Spalancai la porta della camera, il fiato corto. Victoria, seduta alla scrivania, sobbalzò.
«Li mortacci tua, Ester! M'hai fatto prenne 'n colpo.» Disse poggiando la mano sul cuore.
«Hai ancora il diario che ti ho prestato?» Chiesi tagliando corto.
«Certo.» Il viso rivolto verso il pavimento.
«Potresti mostrarmelo?» Incalzai, alzando la mano a mezz'aria in attesa. Lei si alzò annuendo e si diresse verso l'armadio, prese lo zaino e ne estrasse un diario dalla copertina marrone bruciato.
Me lo porse. Mi rigirai il diario tra le mani osservandone attentamente la superficie, era identico a quello visto poco prima. Ero certa si trattasse dello stesso diario. Poi, come in preda ad un'epifania, mi sorse un dubbio: se davvero Victoria avesse parlato a Damiano dei diari, se veramente Damiano ne possedesse uno, Victoria avrebbe potuto prenderne un altro e dimostrare fosse impossibile che lo stesso diario fosse contemporaneamente tra le mie mani e tra quelle di Damiano; i pensieri vorticavano paranoici. Così mi accinsi a prendere lo scatolone da sotto la scrivania, vi rovistai all'interno e tirai fuori i diari. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Non è possibile, non può essere.
Guardai i diari sul letto, poi il dorso di Victoria, nuovamente tornata alla scrivania.
Mi misi le dita tra i capelli, incredula. Non poteva essere, ne ero sicura, non potevo essermi sbagliata. Il senso di colpa mi assalì; per l'ennesima volta avevo dubitato dei miei amici.
«Odio essere costretta a queste attività. Non bastava l'ora di ginnastica? Questo odore è disgustoso e i miei capelli tra poco non sapranno d'altro.» Una lamentosa voce stridula echeggiò nell'intero spogliatoio, seguito da uno scalpitio che immaginai fosse di scarpe con il tacco.
Un gruppo di ragazze biondo ossigenate varcò la porta dello spogliatoio, la sincronizzazione di un gruppo d'automi; altrettanto meccanicamente aprirono gli armadietti arrugginiti osservandosi nel piccolo specchio appeso all'analogamente piccola anta dell'armadietto chiaro.
«Hai ragione!» Squittirono di rimando le altre in coro. Scossi la testa infastidita.
«Sai? Un po' le invidio.» Victoria infilò il suo accappatoio blu scuro, vestendo il corpo infreddolito unicamente coperto da un costume intero, lo stemma della scuola risaltava fiero sul lato sinistro.
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Hunters' Chronicles. | Måneskin.
Fiksi Penggemar-Il primo simbolo, l'otto rovesciato indica le otto famiglie membri del circolo; lo stesso, richiamando la forma d'un infinito, indica a sua volta l'infinita fedeltà verso il loro giuramento. [...] La spada indica il dovere che le famiglie possiedon...