aveva narrato a lui e al fratello maggiore quando erano bambini e dopo un'attenta analisi ci era arrivato. Il dottore s'impose la calma, ma un brivido gli percorse tutto il corpo.
*"C'è qualcosa in particolare che state cercando, mio signore?"
Miraz scese dalla scala che portava agli scaffali della libreria fino a raggiungere il tavolo dove erano spiegate carte di ogni tipo: libri, documenti, appunti, ricerche e una penna d'oca immersa nel calamaio. Lasciò il libro che aveva preso sul banco di legno alla sua sinistra, mentre il vecchio professore posava i rotoli di mappe sulla sua scrivania in disordine.
*"Credo di aver già trovato quello che cercavo..." disse avvicinandosi con finta noncuranza al professore.
*"... in uno dei miei soldati!" terminò furioso conficcando nelle pagine di un libro di storie aperto, la freccia dorata con la piuma scarlatta trovata nel costato del soldato. La punta della freccia era proprio piantata in un'immagine raffigurante quattro ragazzi vestiti regalmente che andavano a cavallo in mezzo ai verdi prati, ognuno di loro aveva una corona sul capo.
Cornelius si tolse gli occhiali e guardando la figura sul libro fiabesco e la freccia trapiantata nella pagina, anche lui venne a capo di tutto. Riconobbe subito la freccia che veniva usata dalla Regina Susan La Dolce nelle battaglie e il suo innato talento da arciera. Ne era sempre rimasto molto affascinato così come Caspian dal ritratto di questa giovane regina così bella, intelligente e coraggiosa. Pensare al suo ragazzo gli dava la forza di reagire e nei suoi occhi si accese una scintilla di speranza, che Miraz riuscì a scorgere. Complice era anche la calma che il vecchio mostrava. L'uomo si sedette sulla sedia, stendendo le gambe e appoggiando i piedi sulla scrivania del dottore, o ancora meglio sulle sue scartoffie. Cornelius lo fissò impassibile.
*"Che cosa sapete del corno della Regina Susan?"
*"Si diceva che fosse magico" accennò il professore.
*"Magico?" ripeté l'uomo sarcastico, prendendolo chiaramente in giro.
Non ci aveva mai creduto alla magia e alle vecchie fiabe, infatti aveva proibito molte volte al giovane nipote di leggerle o persino di menzionarle, sopratutto con i membri della servitù con i quali era solito confidarsi.
*"Gli abitanti della Vecchia Narnia pensavano che potesse richiamare i Sovrani di un tempo. O la leggenda questo diceva, almeno" spiegò accennando ad una risatina. Era consapevole di aver fatto suonare un campanellino d'allarme nella testa di Miraz e sotto la sua voce impassibile, si poteva udire le paure e i timori seppelliti anni fa crescere. La paura di essere scoperti, la paura della verità celata per millenni che avrebbe fatto cadere la corona di Telmar per sempre. Miraz si alzò, girò intorno al tavolo e si mise alle spalle del povero dottore.
*"E che cosa sa Caspian di questa leggenda?" chiese marcando bene sull'ultima parola. Il professore stavolta non seppe trattenere una bonaria risata.
*"Mio signore, voi mi avete proibito di fare accenno alle vecchie favole"
Un sorriso tanto falso quanto ipocrita apparve sul viso ambrato dell"uomo che svanì subito dopo.
*"Questo è vero" commentò e dietro di loro udirono dei passi e il tintinnare delle spade contro il cuoio. Dall'ingresso della biblioteca il professore e il Lord videro apparire Lord Glozelle con due guardie al seguito in armatura. Cornelius non si sarebbe rifiutato a ciò che Miraz aveva in mente per lui, ma era molto determinato e sopratutto era fiero del principe, che sapeva un giorno li avrebbe tirati fuori dalla rovina in cui il popolo era caduto. Non poteva mostrarsi debole, non doveva e non voleva arrendersi.
*"Vi dirò questo: se Caspian è a conoscenza della Grande Magia, il mio signore avrà buone ragioni di essere inquieto" scandì con decisione, rimandando a Miraz uno sguardo fermo. Glozelle fece un cenno alle guardie e i due uomini presero il povero Cornelius per le braccia e lo portarono fuori dalla biblioteca. Attraversarono il corridoio, incrociando Lord Sopespian che sbigottito assistì alla scena. Chissà, magari da questo poteva ricavarci qualcosa... uno dei difetti del loro signore infatti era l'impulso e questo a volte può portare a commettere degli errori. Doveva solo aspettare.
Rimase a guardare i due soldati scortare il vecchio precettore e appena i tre uomini sparirono dietro l'angolo, si voltò e si diresse verso l'entrata dello studio, dalla quale apparve il generale Glozelle.
Sopespian gli si avvicinò. Non poteva perdere l'occasione. Per attaccare Miraz, doveva agire tramite i suoi uomini. Glozelle gli venne incontro, chiaramente turbato.
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Il Principe Caspian
FantastikI quattro fratelli Pevensie ritornano in una Narnia nuova, diversa da quella che avevano conosciuto quando erano Re e Regine. Peter, Susan, Edmund e Lucy si prepareranno a combattere con un nuovo eroe per liberare il paese di Narnia dalla tirannia d...