CAPITOLO 35

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<Finalmente siamo giunti alla fine di questo lungo, e travagliato, anno scolastico.
Quante sorprese, belle e brutte, ci ha riservato.
E ora, come consuetudine, è il momento di dectetare la vincitrice della coppa delle case.
Al quarto posto, con 482 punti: Serpeverde.
Al terzo posto, con 501 punti: Tassorosso.
Al secondo posto, con ben 620 punti: Grifondoro.
E al primo posti, con 657 punti: Corvonero!>
Gli studenti e i professori applaudirono i nuovi vincitori della coppa della case, i corvonero, che avevano interrotto la striscia di Grifondoro, che durava da quattro anni.
Robin sapeva che la vittoria dei corvonero era scontata: Azzurra, vincendo il torneo, aveva portato alla sua casa moltissimi punti;
neppure la coppa di quidditch e i punti che i ragazzi di grifondoro prendevano durante le lezioni erano riusciti ad assicurare la vittoria della coppa delle case.
<Robin, che cosa farai quest'estate?> domandò Remus alla ragazza.
<Spero tanto che mi chiami la nazionale... non ho intenzione di passare questi mesi con i miei nonni.>
<Potresti iscriverti a uno di quei campus del Ministero.> le propose Lily.
<Ti prego, Lily. Fanno pietà.
Se ti va bene ti fanno correre in archivio e ti fanno catalogare tutte le scartoffie dei processi datati anni '30. Provare per credere.>
James inarcò un sopracciglio. <Perché? Tu ne sai qualcosa?>
<Mia sorella lo ha fatto quando era stagista.>
L'idea di lavorare al Ministero faceva venire il ribrezzo a Robin. Non c'era posto peggiore per passare il resto della propria vita secondo lei.
Suo nonno paterno, quando ci lavorava, trascurava la famiglia. E suo zio Barty pure.
Robin non era intenzionata a diventare come loro due.
<Mi scriverete, vero?> implorò Robin ai suoi amici.
<Paura che ci dimentichiamo di te?> le chiese Sirius, mostrando tutti e trentadue denti.
<Ah ah, molto simpatico...> commentò Robin, ricambiando il sorriso e alzandosi da tavola.
Oltre a lei, si alzarono in contemporanea anche Toad e Gilderoy, che volevano scambiare due chiacchiere con la ragazza.
Toad riuscì a farlo per primo, così il corvonero si nascose dietro a una colonna.
<Già finito di mangiare? Non è che poi ti ritroverò nelle cucine a sgraffignare qualcosa?>
<Non ti preoccupare,> disse lei alzando le mani. <ho mangiato abbastanza. Prenderò qualcosa sul treno.>
<Volevo proprio parlarti del treno.
T-Ti va di sederti con me?> era molto impacciato e Robin non voleva ferirlo.
<Vedrò se riesco... grazie.>
Toad annuì sorridendo e corse verso la sua Sala Comune.
<Puoi venire fuori ora, Gilderoy.>
<Non è affatto carino.> sbuffò lui.
<Come scusa?>
Il ragazzo si piazzò di fronte a Robin, con le braccia conserve e il broncio.
<Perché sei gentile con tutti fuorché con me?>
<Solo perché ho detto di sì a Toad?>
Lui annuì.
<Non è detto che ci andrò...
Per caso sei geloso?>
Gilderoy arrossì lievemente e distolse lo sguardo. Robin lo pizzicò sul fianco per farlo ridere e gli diede un bacio sulla guancia.
<Non ti offendere, Gilderoy. Se tu me lo avessi chiesto prima avrei detto sicuramente di sì.>

Lily e Marlene attesero Robin fuori dalla Sala Grande; quando la ragazza arrivò, un urlo agghiacciante, proveniente dal corridoio dei professori, spaventò gli studenti.
Robin seguì Silente, senza farsi notare dai caposcuola e dai prefetti.
<Mi stavo giusto domandando se la curiosità ti avrebbe condotta fino qui.> disse placidamente Silente, girandosi verso la ragazza, che sorrise.
Lumacorno, quando vide la nipote, si mise una mano sugli occhi. <Se fingo di non vederti, io penso che tu, per una volta, abbia seguito le regole.>
<Come discorso non fa una piega.> disse Robin.
<Alohomora.> scandì Silente, aprendo la porta di una delle camere.
<Per la barba di Merlino!> sussultò la McGranitt alla vista di quello spettacolo raccapricciante.
Il corpo della Greengrass era grondante di sangue e riverso sul pavimento.
Robin vide che la professoressa non aveva gli occhi: c'era solamente del sangue incrostatato.
Robin si accovacciò e, sotto il corpo della Greengrass, trovò un simbolo che la fece rabbrividire.
<I-I doni... professore, sono i doni della morte!> esclamò la ragazza, girandosi verso il preside.
<Non è possibile.> disse lui. <Scortate i ragazzi fino alla stazione!> intimò, poi, agli insegnanti. <Robin, tu resti qui.>
<Oh sì!>
Robin si rialzò e rimase al fianco di Silente per tutto il tempo.

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