Capitolo 8 - La luce negli occhi

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Lunedì. Ho sperato con tutta me stessa che questo giorno non arrivasse, che il tempo si fermasse congelando tutto e tutti, cosicché io avrei potuto rimanere nel mio letto e crogiolarmi nel mio dolore. Non credevo che un cuore spezzato riuscisse a destabilizzarti in questo modo, una fitta continua di tristezza tra il costato. Eppure, allo stesso momento, è come se mi sentissi solo... un po' depressa, diciamo. Non ho percepito una vera e propria rottura, "crogiolarmi nel mio dolore", effettivamente, non è il termine giusto. Sto mettendo in dubbio i miei sentimenti? Ma se era tutto fasullo perché sento gli occhi pizzicare e le lacrime fremere per uscire?

Non voglio incontrarlo. Di solito stiamo insieme agli altri durante l'intervallo, la pausa pranzo e i cambi d'ora, quindi resterò da sola a meno che Mitsuhiko e Genta non decidano di schierarsi con me, come aveva preannunciato Ai. 

Ai. Avrei dovuto darle ascolto, sono stata così sciocca a pensare che lui avrebbe ricambiato, era una fantasia, nient'altro, ma di nuovo: quali sarebbero state le mie opzioni? Soffrire comunque, vedere le mie speranze sfumarsi non appena avesse trovato una ragazza? Andiamo, è ambitissimo tra le nostre compagne, si troverà sicuramente una fidanzata. Desideravo darle pan per focaccia sbattendole in faccia il mio successo, e invece sarà lei a ridersela sotto i baffi. Anzi no, sarà arrabbiata come aveva detto e accadrà ciò che aveva detto. Le sue  parole della scorsa notte mi tormentano, non riesco a venirne a capo. Sono sicura di non essere pronta per affrontarlo. C'è l'ho anche con lui per il modo in cui è scappato. No, non ci devo pensare, no, mi metterò a piangere. Anche se Genta e Mitsuhiko mi appoggiassero come si comporterebbero con Conan? Sento due starnuti dietro alle mie spalle in risposta, mi giro di scatto presa alla sprovvista. 

- Cavolo, mi hai attaccato il raffreddore! - sbraita il ragazzo robusto.

- Io?! Tu l'hai attaccato a me! - replica il futuro scienziato. - Poi... Ayumi, perché hai gli occhi lucidi? - si blocca quando vede lo stato in cui sono ridotta e Genta si unisce a lui con sguardo preoccupato. Si avvicinano finché non me li trovo di fronte, a questo punto sono in trappola. So che ormai sono obbligata a dirglielo, rischio che non mi lascino più in pace e tanto capiranno che c'entra Conan appena arriveremo a scuola. Così gli racconto dell'accaduto tralasciando però il bacio e la chiacchierata con la rossa, sono cose troppo personali. I due sono arrabbiati, lo si capisce a prima vista, e questa scenetta fa riaffiorare alla mia mente un ricordo: io che do un bacino sulla guancia al piccolo Conan, loro infuriati che lo rincorrono. La situazione è davvero simile, tranne per il fatto che io ed il castano non ci parleremo nemmeno. Andrà così, ne sono sicura. 

Senza accorgermene siamo arrivati ma stiamo impalati davanti all'edificio, sono pietrificata dall'ansia. Genta continua a ripetere che gliela farà pagare, che nessuna si può permettere di trattare in questo modo la nostra Ayumi. Mitsuhiko vuole fargli un bel discorsetto e mollargli una bella manata. Io resto zitta e cerco Conan con lo sguardo, setaccio freneticamente ogni volto maschile nel cortile. Eccolo... è all'ombra di quell'albero, con Ai e Finn. Lui in particolare gli sta praticamente appiccicato, sembrano agitati e parlottano di tanto in tanto. Cavoli, la rossa mi ha intercettato congelandomi con un'occhiata apatica. Non riesco a capire se sia più arrabbiata o preoccupata, non ce la fa a non confondermi, per una volta? Se tutta la faccenda si fosse svolta anche solo pochi anni fa lei sarebbe stata dalla mia parte, mi avrebbe sostenuta. Ma ora lui viene prima di me, lui ha più bisogno di lei, lui non è abbastanza forte, lui non è quello che sembra e bla bla bla. Io quando vengo, non sono importante, io? Come se fossi di pietra solida e Conan di fragile cristallo. Lui, lui, lui. Da quando lui è diventato lui? Non me lo so spiegare, come parecchie altre cose. Però una cosa la so: se non gli piaccio che me lo dica in faccia. Farebbe male, da morire, ma sarebbe meglio di questo silenzio forzato. 

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