Rollercoaster - Capitolo 4
"Dove mi trovo? Cosa è successo?" Sento un bip fastidioso. Continua imperterrito a fare rumore: bip, bip, bip. «Cazzo smettila!», urlo esasperato.
Sento una mano stringermi il braccio; finalmente riesco ad aprire gli occhi e vedo il mio amico: se ne sta seduto su una poltroncina sgangherata accanto al letto. Sgrano gli occhi: «Jaz, cosa ci faccio in ospedale?»
La sua mano stringe un po' di più la presa; si alza, si avvicina e si siede sul bordo del letto. «Joss, mi hai fatto morire di paura! Il dottore diceva che tu... non importa, ora sei sveglio.» Mi sorride, ha gli occhi lucidi. Deve essersi davvero spaventato. "Ma perché non mi ricordo niente?"
«Joss, stai... stai bene?»
«Sì, almeno credo.»Jason si avvicina, mi scompiglia i capelli e mi abbraccia piano: «Credevo davvero di averti perso. Non mi sarei dato pace se tu...» La sua voce viene interrotta da un singhiozzo.
«Ehi, Jaz, sono qui. Sono vivo. Non piangere, ti prego.»
Mi sfiora una guancia con il dorso di una mano: «Hai ragione, scusami.»
Avvicina il suo viso al mio, i nostri nasi si sfiorano. Riesco a sentire il suo profumo, lo riconoscerei tra mille: sa di buono, sa di... lui.Istintivamente socchiudo gli occhi e sento le sue labbra premere sulle mie. Mi bacia con dolcezza, quasi con timore. Poi un brivido mi accarezza la schiena, faccio scivolare la mano tra i suoi capelli scuri, alla base della nuca, e lo attiro a me; dischiudo le labbra lasciando che la sua lingua si scontri con la mia. Il bacio si infuoca in un attimo e le nostre lingue cominciano una danza estremamente erotica, per poi trasformarsi in un gioco di potere.
Jason avvicina la sua fronte alla mia e mi guarda negli occhi: «Ti amo, Joss», sussurra.
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Montagne Russe
Short StoryUna famiglia come tante, con i problemi più comuni, o quasi... Con una separazione alle spalle, una ex moglie ancora fin troppo presente e una figlia adolescente, il detective McKenzie è alle prese con lo scioccante ritorno di una persona a lui cara...