Portandosi la mascherina fin sul naso, Jungkook si diresse verso la casa di Jin, con un bel caffè rigeneratore e le cuffie nelle orecchie con la sua solita musica preferita. Mise la riproduzione casuale, ma cambiò così tante canzoni prima di arrivare a quella che stava ascoltando adesso che sarebbe già alla destinazione.
Era il fatidico Venerdì, e Jungkook era in ansia. Non voleva vedere Taehyung, ma voleva delle risposte. Non capiva perchè aveva mentito sulla sua identità, su tutto! Dai capelli, agli amici, forse era finta anche la sua paura, era tutta scena. Si pose molte domande che lo tennero sveglio fino alle 4, poi si mise a giocare alla PlayStation, con CupHead, dove tirò giù così tanti santi che il paradiso non lo vedrà neanche con binocolo.
Era pomeriggio, e tra le cuffie sentiva le risate genuine dei bambini usciti da scuola. Ma, più passi faceva, più una certa ansia saliva in gola. Doveva rivedere lo stesso ragazzo che gli mentì per troppo tempo, che, inevitabilmente, Jungkook provava qualcosa.
Lo sentiva, e anche troppo. Da prima che scoprì l'identità, necessitava di minimo un messaggio al giorno, voleva sentirlo, sapere come stava, cosa faceva, ritornare alla sua foto che gli mandò e guardarlo, studiarlo così tanto da poterlo disegnare.
Ripensò dal vivo. E aveva ragione, era bellissimo. La sua mascella un poco pronunciata, con il naso a patata con un piccolo neo sotto, che avrebbe baciato. I capelli, blu stavolta, incorniciavano i suoi occhi scuri da dove voleva perdersi, annegare nel suo marrone scuro.
E la sua voce, oh la sua voce. Una melodia così profonda e roca che il sol sentirla di benediva le orecchie con una pace nel cuore.
Però no, non voleva perdonarlo. Odiava quando la gente mentiva, veramente tanto. Non poteva più fidarsi, e immaginare che quella persona fosse TaeTae, o meglio Taehyung, si sentiva male.
Sentì un buffetto sulla testa, rivelandosi Jin. Si accorse che stava superando il condominio dove abitava l'amico, troppo immerso nei pensieri.
"Ciao Koo', passa la cuffietta" disse porgendo la mano. Ricevuto ciò che voleva, ascoltando un pezzo di Axwell in Grosso con Jin che si muoveva in modo discutibile, si incamminarono alla casa, che Jungkook scoprì essere un quartiere dopo.
"Ti giuro, che se succede un qualcosa fra me e Taehyung, io me ne vado subito" esordì dopo la fine della canzone.
"Come ti pare, basta che vieni" disse continuando a muoversi, ignorando le persone che lo guardavano strano
Forse era anche per il suo vestiario: una felpa venti volte lui, considerando il fatto che avesse il corpo magro la felpa risultava enorme, rosa pastello, con il cappuccio alzato rivelando due orecchiette da orsetto tenero.
"Più etero di così si muore eh Jin?" disse scherzosamente, entrati nel vicolo della casa di Namjoon.
"Oh si piccolo Kookie, questo è quando ti fidanzi, che non ti importa manco più di fare colpo perchè l'amore l'hai trovato, e ti amerà anche senza vestiti" disse scuotendo la testa a ritmo di canzone.
"Namjoon ti ama sopratutto senza vestiti"
"Piccolo ingrato, come ti ho creato ti distruggo brutto-" iniziò a scaldarsi come solito era fare quando si imbarazzava.
Jungkook ridacchiò, fermando la musica, e citofonando, sotto consiglio di Jin.
"Ma sei sicuro di-" iniziò girandosi verso l'amico, che non trovò. "Jin? SeokJin?" chiamò "Hyung?"
La porta si aprì.
Dall'altro lato non c'era nessuno, e questo insospettì Jungkook. "Yoongi se è uno dei tuoi scherzi, ti giuro che ti ammazzo" disse alzando la voce.
STAI LEGGENDO
SexThing ~Vkook~
FanfictionSconosciuto: Ehi biscottino, che ne diresti di un pò del mio latte? Vkook