//capitolo 13//

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"che cazzo?!"

esclamò quasi urlando San non appena riconobbe il locale in cui aveva incontrato Wooyoung, evento che sembrava averlo segnato e scosso nell'animo.
Batté un piede a terra e si passò nervosamente le mani fra i capelli con qualche imprecazioni brontolata a denti stretti, continuando ad agitarsi senza però riuscire ad allontanarsi dal Purple Paradise: sembrava incollato al tappetino violetto che stava davanti alla porta e non aveva neanche le forze di voltarsi dalla porta opposta dell'entrata, ma non riusciva a capirne il perché, come se qualcuno avesse preso possesso del suo corpo per impedirgli di andarsene.

"Amico, tutto ok?"

chiese qualcuno dietro di lui con tono preoccupato, facendo sussultare San che a quel punto dalla sorpresa si voltò, ritrovandosi davanti il barista thailandese col quale Pavel stava flirtando l'altra sera.

"Ah? Dici a me?"

"No guarda, all'altro ragazzo che sta imbambolato davanti alla porta come un cretino. Sul serio, saranno cinque minuti, se non dieci, che stai qua a tirare giù madonne immobile. Io dovrei entrare, sai com'è, tra poco apriamo."

"Aprite?! Che ore sono?"

"Vabbe' calmo... sono quasi le sette, perché?

Ho passato due ore a camminare e proprio qua dovevo finire??

"... bro? Ci sei?"

"Si, scusa-"

"Dai, se entri con me ti offro qualcosa, mi sembri un po' rincoglionito. Sembra che tu abbia passato le pene dell' inferno."

detto ciò il ragazzo passò davanti a lui per aprire la porta del locale sotto lo sguardo incredulo di San che ancora non aveva attivato quei due neuroni in croce che si ritrovava nel cervellino, e dopo che l'altro gli ebbe schioccato le dita davanti al viso entrò anche lui, un pò a disagio ma entrò comunque.
Intanto che l'altro cominciava ad accendere le varie luci dell'immensa sala e a sistemare gli addobbi fuori (perché è un locale chic molto ghei glitter e frufru) San si guardò meglio attorno: notò come anche i divanetti fossero del colore delle luci iconiche del posto, rendendoli quasi invisibili per chi si appartava su essi a slinguazzarsi; tutt'intorno poteva vedere chiaramente come in realtà fosse persino ben arredata la sala principale in cui vi erano anche il palco e l'angolo bar dietro al quale poco dopo si recò il barista che lo aveva invitato all'interno. Sembrava davvero un posto intrigante, con quadri e foto ovunque, decorazioni di qualsiasi genere e che probabilmente erano state messe lì perché al proprietario piacevano e creavano sicuramente ambiente. San si incamminò tra le statuette di gatti e altri animali dagli occhi brillanti per osservare meglio la zona più appartata situata dietro a delle tendine di perle che pendevano dall'alto dell'uscio che mancava di porta: a terra occupava il pavimento un enorme e sicuramente soffice tappeto scuro dalla pelliccia ben curata, e mentre al centro si trovava un tavolino scuro dalle decorazioni dorate alle pareti erano addossati tre divanetti rossi con vari cuscini neri e viola veramente grandi e dall'aspetto morbido. San neanche volle provare a sentire se lo fossero davvero, preferendo rimanere nel dubbio a vita. 

Notò solo dopo che al soffitto pendeva un lampadario formato da piccoli cristalli che probabilmente non erano neanche veri, ma era abbastanza grazioso e fece spallucce, trovandolo azzeccato per la saletta dalle mura scure. 

"Duuuunque, avrei qualche domanda da farti visto che ti ho trovato in stato vegetativo davanti alla porta, sempre che non ti dispiaccia."

//Chain// WooSan [ATEEZ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora