Emma, nonostante fosse una persona poco mattutina, si svegliò all'alba. Si alzò dal letto, aprì la finestra e si mise ad osservare il sole che sorgeva. I primi raggi del sole ricadettero su una suora che portava un bambino per mano e, probabilmente, era in procinto di andare a prendere dell'acqua dal pozzo. Vedendo Emma affacciata alla finestra, le rivolse un saluto. Emma ricambiò ma, improvvisamente, si accorse che qualcosa non quadrava: la suora si sedette sul pozzo, prese il bambino in braccio e fece per scaraventarlo all'interno. Presa dal panico, Emma scese giù, correndo come non aveva mai fatto in vita sua. Arrivata nel cortile, si rese conto che la suora era andata via, come se fosse svanita nel nulla. Cercò all'impazzata, ma non ve n'era traccia. Sarà stata un'allucinazione data dallo stress pensò, cercando di giustificare la scena orribile alla quale aveva assistito. Tornò in camera, e si rese conto che Jason era già sveglio. Come la madre, egli era un bambino propenso a dormire all'infinito se nessuno l'avesse svegliato, ma quella mattina si alzò alle otto di soprassalto, sudato e con il respiro affannato. <<Ho fatto un sogno orribile>> disse alla madre. Continuò dicendo: <<C'era una suora..>>.Dopo aver sentito la parola ''suora'', il cuore di Emma si fermò per un secondo. <<Stava con suo figlio e voleva ucciderlo gettandolo nel pozzo>> disse, tremando dalla paura.Non credeva ai suoi occhi che Jason avesse descritto esattamente la scena alla quale aveva assistito poco prima.Sentì una forte tensione allo stomaco.<<Le suore non possono avere figli tesoro. Spero che questo ti basti per capire che si è trattato di un incubo>> disse Emma, ancora incredula per ciò che aveva sentito e cercando di mantenere la calma. <<E perché le suore non possono avere figli?>> domandò Jason incuriosito alla madre. <<Hanno fatto una promessa al Signore. Da grande capirai>>. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. Era la signora Anna. <<Buongiorno Emma! E buongiorno anche a te, Jason! Scendete giù, è ora della colazione. I bambini l'hanno già fatta e adesso stanno in camera. Alle undici inizia la veglia funebre e successivamente la seppellitura, non dimenticartelo. Ti consiglio di non portare Jason, potrebbe rimanere traumatizzato..lo accompagnerò dai bambini, così giocheranno insieme>>. Le sussurrò la vecchia. <<Va bene, a che ora te lo lascio?>> domandò Emma. <<Alle dieci e mezza va benissimo>>. Rispose lei. Il piccolo Jason, che era solito lamentarsi per ogni cosa, stranamente acconsentì. I due si prepararono, dopo di che scesero giù a fare colazione. Un prete giovane ed attraente si sedette vicino a loro. Probabilmente era colui che avrebbe celebrato una piccola messa in onore della suora morta. <<Sei nuova, qui?>> le domandò il prete. <<Sì, da domani inizio a lavorare come maestra. Sono qui da ieri>>. Disse Emma. <<E tu sei..?>> domandò a Jason. Sapeva già che il bambino non si sarebbe interfacciato con lui, perciò fu lei stessa a rispondere. <<Lui è mio figlio Jason ed ha otto anni. L'ho portato qui con me perché non avevo nessuno a cui affidarlo>>. <<Finalmente un po' di gioventù qui! Non si vedono bambini veri in questo posto da decenni>>. Disse il prete. Emma si sentì confusa e perplessa. Si trovava in un orfanotrofio,era stata assunta come maestra per insegnare a dei bambini. Anche la suora aveva fatto riferimento a dei bambini. Perché il prete aveva detto che non c'era nessun bambino? Mille domande e dubbi la pervasero, tanto che dimenticò di fare colazione. Jason sembrò gasato ed allo stesso tempo spaventato quando sentì le parole del prete. Emma avrebbe voluto tartassarlo di domande, ma era talmente sconvolta che le parole non le uscivano di bocca. Dopo colazione, il prete si offrì ad accompagnarla nella stanza dove giaceva il cadavere della suora, mentre Jason fu condotto nella stanza dei ''bambini'' dalla signora Anna. <<Suor Amelia era una persona stupenda. Amava la vita e prendersi cura degli altri. Non era da lei compiere un atto del genere>>. Disse il prete. <<Aspetta, lei si è..?>>. Gli chiese. <<Si è tolta la vita. L'hanno trovata impiccata in camera sua. La signora Anna non ti ha detto neanche questo?>>. Sentendo le parole del prete, Emma rimase sotto shock. La signora Anna le aveva detto che era morta di infarto, ma evidentemente non era vero. Perchè continuava a fidarsi di quella donna che le raccontava una marea di bugie? Il prete la condusse in una stanza che si trovava nel mezzo di un corridoio in cui non passava luce. Aprì la porta e si trovò davanti il corpo di una suora giovane, bella e dal corpo fine e snello steso sul letto. Aveva il volto ormai scolorito, gli occhi contornati da due macchie violacee e tra le mani maculate e stecchite teneva stretto un crocifisso. Dal collo traspareva una vena sbianchita, segno che il sangue aveva smesso di circolare. Le sue labbra, che in vita dovevano essere carnose e color rosso corallo, si erano rinsecchite, perdendo man mano il colore e diventando sempre più bianche. La stanza era invasa da un odore stagnante di incenzo, diffuso per mascherare la puzza di cadavere. Da piccola aveva sempre associato il colore nero alla morte, ma, crescendo, si rese conto che in realtà era il bianco il colore riconducibile ad essa. Quando il sangue smette di circolare diventi bianco, quando stai male diventi bianco altrettanto. Una pagina non scritta è bianca, un corpo in decomposizione è bianco. Il ciclo della vita è così: nasci con un colorito rossastro e muori bianco. Emma riflettette su questo mentre il prete benediceva il corpo. Dopo aver recitato il rosario, la bara venne chiusa e seppellita in un piccolo cimitero nei pressi dell'orfanotrofio. Emma provò una sensazione di malinconia immensa. Rivolsero gli ultimi pensieri alla suora defunta, dopo di che tornarono all'orfanotrofio. Si guardò intorno, e si rese conto che Suor Luisa, colei che le aveva offerto i dolci, non si era presentata nè al funerale, nè alla veglia funebre. Ad un tratto Emma sentì delle urla atroci provenire dal quarto piano. Non ci mise tanto per rendersi conto che si trattava di Jason, il suo bambino.

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L'orfanotrofio delle bambole
HorrorDopo anni di ricerche, Emma Clarke riesce finalmente ad ottenere lavoro come maestra presso un orfanotrofio sperduto della Georgia, con tanto di vitto e alloggio. Decide di portare con sé il figlio di otto anni Jason, un ragazzino problematico ed in...