Silente era rimasto senza parole: lui si fidava ciecamente di Robin e lei lo aveva tradito.
Forse non era totalmente colpa di Robin, certo Grindelwald ci aveva messo del suo per convincerla, ma Silente credeva di essere complice di quel gesto.
<Non trovi, forse, le parole per commentare, Albus?>
<La tua è stata una mossa meschina, Gellert.>
Robin rimase in silenzio per tutta la durata della discussione; non voleva certo creare un ulteriore dispiacere al preside.
<Meschina? Albus, con te Robin non avrebbe mai maturato il suo stadio magico completamente.>
Silente non rispose.
<Vedi Albus, a differenza tua, io posso veramente rendere Robin una delle streghe migliori di sempre.>
Non che a Robin interessasse molto.
<Hai mai pensato che magari Robin possa avere altri scopi nella vita?> chiese Silente entrando nello studio.
Ecco, finalmente qualcuno lo aveva detto.
Il clima era parecchio teso;
Robin, allora, cercò di intromettersi nella discussione, senza ottenere un risultato positivo.
<Lei resta qui.> disse infine Grindelwald posando una mano sulla spalla di Robin.
Silente sbiancò e i suoi occhi si spensero.
<Non puoi chiedermi questo.>
<Non te lo sto chiedendo infatti.
Robin resta e basta.>
Silente rimase in silenzio e poi chiese a Robin:<Vuoi restare?>
<Sì.><La piccoletta dov'è?>
<Resta con Grindelwald. Noi torniamo ad Hogwarts.>
Alastor Moody fece le spallucce e si smaterializzò assieme a Silente.
Ad attenderli nell'ufficio trovarono Lumacorno e la McGranitt.
<Dov'è mia nipote, per Salazar!> urlò Lumacorno balzando dalla sedia.
<È rimasta con Grindelwald.>
Il professore di pozioni fece un gesto deplorevole: prese per il colletto Silente e digrignò i denti.
Poi, con tutta la rabbia che aveva in corpo gridò:<Adesso Albus, tu torni indietro e riporti la mia Robin qui.>
<Ha fatto una scelta...>
<Te l'avevo detto che non era pronta ad incontrarlo!>
Lumacorno strattonò Silente ancora una volta e poi se ne andò, sbattendo la porta dell'ufficio.
La McGranitt rimase seduta, aspettando che Silente le raccontasse com'erano andate le cose;
anche Moody lasciò la scuola per far ritorno al Ministero.
<È vero? Ha lasciato Robin in Austria?
Albus!>
<Sì Minerva. Ho lasciato Robin con Grindelwald.>
La McGranitt impallidì.
<Come ho già detto, è stata una sua scelta.>
<Come glielo spiegheremo alla sua famiglia? Pensa che Horace sia in grado di scrivere una lettera senza prendersela con lei?>
Silente non rispose.
<E quando arriverà Glenda qui a scuola? Distruggerà tutto!>
<Pazienza Minerva... sopporteremo l'ira della signora Lumacorno.>
<Non ci potrà mica aizzare contro il mostro...> borbottò la McGranitt.
Silente solitamente avrebbe riso, ma non quel giorno.
Aveva perso la sua studentessa migliore per mano del suo ex migliore amico;
e probabilmente avrebbe perso anche la fiducia di Lumacorno e della famiglia Crouch.°°°
Le porte della Sala Grande si spalancarono e una signora anziana entrò sbraitando come una pazza al suo interno.
<Bene, bene, bene.> sbottò la donna incrociando le braccia al petto e battendo il piede per terra;
Lumacorno si alzò e raggiunse la strega.
<Forse non è il momento cara...> sussurrò lui.
<Non è il momento?! Non è il momento?! Tua figlia non fa altro che piangere da quando ha ricevuto la tua lettera e tu mi dici che non è il momento?>
Gli studenti smisero di mangiare: il battibecco tra Lumacorno e sua moglie sembrava essere molto interessante.
Nessuno sapeva dove fosse Robin, magari origliare quella conversazione avrebbe dato loro delle risposte.
<E non dirmi che hai già perdonato Silente!>
Alcuni ragazzi cominciarono a parlottare, che l'assenza di Robin fosse dovuta a una negligenza di Silente?
<Silenzio!> gridò il preside alzandosi dalla sedia.
La nonna di Robin lasciò la Sala Grande urlando al preside:<Ti aspetto fuori, Albus.>
Lumacorno seguì la moglie e cercò di calmarla.
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L'Erede di Grindelwald
FanficMARAUDERS' ERA Robin non è nata per sopportare il peso della fama. O almeno è ciò che ha sempre creduto lei. Dalle sue decisioni cominceranno a dipendere le sorti della comunità magica. Dovrà fare delle scelte drastiche per il bene suo e di chi le...