CAPITOLO DUE

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UNA SETTIMANA DOPO

Arriviamo a scuola cinque minuti prima del suono della campanella e intravedo subito Alanis ma è molto buia in viso "Ci vediamo in classe" mi dice Thomas che deve essersi accorto dell'umore di lei "Grazie" gli dico cercando di capire il perchè sia così seria "Ciao Alanis" le dico sorridendo amichevolmente. Lei mi osserva per qualche minuto poi si apre in un grande sorriso "Ciao Reese! Mi sei mancata!" dice lei abbracciandomi forte facendomi rimanere impietrita "Oh. Anche tu mi sei mancata" le sussurro facendola arrossire. Qualche goccia di pioggia inizia a cadere dal cielo perciò mi sollevo il cappuccio della felpa nera che ho scelto di indossare insieme ad un paio di jeans bianchi "Andiamo dentro o rischi di ammalarti" continuo appoggiandole un braccio sulle spalle. La accompagno al suo armadietto dove posa lo zaino e prende i libri delle lezioni di oggi "Ieri ho pensato a quello che mi hai detto la settimana passata. Ne ho parlato anche con mio fratello Axel..." inizia Alanis mentre entriamo in classe di matematica "E? Che cosa hai deciso o cosa ti ha consigliato di fare tuo fratello?" le chiedo senza riuscire a controllare la mia impazienza "Beh. Lui mi ha consigliato di seguire quello che mi dice il cuore...e io ho deciso che potremo provare" dice lei sorridendo emozionata "Grazie. Sono molto felice che tu abbia fatto questa scelta" sussurro sorridendo come una bambina a cui hanno fatto il più bel regalo della sua vita. La giornata passa velocemente e finalmente suona la campanella che segna la fine delle lezioni "Thomas!" lo chiamo da lontano perchè non mi aveva vista "Allora? Che ti ha detto" mi chiede lui più emozionato di me "Ha detto di sì!" sussurro felicissima "Evviva! Sono veramente felice per te, mia lesbicona!" esulta lui abbracciandomi forte. Ridiamo come degli idioti fino a quando non arriva Alanis tutta sorridente "Ciao!" dice lei abbracciandomi delicatamente. Thomas ci guarda con i cuori al posto degli occhi "Ci vediamo domani al solito posto Reese. Divertitevi!" dice lui sorridendo per poi dirigersi verso la sua macchina "Che cosa intendeva con quel divertitevi?" mi chiede lei guardandomi incuriosita. Mi passo una mano dietro al collo e la guardo in imbarazzo "Beh...questa sera mia sorella non è in casa poiché è a dormire dal suo ragazzo. E mi chiedevo se ti andava di dormire da me...non ti obbligo a venire per forza. Decidi tu, non ti metto fretta" le dico mentre lei arrossisce come un peperoncino ma comunque annuisce sorridendo "Certo. Verrò molto volentieri a casa tua" dice lei per poi dirigersi verso una macchina che parte velocemente. "Ti vengo a prendere alle 18" le scrivo un messaggio prima di salire nella macchina di mia sorella che mi ha prestato per oggi "Okay. Ah. Comunque ti presenterò ai miei genitori" risponde lei velocemente uscendo dalla chat. Rimango impietrita sul sedile mentre una sensazione che non avevo mai provato nasce dentro di me, l'ansia. E se non piacessi ai suoi genitori? E se fossero omofobi? E se mi cacciassero di casa? Non ho mai avuto così tanta ansia in vita mia. Cerco di respirare normalmente mentre torno a casa per non fare incidenti. Appena supero la soglia di casa mi precipito al telefono di casa e compongo il numero di Thomas "Allora? Che vi siete dette" mi chiede lui euforico "Ho un problema. Lei vuole presentarmi ai suoi genitori! Sono troppo preoccupata della loro reazione che avranno appena mi vedranno..." rispondo spaventata ma lui si mette a ridere come un idiota "Reese...stai tranquilla che andrà tutto bene. Per caso ho visto i genitori di Alanis e sembrano delle brave persone. Se le hanno permesso di venire a dormire da te, significa che hanno accettato quello che è la loro figlia. E di conseguenza accetteranno anche te. Ora fai un bel respiro e inizia a prepararti che tra poco devi andarla a prendere o mi sbaglio?". Guardo l'orologio e mancano venti minuti prima delle sei "Grazie Thomas! Domani ti faccio sapere com'è andata" gli dico prima di chiudere la chiamata. Vado in camera dove indosso un paio di jeans neri e un maglione beige con sotto una leggera camicia bianca a maniche corte. Mi pettino i capelli "Sono pronta" dico nervosa guardandomi allo specchio. Prendo le chiavi di casa e quelle della macchina e mi dirigo verso la casa di Alanis. Arrivo cinque minuti in anticipo perciò parcheggio lungo la strada e accendo la radio per rilassarmi un attimo prima di incontrare i genitori della ragazza di cui sono innamorata. Manca un minuto perciò mi dirigo verso la porta e busso delicatamente "Ciao!" mi dice Alanis abbracciandomi forte fregandosene se i suoi genitori sono in casa "Vieni. La mia famiglia non vede l'ora di conoscerti" continua lei invitandomi ad entrare. Chiude la porta e si avvia verso un lungo corridoio che sembra non finire mai poi svolta a destra da dove sento provenire delle voci. Il profumo di questa casa mi manda in tilt da quanto è simile a quello di Alanis. Mi guardo intorno notando tanti quadri rappresentanti dei paesaggi morti e altri in cui ci sono dei visi deformati che mi fanno venire i brividi "Vieni" mi dice Alanis che si è affacciata da quella stanza perciò vado verso di lei che sorride entusiasta "Mamma, papà, Axel. Lei è Reese. La mia ragazza". Non l'avevo mai sentita pronunciare quella parola davanti a me e devo dire che mi ha sorpresa, e non poco. Tutti si girano a guardarmi sorpresi "Buongiorno. Sono felice di fare la vostra conoscenza" dico accennando un lieve sorriso imbarazzato "Alanis non mi avevi detto che era così carina ed educata!" dice un ragazzo con i capelli neri completamente spettinati e gli occhi ambrati, probabilmente suo fratello "Smettila scemo. Te l'avevo descritta alla perfezione..." borbotta lei evitando di guardare nella mia direzione. Osservo i genitori che non hanno ancora detto nulla, mi guardano soltanto ma poi il padre sorride tranquillamente "Benvenuta nella nostra famiglia, Reese. Era da tanto tempo che aspettavamo di conoscere la ragione che porta così tanta felicità alla nostra bambina" dice lui con una voce profonda e molto persuasiva "Grazie signore" rispondo sorridendo educatamente "Chiamami pure Christian". La madre è molto simile a sua figlia tranne per gli occhi che sono azzurri e i capelli che hanno qualche sfumatura argentea "Finalmente facciamo la tua conoscenza Reese. Nostra figlia ci ha parlato molto di te. E sei molto meglio di come t'immaginavamo tutti noi. Se mia figlia è felice con te, lo sono anch'io" dice lei sorridendo emozionata "Grazie signora" dico annuendo meno imbarazzata "Chiamami Angy" continua lei. Li osservo tutti e sono veramente una bella famiglia, non come la mia che è stata distrutta completamente da un pirata della strada. Sento la mano calda di Alanis che stringe la mia perciò la guardo e noto che mi osserva preoccupata "Bene. Noi andiamo! Mi riporta domani per pranzo" dice lei avviandosi verso l'uscita "È stato un piacere conoscervi" dico prima di andare via. Li sento ridacchiare felici dalla cucina poi usciamo all'aria fresca "Che è successo prima? Ti eri rabbuiata" mi chiede lei mentre saliamo in macchina dopo aver caricato nel bagagliaio le sue cose "Nulla. Vecchi pensieri" rispondo sollevando le spalle come per tagliare il discorso. Arriviamo a casa mia dove trovo una macchina parcheggiata davanti all'ingresso "Mi avevi detto che non c'era nessuno in casa" borbotta Alanis guardandomi negli occhi ma non rispondo. Scendo dalla macchina "Aspettami qui" le dico per poi aprire la porta e ritrovarmi davanti mio padre che mi abbraccia "Mi sei mancata tantissimo, tesoro" dice lui prima di allontanarsi da me per osservarmi "Cosa ci fai qui?" gli chiedo incrociando le braccia davanti al petto "Beh. Ho trovato un nuovo lavoro a Londra e pensavo che tu e tua sorella potreste venire a vivere con me" risponde lui sollevando le spalle. Lo guardo irritata per qualche minuto prima di uscire di casa e far scendere dalla macchina Alanis "Vieni. Voglio presentarti a mio padre che a quanto pare si è rifatto vivo dopo anni" borbotto mentre prendo le sue cose "Oh. Va bene" dice lei sfoderando un bellissimo sorriso. Appena mio padre vede Alanis si rabbuia subito "Che succede?" chiede lui senza capire "Salve. Mi chiamo Alanis e sono..." ma la interrompo bruscamente "Gabriel. Lei è la mia ragazza. E riguardo alla tua proposta non voglio venire con te a Londra. Ora ho una vita qui. Chiedilo a Meghan domani quando ritornerà a casa dopo esser stata tutto il pomeriggio dal suo ragazzo" gli dico facendo una smorfia con la bocca. Rimaniamo in silenzio per un po' prima che mio padre apra la bocca per parlare "Capisco. Non ti stavo obbligando a venire. Era solo una proposta. Comunque piacere di conoscerti Alanis. Sono contento che mia figlia abbia trovato una persona che la faccia felice. Diglielo a Meghan che sono passato. Addio" e detto questo va via chiudendosi la porta alle spalle. Sospiro irritata mentre mi siedo nel divano "Ti va di parlarne? Non mi va che questa tua visita rovini la serata" mi dice lei sorridendo triste perciò la invito a sedersi accanto a me. Le accarezzo una guancia prima di iniziare a raccontarle la mia vita "Sono nata a Chicago quando mia madre aveva solo vent'anni. Mio padre aveva qualche anno più di lei ma non importava a nessuno, si amavano e questo era la cosa più importante per loro. Erano una coppia perfetta. Non litigavano mai e ci amavano tantissimo. Non ci è mai mancato il loro amore. Ma ovviamente tutto questo doveva pur finire, no? Mio padre iniziò a rifiutare la vita che si faceva tutti i giorni. Ha lasciato parecchi lavori e iniziò a diventare violento nei confronti di nostra madre. Ma ogni mattina sembrava ritornare normale e cercava di farsi perdonare però il danno era già stato fatto. Mia madre voleva lasciarlo ma lui non accettava questa sua decisione. Un giorno mentre mia madre ritornava a casa dal lavoro un pirata della strada la investì e lei ci abbandonò quando avevo quattordici anni e mia sorella ne aveva compiuti già diciotto. Mio padre da quel momento iniziò a bere sempre di più e cadde in depressione. Io e mia sorella ci trasferimmo qui perchè sapevamo che era la cosa giusta da fare. Mia sorella finita la scuola ha iniziato a lavorare come segretaria per non lasciarmi sola. E ora lui si presenta in casa nostra chiedendoci di andare a vivere con lui a Londra! Con che coraggio!" sbotto serrando la mascella furiosa. Alanis mi guarda in silenzio per una decina di minuti poi mi prende la mano e la bacia "Mi dispiace tantissimo. Non sapevo nulla di tutto ciò...mi ha fatto piacere che tu mi abbia raccontato la tua vita" dice lei sorridendo imbarazzata mentre la osservo attentamente facendola arrossire "Grazie a te che mi hai fatto ritornare quella scintilla dentro di me che era scomparsa da molto tempo" le dico mentre mi avvicino al suo viso lentamente sempre guardandola negli occhi per avere la sua approvazione. Mi avvicino sempre di più fino a che i nostri nasi si sfiorano delicatamente poi la bacio sulle sue labbra soffici che si dischiudono lievemente. Dopo qualche minuto ci stacchiamo per riprendere fiato e sorrido felice "Vieni. Ti faccio fare il giro della casa" le dico allungando la mano verso di lei che è ancora leggermente scombussolata a causa del mio bacio, comunque riesce ad alzarsi ed intreccia le sue dita alle mia. Le mostro il piano terra tralasciando la cantina poiché è in disordine "Quella è la camera di Meghan, il bagno e questa è camera mia" le dico mentre camminiamo lungo il corridoio del secondo piano. Alanis si ferma davanti ad un quadro che fece mia madre quando era all'università e rappresenta le Cascate del Niagara "È bellissimo..." sussurra lei accarezzando delicatamente la tela ruvida "L'ha fatto mia madre dopo che era ritornata dal suo lungo viaggio insieme a mio padre. Diceva sempre che è uno dei luoghi da visitare almeno una volta nella vita e che io avrei dovuto portarci qualcuno di veramente speciale" dico accarezzandole una guancia "Tu chi ci porteresti?" mi chiede lei sapendo già la risposta "Te. Sempre e comunque te" rispondo baciandola sulla guancia. Entriamo in camera mia dove ho scoperto che mia sorella ha messo un materasso in più "Meghan...pensa che non potrei controllarmi se tu dormi con me.." dico irritata mentre immagino mia sorella che s'intrufola un camera mia. Alanis annuisce comprendendo la situazione "Tranquilla. Credo che nemmeno io potrei controllarmi..." sussurra lei arrossendo per l'ultima parola detta. Sorrido soddisfatta mentre lei arrossisce sempre di più "Hai fame? Perchè io sto morendo" le chiedo ridacchiando "Molta" risponde lei annuendo. Vado in cucina e guardo all'interno del frigo "Mmm...credo che sarà meglio se ordino una pizza" borbotto tra me e me ma comunque Alanis mi sente "Pago io!". La guardo perplessa per qualche secondo prima di iniziare a scuotere la testa sorridendo "No. Tu sei mia ospite ed è il minimo che possa fare" rispondo prima di prendere il cellulare e ordinare due pizze e qualche bibita. Decidiamo di scegliere il film mentre aspettiamo e optiamo per "Bad Moms: Mamme molto cattive". Passiamo tutta la serata a ridere come pazze mentre guardiamo il film. Verso le tre e venti di notte Alanis inizia a sbadigliare stanca perciò decidiamo di andare a dormire dopo esserci lavate i denti e indossato i nostri pigiama; il mio è composto da una lunga maglietta grigia e un paio di pantaloncini neri mentre quello di Alanis è formato da soltanto una maglietta bianca. Mi siedo sul mio letto e guardo Alanis fare lo stesso "Beh...allora buonanotte" dice lei arrossendo mentre mi alzo per darle un dolce bacio sulle labbra. Prima che possiamo perdere il controllo ci allontaniamo di qualche centimetro "Buonanotte". Spengo la luce della camera e appoggio la testa sul cuscino tenendo d'occhio la sua figura esile in piedi, indecisa su che fare perciò mi sollevo sui gomiti e si accorge che la sto guardando "Cosa fai?" le chiedo inclinando il capo con un grande sorriso stampato in viso "Non riesco a dormire..." bisbiglia lei avvicinandosi al mio letto "Vieni. Dormi con me" dico spostandomi per farle spazio. Lei sorride prima di sdraiarsi accanto a me rivolta verso la mia parte "Posso avere un altro bacio della buonanotte?" continua lei con la voce supplichevole perciò ubbidisco senza riuscire a resisterle. Appena poso le labbra sulle sue sembra che qualche cosa dentro di lei sia scoppiato, infatti si siede a cavalcioni su di me e continua a baciarmi desiderosa. Capisco cosa vuole fare ma non posso, non oggi almeno "A-aspetta. Mi dispiace. Ma ho promesso a me stessa che non l'avrei mai più fatto al primo appuntamento. Possiamo baciarci ma solo questo, okay?" le dico mentre lei sembra ci stia pensando seriamente poi annuisce e continua a baciarmi.

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