4. Una giornata libera

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Sono le 7:00, è meglio che mi alzi. È successo veramente? Aspetta, e la mia macchina?
Mi vesto in fretta e mi precipito fuori casa: la mia auto non c'è. Mi guardo attorno, probabilmente è parcheggiata altrove ma non la trovo. Improvvisamente, sento il suono di un'auto avvicinarsi: è Gabriel, con la sua Porsche 911. Mi sorride e dice: << Ginevra, mi dispiace ma per la tua auto ci vorranno un paio di giorni. Se non ti dispiace, sarebbe un piacere per me accompagnarti a lavoro.>>
Lo guardo sorpresa e, dopo qualche secondo d'esitazione, accetto.
Entro in macchina e gli sorrido. Dopo un paio di minuti ricevo una chiamata da lavoro: << Ginevra, mi dispiace chiamarla solo adesso ma la dottoressa D'Amato è rientrata prima dal suo viaggio e ha detto che può prendersi un giorno di ferie se vuole. Vuole vederla domattina.>>
Cosa gli dico adesso?
<< Ehm, Gabriel, mi spiace interromperti ma mi hanno appena avvisata di avere una giornata libera. Se non ti dispiace, potresti riaccompagnarmi a casa?>>
<< Oh, sono felice di sentirlo. In realtà anch'io ho la giornata libera e avevo intenzione di andare nella mia casa negli Hamptons. Se le va, potremmo fare colazione insieme lì. È un posto molto tranquillo e la vista è strepitosa. >>
Bene, adesso mi invita pure a casa sua, da soli. Non dovrei accettare, non lo conosco neppure, nessuno accetterebbe una proposta del genere. Provo a razionalizzare tutto ciò ma sento che voglio farlo. Guardandolo, in realtà, non c'è altra cosa che vorrei fare al momento se non stare con lui in un posto tranquillo. Conoscerlo, parlargli. Inoltre non ho altro da fare a casa.
<< Ehm, non saprei...>>
<< ti prego, Ginevra. Mi assicurerò di riportarti a casa prima di pranzo, in modo che tu possa occuparti di ciò che devi fare. Ti chiedo solo qualche ora.>>
<< Promesso?>>
Sorride e, con tono profondo e rassicurante, risponde: << Non sono il tipo di uomo che non mantiene le promesse.>>
Sorrido anch'io e accetto.
Cominciamo a chiacchiere e non mi accorgo del tempo che passa. Improvvisamente si ferma di fronte ad una villa gigantesca, maestosa. È interamente dipinta di bianco. Attraversato il viale principale, parcheggia la sua auto, scende e cortesemente mi apre lo sportello.
Ammiro affascinata l'imponenza dell'edificio. È estremamente elegante e curato. Due grandi colonne fiancheggiano l'ingresso, costituito da una porta grigio chiaro che richiama il colore del cancello principale. Attraversiamo il giardino con prato all'inglese e ci fermiamo di fronte all'ingresso.
Cosa può fare un uomo solo in un posto come questo?
Mi chiede: << Ti piace? >>
Estasiata da ciò che ho di fronte rispondo: << Non ho mai visto nulla del genere, è pura perfezione.>>
<< E ancora non hai visto nulla. Tuttavia, prima di entrare, ho bisogno che firmi un documento. È solo una formalità, non preoccuparti. Ho lavorato tanto perché questa casa rispecchiasse gli ideali che avevo in mente e ne sono molto geloso. Ho bisogno che attesti che non parlerai con nessuno di ciò che vedrai al suo interno.>>
Che strana richiesta. Perché nascondere tanta bellezza? Non realizzo ciò che sta per accadere, firmo leggendo frettolosamente ciò che riporta il contratto. Non potevo fare scelta più insensata di questa.

Unchained (italiano) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora