Finn's pov
Appena l'aria fresca mi sferza il viso mi rendo conto di non sapere esattamente dove andare. Guardo in alto, verso la luna di perla e le stelle luccicanti, sperando che aiutino ad orientarsi come con i marinai tra le onde. Poi osservo Conan - con la testa riccioluta buttata all'indietro per ammirare il cielo, gli occhiali che riflettono le luci dei lampioni e l'espressione tirata, stanca di pensare a niente e a tutto - e gli chiedo di fare strada. Portarmi in un posto, in questa città, in cui riesca a sentirsi se stesso, in pace e a proprio agio. I suoi occhi si illuminano come non mai, si stringe nella felpa e sorride; un sorriso furbo e ribelle, il sorriso di chi, ne sono sicuro, fa una cosa per il semplice gusto di farla, per quanto strana o proibita sia. Non intendo che sarebbe capace di - che ne so - rubare o quant'altro. Ma, probabilmente, se volesse gridare in un tunnel nel cassone di una jeep come in Noi siamo infinito, non ci penserebbe due volte.
- Che ore sono? - si informa senza fermarsi mentre io prendo il cellulare dalla tasca posteriore degli skinny jeans.
- Ehm, le tre e mezza. Perché? -
- Andiamo in un locale fantastico, è aperto solo la notte - sonda la mia la mia faccia, abbastanza insicura per la scelta. - Tranquillo, è adatto alla nostra età, massimo diciotto. Comunque servono solo bibite analcoliche, con stuzzichini, panini, dolci, chi più ne ha più ne metta. Le persone che lo frequentano sono totalmente... aperte, nessuno giudica nessuno - gesticola molto preso dall'entusiasmo, il sorriso si allarga mettendo in mostra i denti bianchi. All'improvviso sento uno strano accento nella sua voce, immagino venga fuori solo in rare occasioni. Chissà qual è. - Oh, Finn, ti piacerà da morire. Sono tutti artisti, gente di mente, musicisti, letterati, attori, cantanti... Espongono disegni e quadri di pittori emergenti, tutte le volte band e solisti si esibiscono su un grande palco (non professionisti, ma i ragazzi stessi). Un'eeenooorme libreria ricopre un'intera parete, insieme ad un angolo lettura, si può prendere i libri o lasciarli, si tengono molto, molto spesso dibattiti, anche alcune recite. E' un miscuglio di ideologie, culture, arti, stili. E' posto in un seminterrato, però è spazioso, con il bancone in mogano e i piccoli tavoli. Ha un arredamento industry con qualche spazio e soprammobile vintage, come il giradischi o i divanetti vicino alla libreria. Luce rigorosamente diffusa e calda, c'è qualche lampada a forma di stella di carta, tutte colorate: sono bellissime.
- Poi ci conosciamo l'uno con l'altro, insomma siamo una grande famiglia; ci aiutiamo a vicenda, andiamo agli eventi importanti di qualcuno (ad esempio partecipiamo al pride per sostenere un nostro amico trans). Lì ognuno... - mi prende la mano così da fermare la mia avanzata.
- ... è sé stesso. Sto parlando troppo? - domanda infine, con sempre quella scintilla di orgoglio misto a dolcezza. No, non parla mai troppo. Questa parlantina, tutto quel gesticolare, non era programmato, è spontaneo sotto ogni aspetto. Se lo facesse per ore lo ascolterei ancora e ancora, sempre e comunque. Sono abbastanza fiero di me per averlo indotto, ricorda il mio ego insolitamente smisurato.
Scuoto la testa in segno di negazione spiegandogli i miei pensieri e riprendiamo a camminare mano nella mano, le dita intrecciate protette dall'oscurità e dalla sicurezza che solo la notte può donare. Dopo una decina di minuti ci ritroviamo davanti una scalinata in discesa, immagino sia l'entrata. Conan ha specificato che il nome del locale è Dobby, perché qui gli "schiavizzati dalla società" possono pensare, dire e fare ciò che vogliono. E' un chiaro tributo ad Harry Potter, quindi ha già tutta la mia stima. Scendiamo fino ad una porta in legno scuro con delle lucine ad intermittenza. Spero di non trovare Miss Spink e Miss Forcible vestite da pesce. Il castano ride all'esclamazione, prima di lanciarmi uno sguardo incoraggiante e stringere lievemente la presa sulle mie dita.
Appena varcata la soglia quattro cose in particolare mi colpiscono: la musica suonata da una band di nostri coetanei, che riconosco come Home di morgxn, l'esattezza con cui Conan ha descritto questo posto, l'abbigliamento dei presenti, molto stravagante e personale (l'abito non fa il monaco, ma uno vestito così è biologicamente simpatico) e una ragazza dai capelli scuri e ricci. Infatti placca il ragazzo di fianco a me con un abbraccio, strattonandomi di conseguenza.
- Edo! Non mi rispondi al telefono, ero preoccupata! - Edo?
Conan recupera l'oggetto e dalla faccia metterei la mano sul fuoco che sia pieno di chiamate senza risposta.
- Oddio, Frida, lo siento mucho - Non sto capendo niente, okay, niente di diverso dal solito.
- Tranquilo, ma di solito rispondi subito. Ora - si rivolge a me in maniera estremamente dolce, è sorprendente dato che nemmeno mi conosce. - Non sembri giapponese, parli inglese? -. Annuisco in silenzio, ma sembra bastarle.
- Piacere, io sono Frida Esperanza Flores. Sono messicana, se te lo stessi chiedendo, mi sono trasferita qui a dieci anni. E' difficile imparare la lingua, all'inizio; ma, se il rincoglionito - indica con un cenno del capo il mio amico - ti ha portato qui significa che sei un tipo a posto -
- Disse la rompipalle per antonomasia - ride Conan, sistemando premuroso i fiorellini freschi sul fermaglio sui capelli di Frida. Quest'ultima, dopo avergli sorriso maliziosa, sposta lo sguardo alle nostri mani unite. Vedo i suoi occhi essere attraversati da una luce comprensiva e furba allo stesso tempo, al che io capisco di essere, forse per la prima volta, dove dovrei stare. Con un ragazzo che mi piace sul serio, con - li troverò presto - degli amici che mi sosterrano, con della gente che non pregiudica per l'aspetto fisico, per la persona di cui ti innamori, per le tue idee e per il tuo carattere. E sono arrivato da pochissimo.
- Be', Finn... - lei mi prende a braccetto, si porta Conan dall'altro lato e si gira con noi, orientandoci verso il bancone. Lascia un sospiro mentre la guardo curioso di sapere cosa abbia da dirmi, so solo che l'ascolterò volentieri. Come prima con il castano.
- Benvenuto al Dobby -
🌟 Spazio me 🌟
Questa in realtà è la seconda parte del capitolo precedente, per questo è molto più corta. Spero vi piaccia!
STAI LEGGENDO
Le stelle si sentono sole?
Fiksi Penggemar~La gente non capisce. Non capisce mai~ Questa è una storia d'amore, di crescita ed evoluzione. Quindi, cosa sarebbe successo se Shinichi e Conan non fossero la stessa persona? A sette anni dalla comparsa di Conan e tre dalla morte del detective lic...