Si avvicinò mentre le sue ciabatte grigie si inumidivano a causa dell'erba bagnata dovuta alla pioggia di poco prima, che rendeva l'aria fresca e che la inondava di un'odore misto fra terra umida e quell'aroma tipico del tardo autunno. Mentre calpestava lentamente l'erba in cerca della fonte di lievi rumori che già da qualche minuto si sentivano dall'interno dell'abitazione, simili a dei colpi e provenienti proprio dal suo cortile. Dovette ammettere che un brivido di paura gli attraversò la schiena e per qualche istante, ipotizzò che potesse essere un ladro, ma non avrebbe avuto senso perché i ladri non farebbero mai baccano, per evitare di essere scoperti. Si sentì sollevato, anche se durò poco poiché realizzò che invece di un ladro sarebbe potuto essere qualcuno di ancora peggiore. Perché questo tipo di cose accadevano sempre quando era solo a casa?
Mormorò una maledizione alla sia sfortuna prima di iniziare ad avere davvero paura. Non appena il fascio di luce debole della torcia che teneva fra le fredde mani avvolte fra le sue stesse maniche, illuminò la provenienza di quei rumori, sussultò.
Alex Nauts.
Proprio lì fuori.
Ma la cosa che lo sconvolse di più non era che si trovasse li, anche se effettivamente era strano.
La cosa che lo fece accigliare e coprire la bocca con una mano dalla sorpresa, fu che Alex stava piangendo, mentre colpiva ripetutamente con pugni ben assestati la corteccia di uno degli alberi del giardino.
Era in piedi, con la schiena curva dallo sforzo e i muscoli delle braccia tesi sotto la maglietta dalle maniche tirate su. Stringeva i denti, emetteva versi di sforzo ovattati dal suo stesso pianto che si riversava su quel viso che Giorgio avrebbe voluto solo sorridesse.Quando il biondo si accorse del fascio di luce, si appoggiò singhiozzando con entrambi gli avambracci all'albero, e senza rendersene conto mostrò le nocche insanguinate e distrutte al castano.
Giorgio si precipitò da lui con un'espressione davvero preoccupata, come se avesse paura che Alex si fosse potuto spezzare da un momento all'altro, come se avesse avuto paura che sarebbe potuto crollare e cadere nel buio freddo che solo quella sensazione mista fra rabbia e tristezza riesce a creare.
Lo capiva, sentiva che nessun'altro avrebbe capito quello che provava meglio di lui, nonostante non conoscesse la causa dalla quale questa reazione fuoriuscisse.Ci era passato anche lui, sapeva cosa significava non provare più emozioni e cercare in ogni modo possibile di trovare il modo per sentire qualcosa, fra cui il dolore. Ma il modo in cui piangeva Alex, gli ricordò maledettamente quando lui pianse quella fatidica sera. Stava soffrendo maledettamente, era più che evidente nonostante durante il giorno si sforzasse di non farlo notare.
E Giorgio non avrebbe mai voluto che soffrisse così, non se lo meritava.
Allungò una mano nella sua direzione, sperava di afferrarlo, di stringerlo, di stare per sempre al suo fianco e schierarsi dalla sua parte combattendo insieme a lui contro tutto il dolore che minacciava di schiacciarlo.
Lo avrebbe sostenuto, esattamente come il biondo aveva fatto con lui.
Dipendevano l'uno dall'altro, come l'alternarsi della luna e del sole.
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Voglio essere l'uomo della tua vita -TheBadNauts-
FanfictionUna Thebadnauts che vi lascerà a bocca aperta. Parola d'autrice. ❥ Quante volte mentre viviamo un'emozione, temiamo di dimenticarla? Quante volte i nostri ricordi sfuggono alla nostra mente, rifugiandosi negli spazi più bui e nebbiosi della nostra m...