Rollercoaster - Capitolo 2

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Rollercoaster - Capitolo 2

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Rollercoaster - Capitolo 2

«Chri-Christal?», sussurro appena, gli occhi sgranati

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«Chri-Christal?», sussurro appena, gli occhi sgranati. Non riesco a credere che sia realmente lei. Deve trattarsi dell'ennesimo sogno che, inevitabilmente, si trasforma in incubo ogni volta che riapro gli occhi. Scendo un gradino fermandomi di nuovo; avverto un brivido percorrermi tutta la schiena. 

«Papi, prendo alcuni libri in camera e vado da Ness a studiare», dice Mia, cominciando a salire le scale, seguita dalla sua amica. 

La bionda, nel frattempo, ha richiuso la porta alle sue spalle e continua a fissarmi in silenzio, sul suo volto un leggero sorriso. È bellissima, molto più di quanto ricordassi. 

«Papi, stai bene?» 

Non riesco a fare altro che annuire. Comincio a scendere le scale senza mai distogliere gli occhi da quella splendida visione. Quando sono a poco più di una spanna da lei mi immobilizzo. Christal fa un passo in avanti e con il dorso della mano mi accarezza il volto sussurrando: «Sei bellissimo. Mi sei mancato tanto, tu non puoi nemmeno immaginare quanto.» 

«Tu... Io...» Socchiudo gli occhi, incapace di realizzare, beandomi di quel tocco e di quel calore che ho tanto sognato e desiderato. 

Christal fa scivolare le braccia intorno ai miei fianchi e, appoggiando la guancia sul mio petto, che si alza e abbassa ritmicamente con i miei rapidi respiri, mi abbraccia. Non posso fare a meno di deglutire nervosamente: so che si tratta di un sogno, ma sembra così reale. 

Poi, finalmente, mi decido e l'avvolgo in una stretta sicura, affondando il naso tra i suoi capelli. Quell'odore di vaniglia mi riporta indietro e avverto come una fitta a un fianco. Il respiro mi si mozza in gola. L'afferro per le spalle e l'allontano quel tanto che basta per fissarla negli occhi; affilo lo sguardo e, dopo aver preso fiato, esclamo: «Io... Io ti ho vista con i miei occhi! Tu... Tu eri... Eri...» Non riesco a terminare la frase. Il cuore mi rimbomba nelle tempie e la salivazione si azzera. 

«Morta? Sì, era quello che doveva sembrare.»
«Sem-Sembrare?»
«Sì. Tu non sai quanto mi dispiace, non avrei mai voluto farti soffrire. Io...» 

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