Andiamo in un posto che ti rende felice.
Jein non era sicura di sapere cosa questo volesse dire. Non che non fosse mai stata felice in vita sua, ma non riusciva ad associare un posto fisico a quel sentimento. Con gli anni, aveva imparato a ritagliarsi piccoli istanti di felicità con semplici cose, ovunque fosse.
Mentre la bolla si sollevava dolcemente per aria, facendo fluttuare i loro corpi sopra quel paesaggio buio e deserto, la ragazza lasciò che fosse la sua mente a decidere cosa significava "un posto che ti rende felice" per lei. E chiuse gli occhi. Quando sentì la bolla adagiarsi su un terreno umido e dissolversi nel nulla, li riaprì per accogliere con lo sguardo ciò che la attendeva.
Davanti a lei si dispiegò una competizione di colori, che sembravano lottare per la propria supremazia. L'immenso azzurro del cielo si scontrava con il vivido verde dei campi, che si mescolava con il giallo allegro, il rosso sfacciato, il rosa e il blu dei fiori. Mentre gli occhi di Jein si saziavano di quel banchetto di colori, la sua pelle veniva sfiorata da una brezza gentile e appena accennata, che le scostava i capelli dal viso pettinandoli dolcemente all'indietro. Essa trasportava nell'aria il profumo di ogni fiore, che si mescolava in un'armonia che sapeva di fresco e di primavera.
Forse, quello non era il luogo che la rendeva più felice sulla faccia della terra. Ma la ragazza pensò che ci andasse molto vicino. Crescendo in mezzo ai giganteschi alberi di cemento e ai campi di asfalto di Seoul, non aveva avuto molte opportunità di stare in mezzo alla natura e spesso guardava immagini di quella creatura selvaggiamente libera con un po' di desiderio. Forse era per quello che si trovava in quel posto.
Con la vista appagata, si sdraiò sul terreno leggermente umido sentendo i fili d'erba che le solleticavano le guance e puntando lo sguardo sulle nuvole, che viaggiavano lentamente lungo la volta celeste. Jimin la raggiunse poco dopo, ponendo le mani dietro la testa e prendendo a contemplare a sua volta l'azzurro accecante del cielo.
-Ottima scelta.- disse semplicemente il ragazzo.
Jein non rispose. Rimase in silenzio focalizzandosi sull'ambiente circostante e non sulla persona accanto a lei. Quando riportava la sua attenzione al ragazzo, il senso di imbarazzo tornava su di lei stritolandole la gola. Voleva scrollare via quella sensazione dal suo corpo e soprattutto cacciarla dalla sua mente, ma era faticoso. Sembrava che le restasse appiccicata addosso come un morbo, pronto a strapparla della sua dignità.
"Basta."
Lo ripeteva a se stessa. Tutti quegli stupidi pensieri erano ridicoli. Nonostante ciò, non riusciva ad abbatterli.
-È un posto in cui sei stata?-
La voce del ragazzo la raggiunse come un sussurro, come se avesse timore di emettere anche solo una parola. Quando vide che la sua interlocutrice si ostinava a non rispondere, emise un breve sospiro.
-No.-
Quella breve risposta riaccese le speranze di Jimin, che si voltò cautamente verso di lei in attesa che continuasse.
-Penso... di averlo visto da qualche parte su qualche rivista... o su internet... è solo un posto che trovo rilassante.-
A quelle parole, Jimin rispose con un timido sorriso. Restando in silenzio, indugiò qualche istante sul viso della ragazza, soffermandosi sui suoi occhi tormentati. Anche davanti a tanta serenità, avevano ancora quella luce turbata e insicura che le dava un'aria da animale impaurito.
-Che cosa fai nella vita?- chiese lui di punto in bianco.
Jein, presa alla sprovvista, si voltò a guardarlo corrugando le sopracciglia.
STAI LEGGENDO
Dreamland (P.JM)
FanficVivevano in un sogno meraviglioso. In quel mondo fittizio, i due ragazzi potevano fare quello che volevano ed essere quello che volevano. Potevano toccare le stelle e vivere in fondo al mare. L'unico limite era la loro immaginazione. Ma i sogni nas...