The queen

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Quella notte quando Alexa entrò nella tenda di Nathan si aspettava di trovarlo addormentato come al solito, invece lui la stava aspettando per poterle finalmente parlare.

"Ciao." Lo salutò lei.

"Ciao... di chi è quella giacca?" Le chiese Miller, anche se sapeva già la riposta.

Alexa aveva provato a restituirla al suo proprietario, ma Bellamy le disse che ne aveva un'altra e di non preoccuparsi.

"Di Bellamy." Rispose evitando lo sguardo di Nathan.

Lui annuì cercando di trattenere un sorriso.
"Ti fidi di lui?" Chiese tornando subito serio.

Lei ripensò a loro due sotto le stelle, alla conversazione nella grotta, all'abbraccio di quella mattina e a loro che guardavano i razzi.
"Si, mi fido di lui." Rispose con voce sincera.

All'improvviso Alexa si ricordò della lettera che aveva in tasca.

"Cosa c'è?" Chiese Nathan notando il cambio d'umore dell'amica.

"Raven prima mi ha dato questa." Tolse la lettera dalla tasca. "L'ha scritta Abby per me."

"Hai intenzione di leggerla?" Chiese Miller preoccupato dell'effetto che poteva avere quella lettera su Alexa.
Lei non rispose, si sedette affianco a lui e mise la lettera in mezzo così che la potessero leggere tutti e due.

Ciao Alexa.
Sono sicura che non ti aspettavi questa lettera proprio da me, ma mi sentivo in dovere di dirti alcune cose.
Sono certa che tu non sia morta, ma Marcus crede di si, e che tu ci creda o meno ho visto la disperazione nei suoi occhi quando il monitor ha dichiarato la tua morte.
So che siamo le due persone che odi di più, ma vorrei chiederti di perdonare Marcus.
Capisco se odi me, ma lui non ha tutte le colpe che ho io.
Per quanto riguarda i test lui pensava che ti prelevassimo il sangue e che quando testavamo la guarigione delle ferite tu fossi sotto anestesia, non sapeva nemmeno delle tre volte in cui ti abbiamo fatto respirare dei gas tossici, tutte queste cose le ha scoperte dopo. Sono consapevole di aver commesso dei gesti insensati, ma io volevo solo aiutare il mio popolo e non capendo il perché del tuo sangue nero sono arrivata a pensare cose irrealistiche.
Ma lui se l'avesse saputo non l'avrebbe mai permesso.
Quindi ti chiedo di perdonarlo e di ricordare che lui è tuo padre.
Abby Griffin.

Alexa provò tante emozioni in quel momento, tutte negative.
Non l'avrebbe mai perdonato.

"Cosa ne pensi?" Chiese Miller dopo un paio di minuti di silenzio.

"Questa lettera è solo la riprova che a lui non gliene mai fregato un cazzo di me, perché se minimamente ci teneva a me avrebbe scoperto queste cose prima. Se ci teneva a me non abbassava quella leva." Disse la ragazza con un tono di voce carico d'odio, alla fine tra le varie emozioni prevalse la rabbia.

"Ma Alexa." Provò a dire Nathan, ma fu interrotto da lei.

"Ma un cazzo, questa è la verità." Dopo aver detto quelle parole strappò la lettera in tantissimi pezzettini, come se quel gesto bastasse a far sparire tutte le sue sofferenze.

"Hey." Disse Miller avvicinandosi. "Io ci sono per te, io ti voglio bene." Disse abbracciandola.

"Lo so, ti voglio bene anch'io ." Ormai la rabbia era scomparsa, e fu sostituita dal dolore. Le vennero gli occhi lucidi, ma ricacciò indietro le lacrime, si convinse che Kane non meritava nemmeno le sue lacrime.

"È tardi, dobbiamo dormire." Disse Alexa staccandosi delicatamente dall'abbraccio.

Miller annuì e si sdraiò in una specie di letto, un paio di minuti dopo era già nel mondo dei sogni.
Alexa invece continuava a guardare i pezzettini della lettera per terra.
Non stava pensando a nulla, fissava quella carta sentendo un grande vuoto dentro di se.

The criminals || The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora