Capitolo XII - Ciglio.

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«Guarda qui

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«Guarda qui.» Aprii uno dei diari, sfogliando freneticamente in cerca della pagina giusta. «Qui dice chiaramente che la donna di cui Enoch era innamorato, Cassandra, fosse una Ginzburg.» Dissi indicando il punto preciso con l'indice. «Mentre poco più avanti...» Cercai ancora. «Dice che il Cruciatus le era stato tramandato. Ciò si collega alla didascalia di questa pagina, trovata in seguito alla scoperta sul computer di Damiano.» Le indicai il paragrafo sulla pagina precedentemente stampata.

«Ginzburg era il cognome di tua madre, giusto?» Chiese alzando lo sguardo dai caratteri stampati.

«Più precisamente di mia nonna, il cognome di mia madre era Ginzburg-Venturi» Spiegai.

«Ciò significa che vi è una diretta linea di sangue che comincia da Cassandra, passa per tua nonna, per tua madre, fino a te. È una tua antenata!» Costatò la ragazza alzando il tono di un'ottava. «Quindi tua madre in quanto Ginzburg, così come tuo padre e l'intero ramo Vogler, a detta di tuo zio, tramandano quel tatuaggio, quel marchio da decenni. E Damiano ne possiede uno sul dorso, il suo cognome è David. David, Ginzburg, Vogler: tutti cognomi appartenenti all'albero genealogico, non può essere un caso.» Victoria tamburellò indice e medio contro il mento.

«Anche quel Thomas ne ha uno vicino all'inguine. Ma non conosco il suo cognome.» Aggiunsi.

«Il suo cognome è Raggi, nessun Raggi qui.» Disse rigirandosi la pagina tra le mani.

«Bisognerebbe scoprire il cognome della madre.» La mia immagine sgattaiolante che s'intrufola in segreteria per sbirciare negli schedari mi si parò davanti, più esilarante di quel che avrei voluto. «Nonostante Enoch scrivesse moltissimo, le informazioni ricavabili sono davvero povere. Sappiamo unicamente che otto famiglie compongono un gruppo vecchio di secoli, ma non racconta nulla su quali siano gli ideali, contro cosa combattevano.» Riflettei. «Spero de capirce de più attraverso li volumi mancanti.» Sospirai pesantemente.

«Vampiri.» Sussurrò Victoria proprio mentre terminavo l'ultima frase. Si bloccò, gli occhi sgranati.

«Cosa hai detto?» Le feci eco, bloccandomi sul posto.

«Il diario che mi hai prestato.» Si affrettò a dire. «Non faceva altro che parlare di vampiri e altre creature che Enoch definisce facenti parti del mondo delle ombre.» Continuò.

«Quando Efrem parlava di Enoch Vogler, questa parola veniva spesso citata tra le altre; credo fosse questo suo blaterare di vampiri, magia e creature oscure che gli abbia fatto perdere credibilità.» Acconciai i capelli in uno chignon disordinato.

«Non credi sia reale?» Le sue pupille traballarono debolmente.

«Perché tu si?» Sbottai ilare. La ragazza alzò entrambe le mani dinnanzi al petto.

«Penso solo ci siano un'infinità de cose di cui non c'abbiamo arba.» Fece spallucce. «Quante cose diamo per buone, o vengono considerate tali? Prova a dì a mi nonna che Dio nun esiste e vedi come te ce manna. Eppure le prove della sua esistenza so' pari a quelle dei vampiri, delle streghe, dei licantropi e di qualsiasi altra creatura descritta da Enoch.» Victoria mi riconsegnò il medaglione, che infilai sotto il tessuto fine del maglione lasciandolo scivolare giù fino all'incavo tra i seni; la superficie gelida mi fece rabbrividire. Nonostante i sentimenti da questo rappresentati non fossero mai cambiati nel corso di quei due anni, in quel momento sentivo quell'oggetto improvvisamente più pesante, un macigno a pochissimi centimetri dal cuore, carico di oscuri segreti.

Hunters' Chronicles. | Måneskin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora